Fonte:
la Repubblica edizione di Roma
Autore:
Federica Angeli
L’appello per Stormfront “Gli imputati istigavano alla violenza antisemita”
Nel giorno in cui in aula veniva celebrato il processo contro Militia, la Corte d’Appello di Roma ha depositato le motivazioni della sentenza nei confronti di altri quattro estremisti di destra, membri del sito neonazista Stormfront. Il verdetto è dello scorso febbraio e fu accolto con grande entusiasmo dalla Comunità ebraica romana, proprio perché la Corte confermò tutto l’impianto accusatorio della sentenza di primo grado, compreso il reato associativo, con un lieve sconto sulla pena inflitta ai quattro condannati. Un processo storico quello di primo grado e istruito dal pubblico mini-siero Luca Tescaroli che sancì il principio per cui il web «non è il luogo delle impunità ma è il luogo delle responsabilità». E per la prima volta un gruppo responsabile di aver commesso reati on-line è stato condannato per un reato associativo.
È inoppugnabile infatti, si legge nella motivazione con cui l’Appello ha confermato quanto sostenuto dai magistrati del primo grado di giudizio, che il comportamento di chi è stato condannato «era finalizzato alla commissione di più delitti di diffusione di idee (online e tramite volantinaggio ) fondate sulla superiorità della razza bianca, sull’odio razziale e di incitamento a commettere atti di discriminazione e di violenza per motivi razziali ed etnici».