Fonte:
www.mosaico-cem.it
Il Ministro Valditara in visita alla Scuola della Comunità ebraica di Milano. “Un attacco infame, stesso metodo dei nazisti”
“Ci tenevo a esser qui con voi a condividere la solidarietà e questo momento di grande dolore che ci ha coinvolto tutti. Dobbiamo però reagire, tutti uniti, perché queste cose non possono più ripetersi. Dobbiamo pensare a una strategia complessiva che sradichi l’odio e l’antisemitismo nella società e nel mondo”. Così il Ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara ha salutato i rappresentanti della Comunità ebraica di Milano lunedì 9 ottobre in occasione di una visita alla scuola ebraica della Comunità, per esprimere la propria solidarietà e quella del governo per ciò che sta accadendo in Israele.
A riceverlo il vice presidente della comunità Ilan Boni, l’Assessore comunitario e vicepresidente Ucei Milo Hasbani, il segretario generale Alfonso Sassun, l’assessore alle scuole Dalia Gubbay e il dirigente scolastico Marco Camerini. Durante l’incontro ha chiamato da Tel Aviv il presidente Walker Meghnagi.
Ringraziando il Ministro, Ilan Boni ha ricordato la drammaticità di quello che sta accadendo, “civili inermi che vengono uccisi e portati vi. Per questo di cuore ringrazio il Ministro: sentire la vicinanza del governo e anche dei media finalmente ci fa sentire un po’ meno soli”.
L’assessore comunitario e vicepresidente Ucei Milo Hasbani ha ricordato l’immagine girata sui social di un bambino israeliano rapito e sbeffeggiato dai suoi coetanei a Gaza. “Insegnare l’odio ai bambini è terribile. Ringrazio tutto il governo per il sostegno”.
“Quello a cui stiamo assistendo non è una guerra ma è un pogrom – ha dichiarato il rabbino capo di Milano Rav Alfonso Arbib -. Quello che a cui abbiamo assistito è il modello classico del pogrom, andare alla ricerca di ebrei per ammazzarli. Dico ebrei, non israeliani intenzionalmente: in un bambino israeliano viene chiamato ‘yehud’, ebreo. Quando si parla di conflitto israelo-palestinese credo che non si colga un elemento importante: c’è un insegnamento dell’odio verso l’ebreo che va avanti da secoli e millenni e di cui questa è una delle espressioni e va molto al di là del conflitto. E che ancora oggi non si superi lo schema del pogrom è allucinante”.
Durante l’evento ha chiamato il presidente della comunità Walker Meghnagi da Tel Aviv. “Lo Stato italiano è il migliore in assoluto in Europa come sicurezza per noi ebrei -ha dichiarato al Ministro il presidente della comunità ebraica di Milano -. Per questo ringrazio il governo di cuore da parte di tutta la comunità”.
La parola è poi passata al Ministro Valdiatara. “ Ci sono due sentimenti che caratterizzano la mia presenza qui: un sentimento di dolore lancinante per tutto quello che è successo e uno di piacere per poter condividere con voi la solidarietà, mia personale e del Governo. Mi fa piacere esser qua, proprio in una scuola, perché dalla scuola deve partire la cultura del rispetto, la cultura della centralità e della bellezza, della sublimità della persona umana. Lo diceva Fritz Schulz, grande romanista e giurista di religione ebraica, costretto dalle leggi razziali a fuggire in America e fu uno degli estensori della Carta dell’ONU.
Schulz diceva l’umanesimo, il concetto di umano, unico nel mondo romano, per quell’epoca, che sottolineava la dignità della persona umana. Questo attacco infame, brutale, vigliacco mi ha richiamato gli stessi metodi nazisti. È stato richiamato tutto quello che ha infamato una certa parte di storia del nostro continente. Questo odio feroce non colpisce i militari, non fa parte della guerra tradizionale, è proprio un odio quasi razziale, religioso. Un odio disumano, che richiama le esperienze dei peggiori totalitarismi che hanno sanguinato il nostro universo. Noi dobbiamo reagire, innanzitutto nel nostro piccolo sottolineando sempre la centralità della persona, partendo dalla scuola, rovesciando quell’impostazione che negli Stati totalitari mette al centro lo Stato. Combattendo in modo più deciso l’antisemitismo, di quanto non si sia fatto oggi, perché l’antisemitismo non lo si combatte solo rievocando i fatti del passato. La memoria deve servirci ad andare oltre, perché se noi ci limitiamo solo a ricordare i fatti del passato commettiamo l’errore che l’antisemitismo sia confinato al nazismo, al fascismo e poi sia finito lì.
L’antisemitismo viene da molto prima e prosegue. Antisemitismo è anche il fatto che molti ebrei a Stoccolma, come a Parigi, oggi siano costretti a fuggire, ad andare in Israele perché hanno paura. Il fatto che in Europa, dopo tutto quello che abbiamo vissuto, dopo quello che abbiamo studiato, si abbia ancora paura di girare liberamente per le strade di Parigi, è una cosa che mi indigna. Se non siamo tutti consapevoli che l’antisemitismo ha tante forme, rischiamo di non aver imparato la lezione dell’Olocausto, che significa metter in primo luogo la persona”.
Rispondendo poi alla domanda di una giornalista di Mosaico-Bet Magazine, che ha comunicato al Ministro che proprio oggi è stato pubblicato sul sito Mosaico un articolo su alcuni collettivi scolastici di licei milanesi che gioiscono per gli attentati in Israele e inneggiano a Hamas, Valditara ha risposto: “Se è vero che alcuni collettivi scolastici hanno inneggiato ad Hamas alla morte dei ragazzi israeliani, vanno perseguiti dalla legge. Farò partire immediatamente nostre ispezioni nelle scuole coinvolte, chiedendo alla Procura di promuovere un’azione penale per odio razziale. L’azione di Hamas è infame, queste persone devono essere perseguite dalla Procura della Repubblica e spero finiscano in prigione, sono di mentalità nazista, personaggi che devono essere isolati e condannati senza se e senza ma».
Durante la visita il Ministro ha dialogato con l’assessore alle scuole Dalia Gubbay e il dirigente scolastico Marco Camerini, e ha visitato alcune classi dei vari ordini e il giardino, dove ha potuto vedere la sukkà che ha accolto centinaia di persone: il Ministro ha dunque espresso la propria indignazione per il fatto che i terroristi abbiano colpito proprio durante la festa solenne e giorni di grande gioia.