Fonte:
Il Foglio
Autore:
Angelo Pezzana, Claudio Cerasa
Al direttore – La lettera pubblicata ieri del presidente Coop, Mario Cifiello, rivela la sua mancanza di coraggio nell’ammettere che in tutti i supermercati Coop non esiste più un prodotto con la scritta Israele. Primo fra altri le famose arachidi, vendute in una confezione che ricordava quanto erano buone e famose perché israeliane. Coop non è la prima a eliminare fra i suoi prodotti le arachidi con quella pubblicità, lo stesso repulisti lo fece alcuni mesi fa proprio con le arachidi il supermercato Lidl, minacciato se non le avesse eliminate dagli scaffali. Tutti ubbidienti, dato che simili aggressioni erano già avvenute in altri supermercati. Cifiello, per dimostrare la sua innocenza, cita infatti altri prodotti che provengono dalla “Palestina”, i “Datteri da Gerico”, richiamandosi alla libertà di scelta e, cosa che aiuta sempre, quanto sia necessaria la “pace”. Caro direttore, purtroppo marchiare i prodotti dell’unica democrazia del medio oriente non è più possibile anche nella democratica Italia, un divieto che vale ormai per università e ogni ordine di scuole, film, media e tv. Ci rimane un “viva Israele!”, come hai fatto tu.
Angelo Pezzana
Spero, caro Pezzana, che l’esempio che lei porta sia legato a un singolo episodio e non sia invece una scelta politica dei supermercati Coop. Anche perché per capire chi trae beneficio dai boicottaggi è sufficiente leggere una dichiarazione fatta due giorni fa da un portavoce di Hamas, che ha rivendicato, grazie al boicottaggio, che è parte di una “resistenza globale contro il nemico sionista”, “risultati significativi nel indebolire l’economia dell’entità, isolandola e delegittimandola”. E che ha chiesto “ai popoli delle nostre nazioni arabe e islamiche e alle persone libere del mondo di sostenere tutti gli sforzi che portano al boicottaggio e all’isolamento dell’entità e dei suoi sostenitori”. Utili idioti no grazie.
Claudio Cerasa