Fonte:
moked.it
INFORMAZIONE – Report demonizza Israele, l’Ucei protesta
Un paese che si nutre di guerra e che trae giovamento anche economico da essa. Un paese che non distingue tra civili e terroristi, colpendo gli uni e gli altri indistintamente. Un paese con intenzioni genocidiarie. Un paese laboratorio politico per l’estrema destra internazionale.
È l’immagine di Israele restituita dal programma Rai Report, in un lungo approfondimento che ha fatto discutere per giorni ancora prima della sua messa in onda. Oltre un’ora di cliché e sensazionalismi a tema, screditanti l’immagine dello Stato ebraico. Per il conduttore Sigfrido Ranucci, d’altronde, il 7 ottobre è «da condannare senza se e senza ma», ma ha anche «le sue ragioni profonde…». Tra le accuse formulate da Report al governo israeliano c’è quella di «aver avviato una revisione del giudizio storico sul Terzo Reich». A Gaza nel mentre «le industrie belliche e della cybersecurity israeliane testano le loro armi e i loro prodotti, che vengono poi rivenduti all’estero e anche in Italia».
In una lunga lettera indirizzata a Ranucci, ai massimi vertici della Rai, alla commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai e al presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei giornalisti, la presidente Ucei Noemi Di Segni ha messo in luce lo stravolgimento narrativo e l’unilateralità di una trasmissione finalizzata alla demonizzazione dello stato ebraico. Non un’inchiesta sui fatti del passato (prossimo o remoto) e del presente, ha sottolineato Di Segni, ma una trasmissione a tema in uno spirito lontano da quello istituzionale della televisione pubblica e che danneggia non solo Israele ma le comunità ebraiche italiane e l’intera società italiana senza peraltro aiutare la causa palestinese visto che sulle responsabilità, i finanziamenti e la linea della leadership di quel popolo la trasmissione non ha fatto luce. La lettera si conclude con un appello alla Rai affinché organizzi un viaggio dell’intera redazione di Report in Israele affinché la verità prevalga sulla faziosità e il servizio pubblico torni al suo ruolo principale: fare informazione.