Fonte:
Corriere della Sera
Autore:
Alessia restelli
Segre, insulti sui social
Il pm di Milano indaga per odio razziale
Le minacce dopo il vaccino
«Preferisco parlare di chi ama, non di chi odia». Reagisce con la consueta saggezza Liliana Segre, senatrice a vita, sopravvissuta alla Shoah, rispetto ai vergognosi attacchi social (che riteniamo di non citare) sotto l’immagine di lei che si vaccina all’ospedale Fatebenefratelli di Milano. Insulti, minacce, messaggi in cui le si augura di morire, che hanno indotto il pm Alberto Nobili, capo del pool antiterrorismo della Procura milanese, ad aprire un fascicolo per l’ipotesi di reato di minacce aggravate dalla discriminazione e dall’odio razziale. «Amo parlare dei giovani, dell’impegno degli insegnanti — dice la senatrice —, non degli odiatori. Ho promosso una Commissione contro l’odio, è la mia risposta». Parte dei nuovi attacchi sono arrivati da no-vax. «Mi sono sempre vaccinata, è normale con il Covid cercare di curarsi — nota Liliana Segre — ma ognuno è libero di pensare do che vuole, non odio chi la vede diversamente. Cerchiamo sempre la normalità, che è una bella cosa». Al telefono fa anche una battuta: «Ho go anni e sono scaramantica, magari mi allungano la vita». Non è la prima volta che l’odio online colpisce la senatrice. Nel 20rg fu avviato un altro fascicolo milanese e il 6 novembre di quell’anno le fu Le minacce dopo il vaccino Segre, insulti sui social Il pm di Milano indaga per odio razziale assegnata la scorta. Su quel fascicolo il lavoro degli investigatori prosegue, anche se l’identificazione degli odiatori risulta difficile. Per quanto riguarda il nuovo fascicolo, bisognerà attendere la prima informativa della Polizia postale, che sta indagando. Ma sembra più concreta la possibilità di identificare i responsabili. Procedura semplificata dal fatto che qualcuno, dai primi accertamenti, avrebbe usato l’identità reale, mentre per chi si è nascosto dietro un nome falso servirà che collaborino le piattaforme social. Finora però queste lo hanno fatto, e neppure sempre, solo nei casi di terrorismo e pedofilia. Su Facebook ieri sono spuntate scuse da uno dei profili da cui era partito uno degli insulti. E numerosi utenti le hanno subito definite tardive e strumentali. Grande la solidarietà per la senatrice. Tra chi la esprime, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, citando l’impegno della Polizia postale. Spesso Liliana Segre ha ricordato come sia facile passare dalle parole ai fatti. Ieri si è saputo di una scioccante scritta «Forza Hitler» apparsa sabato sull’auto di una docente d’origine ebraica a Rosate (Milano), di cui è cittadina onoraria proprio Liliana Segre.