Fonte:
Comunità Religiosa Islamica Italiana – COREIS
Autore:
Comunità Religiosa Islamica Italiana – COREIS
Presidente Noemi Di Segni,
Presidente Victor Fadlun,
carissimi fratelli e sorelle della comunità ebraica di Roma,
autorità e cittadini tutti.
shalom, salam, pace.
Non è un augurio convenzionale e la mia presenza qui alla vostra manifestazione neppure. Da sempre, la COREIS, la Comunità Religiosa Islamica Italiana, insieme all’UCEI e alle comunità ebraiche di Roma e di tutta Italia, in Europa e in Israele, promuove la lotta contro l’antisemitismo e contro il terrorismo.
Insieme al nobile presidente emerito dell’UCEI Renzo Gattegna (pace all’anima sua), l’imam Yahya Pallavicini, è stato relatore musulmano europeo a Tel Aviv nel 2018 al forum internazionale contro l’antisemitismo moderato dal rabbino Michael Melchior. Allo stesso modo, a novembre nella sinagoga di Milano ho avuto l’onere di esprimere al rabbino Alfonso Arbib la solidarietà dei musulmani delle nostre moschee ai familiari vittime della barbarie di Hamas due mesi fa e fin dalla sua costituzione nel 1987.
Noi vogliamo ribadire oggi la nostra opposizione all’antisemitismo e al terrorismo soprattutto quando ad attaccare credenti e famiglie ebree in Italia e nel resto del mondo sono alcuni individui che rivendicano di poterlo fare in nome di una loro presunta interpretazione e appartenenza ad un’altra forma religiosa. Non ci si può mai definire veramente musulmani o cristiani o buddhisti o indù e pretendere la legittimità di odiare, usare violenza e vietare i diritti fondamentali agli ebrei, usando la differenza religiosa come scudo per negare ad altri la pienezza della vita e della dignità di essere e praticare i precetti della propria religione.
Chi fa questo, abusando del nome di dio o di una religione, non è un onesto religioso ma è un criminale colpevole di sindacare e manipolare la vita altrui e colpevole di mistificare la sua stessa identità confessionale e provocare discredito e confusione.
Questo lo diciamo anche a coloro che, tra i politici ipocriti e tra i credenti ambigui, hanno scelto di non essere presenti a questa manifestazione solo perché si inventano la scusa dell’equidistanza, coloro che speculano sui parallelismi, coloro che confondono vittime e carnefici, ostaggi e prigionieri, militari e guerriglieri o che hanno il complesso di colpa dei due pesi e delle due misure o che perdono tempo a fare statistiche comparative per giudicare il peso dei morti o dare il premio alla peggiore atrocità subita. Noi siamo qui, e ringraziamo l’UCEI e la Comunità Ebraica di Roma, perché ribadiamo che ebrei e musulmani non hanno nulla da condividere con l’antisemitismo e il terrorismo ma lottiamo insieme per non diventare oggetto di discriminazione e di violenza e per essere pienamente riconosciuti come cittadini e come autentici fratelli e sorelle tra i credenti nel Dio Unico di Abramo in Italia.
Chiediamo alle autorità locali e nazionali e ai rappresentanti dei media di coinvolgere i leader religiosi ebrei e musulmani e collaborare con loro per evitare che dilaghi la polarizzazione dell’odio, perché siamo certi che solo le parole di saggezza delle nostre guide religiose possano e debbano, oggi più che mai, guidare le nostre azioni attraverso le tenebre e oltre il caos. Grazie, ancora shalom