Fonte:
Moked.it
25 aprile, Italia ebraica in festa
“La Resistenza fu un movimento corale, ampio e variegato. A lungo è stata rappresentata quasi esclusivamente come sinonimo di guerra partigiana”, ha ricordato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso per il 25 aprile a Casoli in cui ha paragonata la Resistenza al Risorgimento, definendo i resistenti patrioti. “Da una parte i massacratori, gli aguzzini, i persecutori di ebrei; dall’altra la civiltà, la libertà, il rispetto dei diritti inviolabili di ogni persona”. E nel nome di chi ha combattuto per la civiltà, la libertà, per il rispetto dei diritti dell’uomo, in tutta Italia hanno sfilato e manifestato i rappresentanti delle Comunità ebraiche italiane. A partire da Milano, dove in testa al corteo nazionale hanno sfilato il gonfalone dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e quello della Brigata Ebraica, oltre – all’interno della manifestazione, lo striscione della Comunità ebraica milanese. Nonostante i soliti pochi contestatori, la posizione delle istituzioni in merito alla partecipazione dei vessilli della Brigata sono stati chiari: “Chi offende i 5000 soldati della Brigata Ebraica resisi protagonisti del decisivo sfondamento della Linea Gotica, offende l’intero patrimonio della Resistenza italiana che è stata un grande moto unitario di popolo e di Combattenti per la Libertà”, le parole di Roberto Cenati, presidente Anpi provinciale di Milano, che dal palco in Duomo ha invitato le migliaia di persone presenti ad aderire alla petizione contro i nuovi fascismi.
“La festa della liberazione è , prima di tutto, una festa di memoria: serve a ricordare che solo 73 anni fa non c’era libertà, non c’erano i diritti fondamentali, non c’era la democrazia e che, grazie a molte persone coraggiose, siamo riusciti a riconquistarle. Non c’è futuro senza memoria, nessun popolo può avere un futuro senza una sua memoria”, ha ricordato da Firenze il sindaco della città Dario Nardella, con a fianco i diversi stendardi, tra cui quello della Brigata .
A Torino, come ogni anno, la Comunità ebraica ha partecipato alle manifestazioni ufficiali, con la cerimonia al Cimitero Monumentale ad aprire la giornata. A recitare il kaddish davanti alla lapide con i nomi degli oltre 400 ebrei torinesi deportati e mai più tornati dai campi di sterminio, il rabbino capo Ariel Di Porto .
A Livorno la Comunità ha sfilato serenamente dietro a un grande striscione dedicato alla Brigata Ebraica .
Il tradizionale corteo per ricordare la Liberazione dell’Italia, il 25 aprile di 73 anni fa, si è snodato per il centro di Verona in un clima festoso e colorato. Dopo l’alzabandiera in Piazza Bra, di fronte all’Arena, alla presenza di numerose autorità civili e militari tra le quali il Prefetto Mulas ed il Sindaco Sboarina, il corteo si è avviato preceduto dai gonfaloni di Comune, Provincia, Anpi e della Brigata ebraica che è stata applaudita più volte”, racconta il presidente della Comunità ebraica veronese Bruno Carmi. È stata deposta una prima corona in Piazza Viviani dove il 9 settembre del 1943 ci furono i primi episodi della Resistenza veronese in difesa del Palazzo della Posta e della Caserma Campofiore ed è seguita una breve cerimonia di fronte alla Sinagoga dove il Prefetto ed il Presidente della Comunità ebraica hanno deposto la corona sotto la lapide che ricorda Rita Rosani, partigiana, uccisa in combattimento a 24 anni alla vigilia di Rosh Ha Shanà da una pattuglia di repubblichini il 17 settembre del 1944, decorata con medaglia d’oro al valor militare. “Sono stati distribuiti volantini per spiegare il ruolo che ebbe la Brigata ebraica nella lotta di liberazione italiana ed il consigliere Ucei e presidente Associazione Figli della Shoah, Roberto Israel, ha letto la motivazione del conferimento alla Brigata della medaglia d’oro al valor militare per la Resistenza il 18 luglio del 2017”, ha spiegato Carmi, che racconta anche di un “lungo e caloroso l’applauso dei presenti” alla simboli della Brigata. “Un sacerdote ed il rabbino hanno concluso con una preghiera la cerimonia ufficiale. Rav Labi dopo aver richiamato i sette principi di Noè ha letto un salmo ed ha ricordato tutti coloro che hanno sacrificato la loro vita per un’Italia libera e democratica”.
Giorgio Stern bandiera palestina risieraRispetto, invece, a quanto accaduto ieri alla Risiera di San Sabba (nell’immagine l’attivista triestino Giorgio Stern 85 anni, che assieme alla figlia ha esposto una delle due bandiere palestinesi che sono apparse in fondo alla folla alla cerimonia della Risiera) è intervenuto il Presidente dell’Assemblea dei rabbini d’Italia rav Alfonso Arbib. Ecco di seguito il testo: “Ciò che è avvenuto oggi a Trieste alla Risiera di San Sabba, l’unico campo di sterminio in Italia, durante la celebrazione del 25 Aprile ci lascia sconcertati. È inaccettabile che il rabbino che rappresentava in quel momento la comunità ebraica, la sua storia di dolore e la sua partecipazione alla liberazione dell’Italia sia stato fischiato nel momento in cui comunicava la decisione sofferta della comunità di ritirarsi dalla manifestazione per la strumentalizzazione politica in chiave “antisionista” di alcuni gruppi presenti alla manifestazione.
Questo problema non è nuovo, ha riguardato negli ultimi anni anche la manifestazione di Roma con la non partecipazione della comunità ebraica. Il 25 aprile è per gli ebrei italiani una data fondamentale perché ha un significato profondo quello del ritorno alla libertà e la liberazione dal nazi-fascismo, la fine di un incubo terribile che è culminato nelle leggi razziali e nella Shoà.
Riteniamo vergognoso e inaccettabile che la memoria comune venga strumentalizzata in questo modo e riteniamo sia giunto il momento che, su questo argomento, si prendano posizioni forti e chiare da parte di tutti e, in particolare, da parte delle forze politiche e degli esponenti religiosi”.