Luogo:
Milano
Fonte:
Libero Milano
Autore:
Alessandro Aspesi
VENTI EURO UNA KEFIAH, LA BANDIERINA: «MA È PER GAZA»
II mercatino abusivo dei pro-Pal
Gadget pro-pal in vendita davanti al Politecnico nei pressi di un gazebo filo-palestinese gestito dai centri sociali. II tutto naturalmente in nero come ogni buon rivoluzionario prescriverebbe. E contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare nemmeno i prezzi sono per così dire “proletari”. Il listino infatti se non è da boutique poco ci manca. Una kefiah costa ben 20 euro, una spilla di latta 5 e una bandiera della Palestina 10. C’è poi il reparto pelletteria dove una borsetta costa addirittura 40 euro. «Sono tutte uniche ed originali» spiega un mediorientale sulla cinquantina d’anni «le ho fatte e rifinite personalmente a mano». E infatti non ce n’è una uguale all’altra.
UNA KEFIAH 20 EURO, LA BANDIERINA 10 EURO. «MA E TUTTO PER GAZA»
Le scritte sono diverse e si va dalla classica e ormai scontata “Free Gaza” fino all’intramontabile “Resistenza Sempre” passando da “Stop al genocidio”. C’è anche qualche frase in arabo. L’uomo, giacca militare tedesca ricoperta da bandiere palestinesi, ci mostra poi altri capi davvero singolari come un porta tabacco da 25 euro In piazza Leonardo il mercatino abusivo dei pro-Pal Presto ci saranno i vessilli da appendere all’albero di Natale.
Gli studenti: «Sfruttano una tragedia per vendere gadget» sempre in pelle e riccamente decorato dai soliti slogan. Ma la vera sorpresa deve ancora arrivare. Il mediorientale spiega infatti di avere avuto un’idea brillante. «Voglio vendere piccole bandiere palestinesi da appendere agli alberi di natale» racconta «le sto facendo fare e appena mi arrivano sono sicuro che ne venderò tantissime».
E di fronte a tanto ingegno non possiamo che chiedere al piccolo imprenditore come gli sia venuta l’idea di darsi al commercio. Lui risponde fiero di essere un comunista amico del popolo palestinese e che anche questo può essere un modo di combattere il nemico sionista. Gli facciamo notare che in ogni caso vendere oggetti ispirati ad una tragedia non è propriamente da “compagni”. Dopo un attimo di esitazione giura che tutti i ricavati verranno mandati a Gaza, ma solo quando finalmente si aprirà qualche valico di frontiera dal quale far passare il denaro. Intanto una ragazza arriva fumando e dopo avere messo mano al portafoglio compra una kefiah. Sembra molto soddisfatta del suo acquisto e le chiediamo perché. Ci risponde che l’ha vista addosso alla sua migliore amica. «Le donava e ormai sono di moda» spiega.
Quando però le domandiamo il significato di quel copricapo silenzio assoluto, non sa dare nessuna spiegazione. Molto più informata invece una sua coetanea che per 20 euro acquista una sciarpa fatta a maglia con i colori della Palestina. «In questo modo sento di dare il mio contributo alla causa» spiega orgogliosa «la gente non deve mai dimenticare quello che sta succedendo e se serve un indumento per ricordarlo va bene lo stesso». Una sua amica racconta invece di avere acquistato proprio qui una kefiah la settimana scorsa. La ragazza spiega che «quel particolare indumento mi riporta alla mente la militante Leila Khaled», controversa eroina palestinese anni ’70 famosa per avere partecipato al dirottamento di un volo di linea statunitense. Non tutti apprezzano la presenza del mercatino filo-palestinese in piazza Leonardo da Vinci, proprio davanti a uno degli atenei più famosi al mondo.
«Dopo le manifestazioni pro-pal e le occupazioni pro-pal non poteva mancare anche il mercatino pro-pal» ride uno studente di architettura spiegando di trovare «una squallida speculazione» vendere gadgets sfruttando una tragedia reale come quella che si sta vivendo a Gaza. Dello stesso avviso un’anziana che abita in zona. «Vorrei sapere a quale titolo occupano quello spazio nella piazza» si chiede la donna «adesso che poi si mettono anche a mercanteggiare mi sembra proprio il caso di restituire quello spazio agli studenti». Dello stesso avviso un altro residente. «Sono arrivati con il loro gazebo a ottobre 2023 e nessuno gli ha ancora cacciati» spiega l’uomo, «se mi mettessi io a vendere abusivamente li in piazza scommetto che nel giro di 5 minuti mi avrebbero già multato».
La merce esposta sulle bancarelle del mercatino pro Gaza di piazza Leonardo da Vinci, di fronte al Politecnico di Milano
Photo credits: Libero Milano