Fonte:
Il Messaggero edizione di Roma
Autore:
Luca Lippera – Paola Vuolo
«Non comprate dagli ebrei», choc a Roma
L’ALLARME
Roma «Boicotta Israele!». Firmato: «Vita est militia». Mentre la guerra continua a insanguinare Gaza, una cinquantina di manifesti che invitano a non fare acquisti nei negozi ebraici sono apparsi ieri mattina nelle zone di viale Libia e di Talenti. I maxi volantini – di questo si tratta – non contengono soltanto affermazioni contro la politica di Tel Aviv («Contribuisci a fermare il massacro del popolo palestinese!») ma forniscono al lettore un dettagliato elenco di commercianti ebraici additati come possibili bersagli del boicottaggio. «Comprando da questi infami – si legge nel testo – contribuiresti a uccidere altre migliaia di persone».
LO SDEGNO
L’ennesimo rigurgito di antisemitismo si è materializzato ieri mattina nelle strade più commerciali di Roma nord, tra cui anche via Ugo Ojetti, a Talenti. Il sindaco, Ignazio Marino, ha parlato di «un inaccettabile schiaffo ai valori della città», ha evocato «le liste di proscrizione antiebraiche del nazifascismo» e ha aggiunto che «la Capitale d’Italia si schiera a fianco dei commercianti presi di mira». Alcune squadre dell’Ama, la municipalizzata che si occupa della pulizia delle strade e dei rifiuti, hanno rimosso dai muri quasi tutti i manifesti durante la mattinata. «Gli autori di questi atti – ha aggiunto il Campidoglio – devono essere identificati, arrestati e severamente condannati».
LE INDAGINI
Le indagini sulla vicenda sono affidate alla Digos. «Vita est militia», firmatario dei manifesti, è un gruppo che gravita nella galassia dell’estrema destra. Scritte antisemite erano apparse in tutta la città nella notte tra il 27 e il 28 luglio scorsi, mentre in Palestina già infuriava lo scontro tra le milizie di Hamas e l’esercito di Israele. Gli investigatori, pur non potendo escludere nulla, non vedono «un collegamento diretto» tra l’episodio di due settimane fa (sono sotto inchiesta tre esponenti della destra romana) e quello di ieri mattina. Le frasi, allora, avevano una precisa connotazione ideologica: «Ogni palestinese è come un camerata: stesso nemico, stessa barricata». Questa volta invece c’è l’intento, diretto, di innescare un boicottaggio contro tutto il mondo del commercio ebraico a Roma procurandogli un danno economico.
LE “ISTRUZIONI”
I manifesti citavano, appunto, i nomi delle ditte e delle famiglie che gestiscono in giro per Roma centinaia di rivendite. «Non comprare dagli ebrei!», era l’invito contenuto nei maxi-volantini. «Ogni attività, fabbrica e azienda di proprietà ebraica – era la tesi propagandata nel testo – destina una percentuale del fatturato a Israele per rifornirla di armamenti e continuare a uccidere (il riferimento è ovviamente ai palestinesi, ndr)». L’elenco dei negozi da boicottare apparso a viale Libia e dintorni era suddiviso in settori commerciali: abbigliamento, ristorazione, macellerie, alberghi e pensioni. Ultimo avvertimento degli autori: «Naturalmente non bisogna dimenticare che ogni oggetto con un certo codice a barre è di provenienza israeliana: boicotta!».
LA VIGNETTA
I manifesti poi tolti dal Comune avevano un allestimento piuttosto artigianale. Sotto la scritta principale con l’invito al boicottaggio, c’era una vignetta: un giovane porta sulla fronte una fascia con la scritta «Free Palestine» (Palestina libera), ma due mani – una con la stella di Davide sul polsino, l’altra con la bandiera degli Stati Uniti – gli tappano la bocca con un cerotto che dice «Antisemitismo». Secondo gli investigatori, il contenuto dei volantini, al di là della rozzezza della confezione, «denota un programma preciso, cioè un boicottaggio commerciale, pur non facendo esplicita menzione ai tanti slogan a sfondo razziale che si sentono da anni». Gli uomini della Digos ieri hanno sentito alcuni esponenti di gruppi di estrema destra, sebbene «attribuire la reale paternità di certe iniziative sia sempre un fatto complesso». In viale Libia e in via Ojetti, a Talenti, ci sono diverse telecamere di sicurezza. La polizia acquisirà i filmati perché gli attacchini, che hanno agito nella notte tra venerdì e ieri, potrebbero essere stati ripresi mentre erano in azione.