20 Dicembre 2016

Polemiche intorno alla provocazione neonazista di un esponente di CasaPound al consiglio comunale di Bolzano

Fonte:

Corriere del Trentino

Autore:

Valentina Leone, Luigi Ruggera

Bonazza con la felpa nazista

Il caso segnalato alla Procura

BOLZANO. È giunta ieri in Procura una segnalazione recapitata direttamente dalla Digos riguardante la felpa indossata dal consigliere di Casapound Andrea Bonazza durante l’ultima seduta del consiglio comunale. Una felpa nera con la scritta «Charlemagne» e lo stemma (l’aquila a metà e tre gigli): stesso nome e stesso simbolo dei volontari francesi della 33esima divisione delle Ss, creata nel 1944 da una serie di truppe al servizio di altre unità francesi delle forze armate tedesche, così come da milizie paramilitari. La Questura era già informata dell’episodio da alcuni giorni ma, considerando la chiusura degli uffici giudiziari nel weekend, solo ieri ha provveduto a consegnare la segnalazione alla Procura, che ora ne valuterà attentamente il contenuto e deciderà se e quali passi compiere. Sulla vicenda, il sindaco Renzo Caramaschi ha ricordato ieri che il presidente del consiglio Silvano Baratta ha già convocato i capigruppo (l’incontro è in programma oggi alle 16.30), allo scopo di richiamare l’aula a un atteggiamento più rispettoso delle istituzioni e delle diverse sensibilità. «Io sinceramente non avevo notato la scritta — commenta il sindaco — anche perché in aula sono più attento a leggere le delibere che non le scritte delle magliette. In ogni caso, visto che si trattava di un richiamo al nazismo, direi che si tratta di una provocazione sciocca e stupida. Troverei non risolutivo definire un codice di abbigliamento: se anche si volesse imporre l’uso della cravatta come avviene in parlamento, per fare esempio, questo non comporterebbe automaticamente un divieto di simboli nazisti, perché potrebbe esserci chi indossa una cravatta con la svastica disegnata. Diciamo quindi che bisognerebbe fare un richiamo — conclude il sindaco — all’educazione e al buon senso dei singoli consiglieri di evitare queste provocazioni, nel rispetto dell’aula del consiglio comunale e delle istituzioni». Severa anche l’Anpi di Bolzano, che su Facebook definisce la vicenda «inquietante» e punta il dito contro «presidente, giunta, consiglieri, solerti funzionari comunali: nessuno ha avuto niente da dire su questo (ennesimo) atto di apologia del peggiore dei nazismi, quello dei vari “Quisling” traditori delle loro patrie, al servizio degli invasori hitleriani. Abbiate il coraggio di non essere indifferenti — tuona l’associazione — e di chiedere scusa!». I primi a segnalare l’episodio erano stati alcuni esponenti del comitato «Bolzano antifascista». Una dura presa di posizione contro il gesto di Bonazza era giunta da Alessandro Huber,capogruppo del Pd in consiglio comunale, che aveva parlato di abbigliamento «inadeguato e inopportuno» e aveva definito il comportamento di Bonazza «al limite dell’apologia del nazismo, un fatto inaccettabile». Il consigliere di Casapound si era difeso dalle accuse sostenendo di aver indossato la felpa per vicinanza «a tutti i militari, ai giovani che hanno perso la vita per una causa, per un ideale. Un soldato va sempre valorizzato e rispettato, sia esso tedesco o russo, senza distinzione».