30 Giugno 2024

La senatrice a vita Liliana Segre esprime il suo allarme dopo il servizio di Fanpage con gli insulti antisemiti dei giovani di Gn

Fonte:

Corriere della Sera

Autore:

Virginia Piccolillo

Segre e le parole dei giovani FdI «Sarò ancora cacciata da qui?»

La senatrice: non ci si vergogna più di nulla. Donzelli: lei è un simbolo da rispettare

ROMA «Dovrò essere cacciata ancora dal mio Paese?». È fermo lo sguardo di Liliana Segre. Spazza via le puntualizzazioni, i distinguo e gli interrogativi venuti da FdI in merito al servizio di Fanpage che ha mostrato esponenti della gioventù meloniana fare affermazioni e battute razziste e antisemite e persino il saluto nazista. E a settant’anni e cinque mesi esatti dal giorno in cui, tredicenne, venne costretta a salire, dal binario 21 dalla stazione centrale di Milano, sul treno diretto ad Auschwitz-Birkenau, la senatrice a vita, intervistata da Marianna Aprile a In Onda su La7, dice chiaro: «Ho seguito, nelle varie trasmissioni, questa seduta, chiamiamola così, inneggiante anche a “Sieg heil”. Quindi anche questi motti nazisti che purtroppo io ricordo in modo diretto. Non per sentito dire».

Le derive

Quindi, Liliana Segre pone l’interrogativo che fa venire i brividi: «Ora alla mia età dovrò rivedere ancora questo? Dovrò essere cacciata dal mio Paese come sono stata già La destra Credo che queste derive ci siano sempre state, ma che con questo governo si approfitti del potere della destra, che non ci si vergogni più di nulla cacciata una volta? È una domanda che è una risposta». La senatrice 93enne non si sottrae a una lucida analisi politica. Lo aveva già fatto in Senato, in occasione del dibattito sulla riforma per l’elezione diretta del premier contro la quale ha lanciato l’allarme rievocando la legge Acerbo varata da Benito Mussolini. E oggi scandisce: «Io credo che queste derive, chiamiamole derive, che sono venute fuori in questa ultima settimana in modo così eclatante, ci siano sempre state. Nascoste. Non esibite. Ma che, in parte, ci siano sempre state. E che con questo governo si approfitti di questo potere grande della destra — che, del resto è stata votata, non è rivoluzionaria ed è andata al governo — non ci si vergogni più di nulla».

«Ascolteremo»

Nessuna obiezione da FdI. Anzi. Il responsabile organizzazione del partito, Giovanni Donzelli, commenta subito: «Ascolteremo, come anche nelle occasioni passate, con la massima attenzione e il massimo rispetto le parole della senatrice Segre. Sono sempre un monito per tutti gli orientamenti politici». E sottolinea la piena adesione del partito di Giorgia Meloni: «La senatrice Segre quando si riflette sul pericoloso germe dell’antisemitismo è un simbolo di tutta la nazione. Un simbolo che deve essere rispettato da tutti senza polemiche e senza strumentalizzazioni».

«Un grido d’allarme»

«Quello di Segre è un grido d’allarme da ascoltare», evidenzia la renziana Raffaella Paita. «Parole di rara tensione etica», aggiunge Luana Zanella di Avs. Dal gay pride di Milano, la segretaria Elly Schlein se la prende con Giorgia Meloni: «È incredibile che non abbia preso le distanze» dai comportamenti degli esponenti di Gioventù Nazionale. E commentando le parole della premier («infiltrarsi nei partiti sono metodi da regime») accusa: «È come se avesse detto che sarebbe stato meglio che quelle cose non venissero fuori». La collega dem Beatrice Lorenzin parla di «filo nero» che unisce questa vicenda all’isolamento in cui la Meloni ha precipitato l’Italia in Europa. «Deve scegliere da che parte stare: se dalla parte dell’Italia dentro l’Europa, e costruire un partito di destra democratica nel suo Paese, o piegare gli interessi degli italiani a quelli dei conservatori europei, isolandoci da tutti».

«Il video in Europa»

II leader dei Verdi Angelo Bonelli (Avs) spiega che in queste ore «stiamo girando il servizio a tutti i gruppi parlamentari europei. La destra guidata da Meloni, anche alla luce di quello che è emerso nelle immagini di Fanpage, deve rimanere fuori dalla maggioranza in Ue. Tra l’altro è lei stessa, grazie all’alleanza con Orban, che si è tagliata fuori. Il suo alleato Salvini parla di colpo di stato, roba da psichiatria, ma dovrebbe imparare le regole della democrazia». Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, invita tutti quelli che hanno responsabilità nei partiti a fare pulizia ed «emarginare protagonisti di comportamenti di odio e intolleranza». Con una precisazione: «Vale sia per la destra che per la sinistra — dice —. Perché una grande democrazia si difende partendo dalla tolleranza con gli avversari politici».