Fonte:
Corriere della Sera
Autore:
Marco Gasperetti - Fabrizio Roncone
Livorno, lo striscione anti-Israele
che il sindaco non vuole rimuovere
«Genocidio». Proteste della comunità ebraica e dell’ambasciata
Uno striscione da stadio appare ad Effetto Venezia, la festa estiva di Livorno. Lo appendono il 25 luglio alle pareti di un palazzo non lontano dal municipio e dopo 14 giorni è ancora lì tra le proteste della comunità israelitica, una delle più importanti d’Italia. Il motivo? La scritta, riportata in lettere cubitali rosse, nere e verdi una frase che è un pesantissimo atto d’accusa: «Fermare il genocidio a Gaza. Israele vero terrorista». L’hanno affissa alcuni gruppi della sinistra antagonista. Gli ebrei livornesi chiedono di rimuoverlo, anche con raccomandate inviate al sindaco, ma non succede nulla. E allora è l’ambasciatore d’Israele in Italia, Naor Gilon a scrivere al primo cittadino di Livorno, il pentastellato Filippo Nogarin, ingegnere aerospaziale, ecologista convinto già simpatizzante di Democrazia proletaria. Provocando un caso nazionale.
«Mi duole rispondere a simili attacchi — scrive tra l’altro l’ambasciatore Gilon — perché sono parte di una grave e pericolosa disinformazione, spesso fondata sull’odio verso Israele. A Gaza, signor Sindaco, non è in atto alcun genocidio. Purtroppo, questo è vero, è in atto un conflitto nel quale Israele è stato trascinato da Hamas, una organizzazione terrorista che deliberatamente ha lanciato sinora oltre duemila missili contro la popolazione civile israeliana». Il governo israeliano, scrive Gilon, ha cercato ogni soluzione per evitare la guerra. Per questo, Israele ha accettato ogni proposta di tregua arrivata da partner internazionali, in primis quella proposta dall’Egitto. Hamas, al contrario, ha rifiutato ogni apertura, cercando volontariamente lo scontro armato per meri fini materiali e politici». E ancora, l’ambasciatore sottolinea che «Israele non combatte certo contro i Palestinesi, ma contro una organizzazione terrorista», e cerca di ridurre al minimo il numero delle perdite civili. Israele difende «se stesso e il diritto inalienabile della sua popolazione di vivere in pace e sicurezza. Solo a tal fine, Israele si confronta con una organizzazione criminale, riconosciuta come terrorista da tutto l’Occidente, che non nutre alcuna forma di pietà non solo nei confronti del nemico, ma verso i suoi stessi cittadini, non importa se questi sono bambini o donne».
Una lettera che suscita nuove polemiche e nuove richieste di rimuovere lo striscione. II sindaco Nogarin ammette che lo striscione è esagerato ma allo stesso tempo nega ogni attacco antisemita. «E’ una critica pesante a uno Stato, non agli ebrei». Poi Nogarin si incontra con i rappresentanti della comunità ebraica livornese. L’incontro è cordiale e alla fine si annuncia un comunicato congiunto che però tarda ad arrivare. Ieri, in consiglio comunale, poi si è discusso su due mozioni M5S per gemellare Livorno con Gaza e rafforzare quello già in vigore con Bat Yam.
E intanto lo striscione che dà del terrorista a Israele fino a ieri era ancora lì, all’ingresso del centro storico della città. Ci saranno nuovi incontri a Livorno oggi e domani. Ma l’impressione è che tra comunità ebraica e Comune si sia creata una frattura.
«Grave? A me sembra una frase generica»
Nogarin: «Per quanto mi riguarda
non ha alcuna accezione antisemita»
«Suvvia..».
Suvvia, cosa, sindaco Nogarin?
«L’è un problema inventato…».
Inventato?’
«Oh, va bene, s’è capito: allora devo spiegargliele per benino io le cose…».
(Tra qualche riga capirete che il sindaco grillino di Livorno Filippo Nogarin — un ingegnere aerospaziale destinato a finire nei libri di storia politica per aver conquistato nel giugno scorso il municipio dell’ultima fortezza rossa d’Italia — non minimizza: è davvero convinto che quello striscione appeso due settimane fa sul muro dell’ex carcere del quartiere Venezia — «Fermare il genocidio a Gaza. Israele vero terrorista» — possa e debba restare lì).
«Lo striscione è stato attaccato durante i festeggiamenti di “Effetto Venezia”, un festone estivo molto allegro e divertente organizzato nel nostro famoso quartiere, che è chiamato Venezia perché in alcuni suggestivi scorci sul serio ricorda un po’ la città della laguna e…».
Lo striscione, sindaco.
«Ah, beh, certo… Mhmm… fu un’idea dei centri sociali, degli antagonisti, di gente giovane e meno giovane, roba varia..».
Sì, e quindi?
«Quindi che? Tutto qui. L’hanno attaccato, e lì sta».
A lei il contenuto di quello striscione non sembra grave?
«Grave…».
Ci pensi bene.
«Mah, a me sembra una frase generica».
Sindaco, con il rispetto dovuto: lei sta scherzando o sta parlando seriamente? Perché se ha intenzione di scherzare, l’intervista la chiudiamo qui.
«Ma che discorsi sono? Certo che sono serio! Quello striscione aiuta a sviluppare un ragionamento…».
La frase «Israele vero terrorista» aiuta a sviluppare un ragionamento?
«Senta: premesso che poi è sempre una questione di coscienza, perché è chiaro a tutti ciò che sta accadendo nella Striscia di Gaza.. io penso che quello striscione un merito ce l’abbia di sicuro: aiuta a far salire l’attenzione su questa nuova ondata di morte e terrore».
Continui.
«Non c’è altro da dire. Per me lo striscione può restare lì».
Le ha scritto l’ambasciatore d’Israele in Italia, Naor Gilon.
«Sì, è stato gentile…».
No, era sconcertato.
«Okay, d’accordo: ma io cosa posso farci? Gli ho spiegato che, per quanto mi riguarda, lo striscione non ha alcuna accezione antisemita. E poi… non è compito mio rimuoverlo. So che prefetto e questore sono informati, credo che sia stata informata anche la magistratura.. e se non intervengono loro, abbia pazienza, perché mai dovrei intervenire io?».
A lei quello striscione piace.
«A me fa piacere che scateni un bel dibattito, questo certamente. Del resto noi qui a Livorno siamo piuttosto sensibili… e non a caso dal zoo8 il Comune ha avviato un percorso di collaborazione con Gaza. Anzi, le dico di più: proprio in questi giorni stavamo anche ragionando sull’idea di un gemellaggio… ma poi, sa com’è, abbiamo pensato che l’iniziativa potesse essere strumentalizzata».
Ha sentito Beppe Grillo sulla storia dello striscione?
«No. Avrei dovuto?».
(Nei tragici giorni in cui ancora si dibatteva sul metodo Stamina, il Comune di Livorno prese posizione in favore del suo ideatore, Davide Vannoni, poi rinviato a giudizio con le accuse di «associazione a delinquere» e «tentata truffa»).