11 Dicembre 2024

Massimo Giuliani interviene sul Gesù pro pal

Fonte:

moked.it

Autore:

Massimo Giuliani

Rimosso il Gesù con kefiah
Giuliani: Iniziativa era contraria a studi sul tema

Il discusso bambin Gesù avvolto dalla kefiah, al centro in questi giorni di molte polemiche, è stato rimosso dal presepe in Vaticano. Lo ha confermato a Pagine Ebraiche una fonte vicina alle questioni vaticane. Un punto e a capo, forse, su una vicenda che ha suscitato reazioni di sconcerto e inquietudine nel mondo ebraico. Massimo Giuliani, docente di Pensiero ebraico e direttore della rivista quadrimestrale per il dialogo ebraico-cristiano Avinu, di cui è appena andato in stampa il terzo numero con tema portante la figura di Etty Hillesum, condivide l’allarme veicolato anche attraverso questo notiziario da esponenti del mondo religioso, accademico e dell’associazionismo. «Serve maggiore consapevolezza in ambito cristiano sui pericoli dell’uso religioso di simboli politici, perché di questo parliamo quando parliamo della kefiah», dichiara lo studioso. In quest’ottica, «piegare la religione a una parte politica non favorisce il dialogo e neanche la causa che si pretende di rappresentare». L’iniziativa del Vaticano, aggiunge, si pone tra l’altro «in controtendenza rispetto allo sviluppo di studi in atto sulla collocazione di Gesù nel contesto ebraico: studi sempre più numerosi e articolati, a un alto livello scientifico e accademico». La de-ebraicizzazione di Gesù è paragonata da Giuliani «alla “arianizzazione” dello stesso che fu avviata sotto il nazismo, con alcuni biblisti tedeschi criminalizzati dal regime perché ricordavano l’ovvio: cioè che Gesù fosse ebreo». Per secoli la cristianità ha dimenticato questo fatto, insiste Giuliani, «ed è doppiamente paradossale che la “palestinizzazione” di Gesù sia stata promossa attraverso un simbolo come il presepe, che si dice inventato da Francesco d’Assisi proprio per ricordarne le origini». C’è chi sostiene che Francesco stesso avesse una radice ebraica. «Da un punto di vista storico questo non sarà forse mai provabile, tuttavia nei suoi scritti dimostra vicinanza e sensibilità».