Fonte:
Corriere della Sera
Autore:
Alessia Rastelli
L’intervista a Liliana Segre.
“Se me la propongono, sono dell’idea di dire sì. Sono stata in dubbio e certo il calendario degli anni non va indietro. Ma io credo in questa Commissione, dunque spero di reggere”. Liliana Segre, in una grande intervista con il Corriere, apre alla possibilità di guidare la Commissione contro l’odio da lei proposta e approvata in Senato. Il colloquio, pubblicato poche ore dopo la visita al Memoriale della Shoah milanese assieme al premier Giuseppe Conte, tocca molti temi. Dalle minacce ricevute sul web alla scorta assegnatale, dall’astensione del centrodestra nell’aula di Palazzo Madama alle cittadinanze onorarie che molte amministrazioni vorrebbero assegnarle (domenica, durante la cerimonia di conferimento del premio del Centro Primo Levi, riceverà quella di Genova). Commenta la senatrice a vita: “Sono esausta. Troppa esposizione, troppo odio, troppe polemiche, troppa popolarità, troppo tutto. Alla mia età mi trovo a condurre un’esistenza che non avrei mai immaginato”. Sottolinea inoltre Segre: “Facendo leva sul numero dei messaggi, ‘200 al giorno’, scaturito da un’inesattezza giornalistica, si è scatenata una campagna negazionista in cul non solo veniva contestato quel numero, ma l’esistenza stessa delle espressioni di odio. Scopo: far passare tutti per visionari o speculatori”. I messaggi non solo esistono, spiega Segre, “ma sono una valanga”. (da Bokertov)