Fonte:
Il Giorno
Autore:
Manuela Marziani
Non intratterrà più alcun tipo di rapporto con la ragazza israeliana e con la sua classe l’insegnante che prima delle vacanze di Pasqua si era presentata in aula indossando una maglietta con la scritta “From the river to the sea Palestina will be free“, slogan che auspica la cancellazione dello Stato di Israele. È stata la Direzione scolastica della scuola frequentata dalla studentessa che aveva sollevato il caso a rassicurare i genitori della 17enne, quando li ha incontrati. Ma la questione non può ancora dirsi archiviata.
“La famiglia vorrebbe che Dirigenza scolastica e professori della classe prendessero posizione sul grave fatto – precisa Andrea Cascio, avvocato che rappresenta la ragazza –. Non sono state infatti formulate scuse e la studentessa non è stata rassicurata sul fatto che l’istituto che frequenta disapprovi e contrasti fermamente qualsiasi forma di discriminazione, in particolare di natura antisemita. Nel 2022 sono state pubblicate dal Ministero precise linee guida sul contrasto all’antisemitismo nella scuola” . In realtà oltre alla Dirigenza scolastica, che ha dimostrato interesse rispetto alla tutela della ragazza, nessuno ha preso posizione sulla vicenda.
“Abbiamo apprezzato molto il comportamento della Direzione – aggiunge l’avvocato – mentre non siamo a conoscenza di un intervento da parte del ministero dell’Istruzione. L’unico a essersi espresso, cogliendo la gravità dell’accaduto e il turbamento della ragazza e della famiglia, è stato il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio“. Proprio sulla linea di quanto suggerito da Centinaio alla scuola è stato proposto di organizzare, compatibilmente con gli impegni già programmati, un ciclo di incontri sul conflitto israelo-palestinese, con relatori preparati e autorevoli che rappresentino il pensiero di ciascuna parte coinvolta, in modo da disinnescare approcci antisemiti e islamofobici.
“A nostro avviso – spiega ancora l’avvocato Cascio – gli incontri dovrebbero avere un taglio psico-pedagogico per far comprendere ai ragazzi l’importanza del rispetto reciproco, in modo da favorire lo sviluppo di un personale pensiero critico. Sarebbe anche bello se i ragazzi elaborassero un progetto tra loro condiviso per la risoluzione del conflitto israelo-palestinese. I genitori della minore si sono resi disponibili ad aiutare la Direzione scolastica nell’organizzazione del ciclo di incontri e nell’individuazione di possibili autorevoli relatori. Speriamo che le richieste d’intervento proposte vengano accolte”.