Fonte:
Libero
Autore:
Tommaso Montesano
“Preghiera del Corano alla Statale: c’era anche la Parodi”
«Oh voi che credete, rifugiatevi nella pazienza e nell’orazione, il vero Allah è con coloro che perseverano (…).
Vi metteremo alla prova con terrore, fame e diminuzione dei beni delle persone e dei raccolti. Ebbene, dai la buona novella a coloro che perseverano».
È questo il passo del Corano che ha fatto da sfondo, in un’aula dell’università Statale di Milano, alla presentazione del libro della scrittrice Cecilia Parodi, protagonista dell’invettiva antisemita dai suoi profili social nella quale ha auspicato di vedere appesi in piazza «tutti» gli ebrei e gli israeliani. Nei trascorsi di Parodi, che nei giorni scorsi è stata querelata dal console onorario di Israele, Marco Carrai, c’è anche la presenza nell’ateneo milanese. Una presenza, era il 20 gennaio scorso, finalizzata alla presentazione del suo libro, Bahar Gaza, il mare di Gaza. Organizzatori: gli studenti di Unisì, Uniti a sinistra. All’appuntamento parteciparono anche Daniele Garofalo, ricercatore e analista di terrorismo e gruppi armati, Ibrahim Youssef, laureato in scienze politiche e studioso della questione palestinese, lo scrittore Moni Ovadia e Leila, un’attivista palestinese. A colpire, tuttavia, in quell’occasione fu cosa avvenne una volta concluso il dibattito. Il filmato è ancora reperibile: sul tavolo dei relatori, coperto dalla bandiera palestinese, qualcuno recita la preghiera, leggendo un brano del libro sacro dell’islam.
Una circostanza che all’epoca dei fatti spinse il parlamentare della Lega Rossano Sasso a rivolgere un’interrogazione a risposta scritta al ministro dell’università e della ricerca, Anna Maria Bernini. Era il 13 febbraio e Sasso denunciava come nella locandina dell’evento universitario non si facesse «menzione» della lettura-preghiera. Altro che presentazione di un libro: si era in presenza «di una iniziativa politica sulla guerra, coronata dalla condivisione di una preghiera islamica del Corano».
Esponendo e caldeggiando «le posizioni di una delle due fazioni oggi purtroppo apertamente in lotta fra loro in Medio Oriente». Da qui la richiesta al ministro di conoscere quali iniziative fossero in cantiere per «assicurare» un libero confronto in tutte le università del Paese. Interrogazione alla quale, a ieri, il ministro dell’università e della ricerca (FI) non ha ancora dato seguito.
Parodi è stata protagonista di altre due comparsate pubbliche che stanno mettendo in imbarazzo l’opposizione a causa delle invettive antisemite della donna: la prima il 15 febbraio scorso, ospite dei Giovani democratici in un convegno su «colonialismo e apartheid in Palestina» (nella locandina c’era il simbolo della sigla giovanile dem, ha ricordato ieri il capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, Lucio Malan, in commissione Segre); la seconda il 30 giugno nell’ambito di un evento sempre su Gaza – organizzato con il supporto del Comune di Roma.