Fonte:
L'Unità - Focus on Israel
Autore:
Fabrizio Rondolino
M5S a lezione da Hezbollah: “Gli attentati? Colpa dell’Occidente”
Ora che si considera a tutti gli effetti una forza di governo, il Movimento 5 stelle ha deciso di occuparsi con sempre maggior frequenza anche di politica estera. Quale migliore occasione per schiarirsi le idee di un convegno organizzato dagli amici di Hezbollah contro “la guerra imperialista a guida statunitense alla Siria” e “il regime di apartheid israeliano”?
Luca Frusone, deputato grillino membro della commissione Difesa e dell’Assemblea parlamentare della Nato, sabato scorso a Roma era tra i relatori di un convegno che gli “Amici del Libano in Italia” hanno convocato per discutere di “Medio Oriente tra resistenza alla guerra imperialista, caos e migrazioni”. Seduto al banco della presidenza ha ascoltato la relazione introduttiva e alcuni interventi, dopodiché ha preso la parola per denunciare l’“ipocrisia” dell’Italia che “parla di diritti ma poi tace davanti alla questione palestinese”, indicata come “la questione fondamentale” da cui tutti i problemi del Medio Oriente discendono.
“Un intervento occidentale per destabilizzare paesi come l’Iraq e l’Afghanistan – ha spiegato – produce uragani come quello di Parigi del mese scorso”: gli attentati dell’Isis sono dunque colpa dell’Occidente.
La geopolitica grillina colloca fra i buoni la Siria di Assad, Putin (“Le sanzioni sono contro i nostri interessi”) e addirittura l’Iran, che potrebbe “trasformarsi in un grande giocatore” se, vincendo “il timore di scontentare Israele”, l’Italia revocasse le sanzioni; fra i cattivi ci sono invece, oltre naturalmente a Israele, gli Stati Uniti e la Nato, che insieme costituiscono il “giogo esterno che attanaglia l’Italia” togliendole ogni sovranità in politica estera.
Anziché impegnarsi contro Assad (“Per l’ennesima volta l’Occidente vuole destabilizzare un paese arabo per pretese economiche”), l’Italia “dovrebbe farsi gli affari suoi e riconoscere lo Stato di Palestina”.
Per capire l’umore del convegno, cui hanno partecipato oltre al deputato grillino anche un parlamentare libanese di Hezbollah, Nawar el-Sahili, e Ali al-Aswad, ex deputato del Bahrain del partito sciita Al-Wefaq, basta scorrere le “dichiarazioni finali” che si aprono con “il sostegno alla lotta per l’autodeterminazione del popolo palestinese contro il colonialismo di insediamento sionista nella Palestina storica e la giudeizzazione di Gerusalemme” e proseguono con la “condanna del terrorismo dell’Isis, prodotto dall’imperialismo statunitense ed europeo”, “la ferma solidarietà con il popolo siriano e con il suo legittimo governo contro i piani di frammentazione sponsorizzati dagli statunitensi, dai sionisti e dai loro lacché, i paesi dei petrodollari”, la richiesta di una “immediata fine della brutale aggressione saudita allo Yemen” (dove gli sciiti Huthi hanno organizzano l’anno scorso un colpo di Stato), nonché “il sostegno alle forze di resistenza che combattono il sionismo e i terroristi dell’Isis in Libano, Siria ed Iraq” (come se Israele e Isis fossero la stessa cosa).
L’intolleranza contro Israele è in effetti il contrassegno più vistoso del convegno fra i cui relatori c’era il grillino Frusone. Nella relazione introduttiva Assi Hassane, presidente dell’associazione “Amici del Libano”, ha sostenuto l’esistenza di un piano israeliano per “balcanizzare” il Medio Oriente così che Tel Aviv possa emergere come la più grande forza dell’area.
La Siria, ha proseguito, è “l’ultimo baluardo contro l’entità sionista” e “i suoi missili difendono il popolo palestinese dall’attacco sionista”. Sameer el-Abdaly, sottosegretario nel governo sciita di Sana’a, ha inviato un messaggio, accolto dall’applauso dei convegnisti, che “nel nome di Allah il Clemente e il Misericordioso” invita a “liberare Gerusalemme dall’occupazione israeliana razzista”.
Bassam Saleh, segretario di Fatah in Italia (il partito di Abu Mazen), ha indicato nel “sionismo il vero problema del Medio Oriente”, aggiungendo che “l’imperialismo americano, così come ha utilizzato Al-Qaeda, ora sta utilizzando l’Isis”, mentre Shokri Hroub, responsabile dell’Unione Democratica Arabo Palestinese in Italia, vicina al Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Canada, Stati Uniti e Unione Europea lo considerano ufficialmente un’organizzazione terroristica) ha ringraziato Hezbollah, “l’unico partito del Libano che rispetta i nostri martiri”, sostenendo che “i kamikaze telecomandati a Parigi” sono parte di “un disegno per frantumare il movimento panarabo”, impegnato per “decolonizzare la Palestina” e “liberarla dall’apartheid”.
Siamo un paese libero e dunque è legittimo che si tenga un convegno del genere (anche se non siamo certi che tutti gli invitati e i partecipanti fossero semplici e disinteressati studiosi di politica internazionale), così come il Movimento 5 stelle è libero di mandarvi un relatore ufficiale e di farsi dare la linea da Hezbollah: l’importante è saperlo.
Soltanto Israele, in quella disgraziata parte del mondo, è una democrazia liberale paragonabile alle nostre: che sia l’oggetto principale dell’odio dei convegnisti la dice lunga anche sulla visione del mondo e sul tasso di tolleranza dei nostri grillini.
Nell’immagine in alto: Luca Frusone (ultimo a destra), deputato del Movimento Cinque Stelle nonchè membro della commissione Difesa e dell’Assemblea parlamentare della Nato, al tavolo dei relatori sabato 12 Dicembre 2015 a Roma durante il convegno organizzato dalla associazione “Amici del Libano in Italia” con tema “Medio Oriente tra resistenza alla guerra imperialista, caos e migrazioni”