Fonte:
Terra Santa
Autore:
Giulia Ceccutti
È stato presentato nei giorni scorsi a Milano il libro-gioco Non sono stati loro!, frutto di un progetto internazionale pensato per gli allievi della scuola primaria allo scopo di far conoscere elementi della cultura ebraica e scongiurare l’antisemitismo.
Firenze, 1464. Demetrio, dodici anni, frequenta una scuola d’abaco. Tra i suoi compagni c’è Immanuel, ebreo. I due diventano amici. Il giorno del suo dodicesimo compleanno, Immanuel arriva a scuola con un cerchio giallo sulla camicia: è il segno che, per volere del Comune di Firenze, gli ebrei devono portare per rendersi riconoscibili…
Ecco l’ambientazione e i protagonisti di Non sono stati loro!, libro-gioco pensato per la prevenzione e il contrasto dell’antisemitismo nella scuola primaria, reso da pochi giorni disponibile a tutti online, in versione digitale. Per accedervi, è sufficiente registrarsi qui: www.montesca.eu/relationgame
Il progetto Relation
Questa storia ha alle spalle un anno e mezzo di lavoro e di ricerche storiche. La sua lettura conduce – attraverso una serie di scelte che il lettore dovrà operare per procedere nella narrazione – in un’avventura serrata, che si colloca all’interno di una cornice più ampia: quella del progetto europeo Relation – Ricerca, conoscenza ed educazione contro l’antisemitismo. Obiettivo di Relation – progetto che unisce partner differenti in Italia, Spagna, Romania e Belgio – è affrontare l’antisemitismo attuale partendo da una migliore conoscenza di storia e tradizioni ebraiche come parte della storia e delle tradizioni comuni europee.
Scegliere in prima persona
«Quando mi è stato chiesto di scrivere un libro-gioco per questo progetto, l’ho trovato uno strumento ideale da molti punti di vista: immerge in prima persona in una situazione, facendo vivere e scoprire atmosfere e cose che non si conoscono», ci spiega l’autore Andrea Angiolino, scrittore ed esperto di giochi, docente di Teorie e Tecniche dell’Interazione (Game Culture) alla Nuova Accademia di Belle Arti (Naba) di Roma, tra i più noti autori di book-game in Italia. «Il giovane lettore, immedesimandosi con il personaggio di Demetrio, scopre ad esempio diverse tradizioni e usanze ebraiche andando a casa dell’amico Immanuel e ponendo domande sugli oggetti che non conosce. Si muove in una sorta di realtà virtuale raccontata. Viene posto poi davanti a una serie di scelte, anche di conflitto morale, verso le quali deve prendere posizione per poter proseguire nel gioco».
Abbiamo incontrato Angiolino a Milano lo scorso 21 marzo in occasione della presentazione ufficiale del progetto promossa dal Centro di ricerca sulle relazioni interculturali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore alla presenza – tra gli altri – del responsabile scientifico Gadi Luzzatto Voghera, direttore della Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea (Cdec), di Stefano Pasta, docente presso l’Università Cattolica, e di Milena Santerini, vicepresidente del Memoriale della Shoah di Milano.
La trama
«Demetrio all’inizio della storia assiste a diverse piccole vessazioni ed episodi di bullismo fra compagni di scuola, e alla comparsa del cerchio giallo», spiega Angiolino. La trama “decolla” quando si verifica un furto in un oratorio: viene rubata una reliquia, l’anello da una statua della Madonna. Il pregiudizio popolare indica come colpevoli gli ebrei, in particolare Jacopo, il fratello più grande di Immanuel, subito arrestato.
Il lettore inizia quindi a indagare per scoprire il vero ladro e il gioco diventa una sorta di giallo.
«In molti punti il lettore è chiamato a scegliere se avvicinarsi o meno all’amico, se aiutarlo o meno, se esporsi. Tanti perciò sono gli spunti che possono essere ripresi e discussi durante una lettura collettiva, in classe», precisa l’autore.
Non mancano, tra l’altro, spunti e giochi logico-matematici, che il maestro di scuola pone ai protagonisti e che sono tratti dai libri d’abaco utilizzati all’epoca, o costruiti sullo stesso stile.
Affrontare il pregiudizio in punta di piedi
«La scelta fatta – punto d’arrivo di lunghe, spesso accese, discussioni tra i partner del progetto – è stata quella di avvicinare le classi di bambini al tema dell’antisemitismo senza, di fatto, toccarlo», sottolinea Gadi Luzzatto Voghera. «Una scelta di cautela, perché già è difficile per il mondo degli adulti poter dare anche solo una definizione condivisa del termine e del concetto di antisemitismo, tanto più allora azzardare la possibilità di parlarne ai bambini in un percorso didattico».
Di qui l’idea di proporre da un lato un’ambientazione, la Firenze dell’inizio del Rinascimento, nota nel percorso scolastico dei differenti Paesi coinvolti nel progetto Relation; dall’altro uno strumento: un avvicinamento alla cultura ebraica come cultura “altra”, in primo luogo da conoscere.
«Crediamo – è la conclusione di Luzzatto Voghera – che affrontando la conoscenza della cultura ebraica, quindi in qualche modo appropriandosene, e non considerandola estranea ma parte di un possibile paesaggio umano, si possa diffondere una cultura della convivenza e vincere la sfida educativa del contrasto dell’antisemitismo».
Un vero libro-gioco
Andrea Angiolino, ci dice quali sono stati, dal suo punto di vista, l’aspetto più convincente di questo lavoro e, al rovescio, la fatica maggiore incontrata. «Pur essendo un gioco didattico, ha tutte le caratteristiche di un vero libro-gioco, come quelli che piacciono ai ragazzi e agli appassionati. Non è un esercizio mascherato». «Viceversa – prosegue Angiolino –, l’attenzione costante al minimo dettaglio storico ha richiesto un notevole impegno. Non poteva esserci spazio per le “licenze” che un autore di solito si prende. C’è stata un’estrema cura storica, grazie alla consulenza del responsabile scientifico, il professor Gadi Luzzatto Voghera, e degli altri professori, consulenti, guide turistiche, persino ornitologi – racconta sorridendo – che sono andato a disturbare per avere una lunga serie di informazioni attendibili sulla Firenze del 1464, anche in termini di dove si trova un albero, quali prodotti sono in vendita nelle botteghe, cosa canta un cantastorie…».
La sperimentazione su Non sono stati loro! è già in corso in alcune classi di scuola primaria, così come la formazione degli insegnanti. Ora si attende l’uscita della versione cartacea, già in lavorazione, e la traduzione nelle altre lingue del progetto, ovvero rumeno, spagnolo, francese.
Immagini: Alcune illustrazioni, di Alessandro Bacchetta, tratte dal libro-gioco Non sono stati loro!