Fonte:
La Repubblica edizione di Roma
Autore:
Andrea Ossino, Giuseppe Scarpa
La caccia a Hitlerson è finita “È un tifoso tedesco della Lazio”
Era in Monte Mario e ha messo la maglia numero 88 durante il match. Indagine lampo della Digos
Cori antisemiti dalla curva e un tifoso che in tribuna indossa la maglia con la scritta “Hitlerson” che giganteggia sopra il numero “88”, ovvero il simbolo utilizzato dai gruppi neonazisti come saluto ad Adolf Hitler. È il volto nero della tifoseria laziale, quello mostrato nell’ultimo derby della Capitale e finito al centro di un’indagine della polizia che ha già dato un nome e un cognome alla persona che domenica scorsa indossava la maglia della vergogna. È un ragazzo tedesco, identificato insieme ad altre due persone immortalate mentre facevano il saluto romano. L’uomo era entrato all’Olimpico senza indossare la maglietta, salvo poi mettersela dopo, quando ha preso posto in tribuna Monte Mario. La caccia ai tifosi razzisti è in corso e in aiuto agli investigatori è arrivata la tecnologia. Per risalire all’identità dei tre nostalgici sono state indispensabili le immagini catturate dalle telecamere interne all’Olimpico. Gli agenti hanno trascorso ore guardando in maniera serrata ogni fotogramma, anche quelli scattati dalla polizia scientifica. Un’operazione resa più semplice grazie all’aiuto della società di Claudio Lotito, che dopo aver annunciato la comunicazione alle forze dell’ordine «degli esiti, già positivi» di un’indagine interna, ha anche criticato i comportamenti antisemiti, scongiurando la possibilità di vedere invece sanzionata tutta la tifoseria con la chiusura di interi settori dell’Olimpico o altre sanzioni. «La Lazio è sempre stata in prima linea, in particolare con l’attuale presidenza, nel condannare pubblicamente, prevenire e reprimere senza riserve qualsiasi manifestazione o azione discriminatoria, razzista o antisemita» è il comunicato pubblicato biancoceleste. «La Lazio si dissocia da qualsiasi comportamento di questo tipo, illegale e anacronistico, essendo innanzitutto parte lesa da tali comportamenti», continua la presidenza criticando «l’ignoranza, l’inciviltà e la superficialità di molti». Le indagini sono in corso per far luce sul lato oscuro della tifoseria, già emerso nella partita in casa del Napoli, quando dalla curva i biancocelesti hanno intonato cori antisemiti: «Siamo le camicie brune, c’hai er padre deportato e tu madre è Anna Frank. Romanista sei un rabbino, pane azzimo e agnellino, e festeggi l’Hanukkà” o “So’ laziale e razzista». L’attenzione degli investigatori è stata alta fino dal primo istante, quando durante una spettacolare coreografia la curva Nord ha scelto la letteratura inglese per lo striscione che recita «Noi pochi, noi felici pochi, noi manipolo di fratelli», una frase che rimanda all’Enrico V di *** Shakespeare e che in altre occasioni è entrata a far parte degli slogan (meno sfacciati) dei gruppi della galassia nera. Ma, come scrive la Lazio, «molti replicano comportamenti di cui non conoscono neppure il significato e la portata». Quindi la promessa da parte del club biancoceleste: è necessario «inibire l’accesso allo stadio (dei razzisti ndr) costituendoci parte civile per il risarcimento dei danni provocati». t La curva Nord Le bandiere biancocelesti all’Olimpico durante l’ultimo derby vinto per 1-0 dall’undici di Maurizio Sarri A In tribuna Il supporter tedesco con la maglia numero 88 e il nome “Hitlerson”.