Fonte:
Stampa Origami
Autore:
Francesco Germinario
Goebbels & C, i cattivi maestri che piacciono agli italiani
Nell’area del radicalismo di destra i “classici” di riferimento dottrinale non tramontano mai Le poche, ma molto attive, case editrici dell’area di riferimento presentano cataloghi che pullulano di testi di Hitler e Goebbels. A fungere da contorno ai gerarchi nazisti, l’edizione di opere di teorici dell’antisemitismo, spesso noti solo agli storici dell’argomento o ai “cultori”, da Wilhelm Marr, il giornalista tedesco che in un saggio del 1879, La vittoria del giudaismo sul germanesimo, divulgò per primo il termine «antisemitismo», a Dietrich Eckart, morto nel 1923 e da Hitler considerato uno dei suoi maestri in materia di antisemitismo, col suo Il bolscevismo da Mosè a Lenin; è recentissima l’edizione italiana del primo volume dei Fondamenti del XIX secolo, di Houston S. Chamberlain, un altro dei maestri riconosciuti da Hitler. E’ di pochi mesi fa, infine, l’edizione italiana, a cura della casa editrice Thule, una sigla editoriale gravitante nell’ambiente di Casa Pound, di un testo nazista, Manifesto per spezzare l’asservimento all’interesse del denaro. L’autore, Gottfried Feder, era stato un cultore di economia militante nel nazismo della prima ora, poi emarginato negli anni della dittatura. Come spiegare l’interesse del radicalismo di destra per questi autori sconosciuti ai più? La risposta la si può rintracciare nel fatto che l’antisemitismo si era caratterizzato come una dottrina molto ostile nei confronti della finanziarizzazione del capitalismo. Evidentemente, in tempi di crisi provocata dai giochi della finanza, si ritiene utile riproporre questi autori. Tuttavia, accanto a questi autori, figurano i “maestri” di riferimento. Cominciamo dalla casa editrice più anziana, le Edizioni AR di Franco Freda, il quale non ha atteso la scadenza dei diritti per ristampare il Mein Kampf. Da alcune settimane entrambi i testi di Hitler, Mein Kampf e Mein Leben sono disponibili in due volumi inseparabili per più di 800 pagine. La ristampa dei due testi va ad affiancarsi a un recente volume sui discorsi di Hitler sull’arte nazista, nonché *** ad altri testi del dittatore nazista editi già negli anni Settanta-Ottanta e più volte ristampati. Come al solito, Mein Kampf e Mein Leben spiccano per quella cura tipografica che ha sempre contraddistinto il lavoro editoriale di un militante come Freda. Il quale ha anche edito, negli ultimi anni, alcuni lavori di Nietzsche, a partire dall’immancabile Zarathustra, con testo tedesco a fronte: un’edizione da suscitare l’invidia degli editori e traduttori italiani delle opere di Nietzsche. Accanto a Hitler, ci sono poi le edizioni di diversi testi di teorici nazisti come Alfred Rosenberg e Joseph Goebbels. Del primo è stato tradotto un testo del 1944 su Nietzsche; quanto al secondo, il radicalismo di destra preferisce naturalmente riferirsi al primo Goebbels, quello nazionalrivoluzionario con influenze socialiste. Sempre le AR hanno di recente pubblicato di Goebbels, Romanticismo d’acciaio, un testo del 1933, costituito dal discorso che questi tenne all’inaugurazione della Camera della Cultura del Reich. Un’altra casa editrice dell’area ha pubblicato qualche anno fa il romanzo dell’esordio di Goebbels, Michael, un destino tedesco, utile per comprendere l’evoluzione politica dell’autore. Numerosi testi di Goebbels e di alti gerarchi nazisti (ad esempio, uno di Hans Frank, il giurista della NSDAP, impiccato a Norimberga per il ruolo ricoperto in Polonia durante la guerra) si trovano nei cataloghi di altre case editrici. Infine, a cura delle Edizioni Settimo Sigillo, probabilmente il marchio editoriale più attivo e prolifico dell’area, è di poco più di un anno fa la ristampa del famoso testo di Carl Schmitt, La dittatura, già edito negli anni Settanta da Laterza. Ma lo Schmitt giurista e politologo, com’è noto, è stato sdoganato dalla cultura di sinistra già da qualche decennio, tanto che oggi ne è uno degli autori più frequentati.