Fonte:
Moked.it
“Università di Torino, troppi silenzi
contro le iniziative di odio”
Una nuova iniziativa di odio antiebraico e antiisraeliano, promosse da alcuni gruppi studenteschi sotto il delirante titolo “Ebrei italiani, fascismo e sionismo”, è stata annunciata nei locali dell’Università di Torino.
“Abbiamo seguito con attenzione tutte le manifestazioni promosse nel e dal Vostro Ateneo a vario livello e con immenso rammarico prendiamo atto di una preoccupante e crescente frequenza ad ospitare incontri che hanno come unico comune denominatore la strumentalizzazione, l’odio, la denigrazione e la distorsione” scrive la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni in un messaggio inviato al Magnifico Rettore Gianmaria Ajani e per conoscenza a Marco Bussetti, Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca; Gaetano Manfredi, Presidente CRUI; Renato Saccone, Prefetto della Provincia di Torino; Franco Messina, Questore di Torino, Sergio Scamuzzi, Vice Rettore dell’Università di Torino; Franca Roncarolo, Direttore Dipartimento Culture Politiche e Società; Dario Disegni, Presidente Comunità ebraica di Torino; Carlotta Jarach, Presidente UGEI.
Illustre Professor Ajani,
sono passati alcuni mesi dal nostro incontro presso l’Università, assiema al Presidente della Comunità ebraica di Torino, la Presidente dell’Unione giovani ebrei italiani e al prof. David Meghnagi, assessore alla Cultura in UCEI.
Abbiamo seguito con attenzione tutte le manifestazioni promosse nel e dal Vostro Ateneo a vario livello e con immenso rammarico prendiamo atto di una preoccupante e crescente frequenza ad ospitare incontri che hanno come unico comune denominatore la strumentalizzazione, l’odio, la denigrazione e la distorsione.
Il dizionario italiano, gli inglesismi della nostra società digitale e le espressioni da leggere nei nostri occhi, forse potrebbero offrire altri temi per rappresentare il nostro senso di profonda disperazione dinanzi all’inerzia e al silenzio. Le leggi e i codici poco rimedio offrono in questo momento.
Ci eravamo proposti di ragionare insieme su una serie di criteri per accreditare gli eventi e che potevano riguardare: la concessione delle aule e degli altri spazi universitari, la concessione del patrocinio, la promozione dell’evento da parte del Dipartimento, la partecipazione del corpo docente e del rango rappresentativo e dirigente, l’accreditamento di gruppi universitari.
Abbiamo menzionato l’importanza per un Ateneo nello svolgere una funzione educativa che non si fermi a quella didattica formale ma che includa altre forme di trasmissione e condivisione di esperienze culturali, di sapere e di conoscenze. Avevamo altresì condiviso di promuovere insieme, o in collaborazione con l’UCEI, un convegno-evento sui 70 anni dello Stato di Israele e di ragionare assieme su come impostarne il programma, proprio per offrire una serie di approfondimenti, riflessioni e analisi che consentissero ai giovani studenti di acquisire strumenti e conoscenza attenta e condivisa con varie voci. Ma alla sottoscritta non era stato rappresentato che l’Università di Torino avesse di fatto scelto di divenire polo di radicalizzazione e fomentazione di odio antiebraico in tutte le sue forme.
Magnifico Rettore, con il Vostro permissivismo verso alcune associazioni e ancor più con il Vostro assordante silenzio, avete favorito l’affermarsi di queste realtà che trovano nel Vostro ateneo legittimazione e sostegno. Avete consentito che una sede così importante e prestigiosa per la storia dell’Italia tutta, per l’emancipazione del nostro popolo e per l’innovazione divenisse un luogo impregnato da oscurantismo medievale. Cosa insegniamo ai nostri ragazzi? Come assolviamo al nostro dovere di illuminare le menti? Come spieghiamo che la libertà di espressione non equivale alla libertà di esprimere ogni distorsione di storia e verità? Come affronteremo la radicalizzazione e gli estremismi che attraversano il Paese e l’Europa tutta se questa è la delegittimazione delle istituzioni che rappresentano l’ebraismo italiano avallata e ben accolta dal Vostro ateneo? E se così non fosse come mai prosegue la diffusione di locandine di ogni genere, affisse materialmente e nella rete ovunque, da soggetti ben consapevoli cui non importa quanti saranno presenti all’evento ma la rapida e dilagante delegittimazione, mentre da parte Vostra non si legge alcun No, alcun Basta, alcun invito a chi invece desidera il confronto sincero e degno di svolgersi in una sede accademica?
Allego solo l’ultimo dei materiali in circolazione e spero di poter leggere nelle prossime ore un Suo accorato appello affinché tutto questo cessi, così come lo auspico da tutte le Autorità che mi leggono per conoscenza e alle quali faccio un ulteriore e disperato appello alla salvaguardia della legalità più vera, alla tutela del nostro domani, alla pronuncia di ogni No che possa in questo momento interrompere il dilagare di odio e razzismo.
Stiamo altresì vagliando ogni possibile profilo relativo ad offese di rilievo penale e sanzionatorio, ma qui preoccupa rappresentare l’impatto di una costante e persistente azione diseducativa che, trovando accoglienza proprio tra le mura delle istituzioni universitarie, rischia ogni giorno di far crollare gli argini.
In attesa di un Suo sollecito riscontro invio il più rispettoso saluto.
Noemi Di Segni, Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
Il rettore Ajani ha risposto al messaggio sottolineando che, in assenza di una richiesta da parte degli organizzatori dell’iniziativa, “non è stato autorizzato lo svolgimento dell’evento, né la concessione dello spazio, che verrà interdetto”.