22 Dicembre 2017

Il Guardasigilli chiede che neofascismo, negazionismo e crimini d’odio entrino nel programma della Scuola superiore della magistratura

Fonte:

Il Secolo XIX

Autore:

Alessandra Costante

Orlando ai magistrati: attenti al neofascismo

Il Guardasigilli chiede l’inserimento dei crimini d’odio nei programmi della formazione

Neofascismo, negazionismo e crimini d’odio fanno il loro ingresso nel programma della Scuola superiore della magistratura alla voce formazione continua. È stato il Guardasigilli Andrea Orlando a chiedere esplicitamente, nelle linee guida sulla formazione che annualmente vengono inviate al presidente del comitato direttivo, Gaetano Silvestri, che il contrasto ai crimini d’odio entrasse a far parte del programma della SSM, l’istituto che dal 1948 (con qualche variazione di assetto) si occupa della preparazione dei magistrati italiani. Da Ostia a Ceparana, dal boom di CasaPound all’incursione dei naziskin del Fronte veneto skinhead nella sede della onlus Como Senza Frontiere, dal blitz dei militanti (mascherati) di Forza Nuova sotto la sede di Repubblica e Espresso a Roma fino allo sfregio della svastica sulla porta della Cgil di Ceparana nello spezzino. È l’onda nera che cresce e che preoccupa il ministro della Giustizia perché, va ripetendo di intervista in intervista, «in qualche modo si è attenuata la capacità di reazione e di riprovazione sociale». Così si è visto in prima fila alla manifestazione voluta dal Pd, il suo partito, a Como ed è stato tra i promotori dell’iniziativa di solidarietà per la Cgil di Ceparana, anche se poi ha dovuto limitarsi ad un messaggio da Malta. Anche il lavoro della magistratura contro i crimini d’odio e in materia di negazionismo e neofascismo spesso non è stato così approfondito. E se in pubblico il ministro ha evitato qualsiasi commento che non fosse meno che politicamente corretto e istituzionale, quando ha messo mano alle linee guida indirizzate alla Scuola superiore della magistratura è stato lapidario: «E stata registrata negli ultimi tempi un’intensificazione degli episodi di antisemitismo, rispetto ai quali pare cogliersi un calo dell’attenzione tanto nel contesto sociale quanto nelle risposte giudiziarie, oscillanti e non sempre assistite da percorsi motivazionali compiutamente sviluppati: sembra quindi prevedere appositi momenti formativi dedicati all’approfondimento sul punto, da inquadrarsi nel più ampio ambito del contrasto ai crimini d’odio». Non è solo un richiamo a fare attenzione a ciò che si muove nel Paese e chela politica ha contribuito a sdoganare. È anche l’ordine preciso alla SSM di creare un «focus sulle indagini in materia di reati d’odio on line e sull’interazione della magistratura, forze dell’ordine e piattaforme informatiche» per rimuovere i contenuti dannosi, ma anche per ottenere un’efficace collaborazione per individuare gli autori dei reati. Mentre in Austria l’estrema destra della Fpö entra nel governo del giovanissimo Sebastian Kurz con tre ministeri pesanti (Interno, Esteri e Difesa), l’Italia cerca correre ai ripari prima che il processo di sdoganamento dei movimenti più radicali porti a conseguenze, anche elettorali, serie. È uno dei motivi che hanno spinto Orlando ad avviare una ricognizione per capire, prima della fine della legislatura, quali sono i problemi che fino ad oggi hanno legato le mani alla magistratura, se è una questione tecnica di mancanza di strumenti legislativi oppure, più semplicemente, se – per dirla con le parole del guardasigilli – «non viene valutata questa una priorità nell’esercizio dell’azione penale». La prima risposta, appunto, è il corso di formazione della SSM: quattro sessioni, due giorni e mezzo, dedicate a 90 magistrati per un ripasso sui fondamentali, dalla legge Scelba, che sanziona penalmente le condotte di carattere associativo e l’apologia del fascismo, alle leggi che sanzionano il negazionismo e i crimini d’odio. Che è un po’ come dire: le leggi ci sono, usatele.