Fonte:
Corriere del Veneto Venezia e Mestre
Autore:
Benedetta Centin
Insulti razzisti, nuova indagine su Formaggio
Albettone (Vicenza). Il nome di Joe Formaggio, il «sindaco con il fucile» di Albettone, quello che, con ordinanza aveva piantato nel suo Comune i cartelli anti nomadi, è finito nuovamente all’attenzione della procura di Vicenza. Questa volta l’inchiesta aperta riguarda le sue dichiarazioni pronunciate la scorsa settimana nel corso durante la trasmissione La Zanzara di Radio 24, in merito ai profughi e all’Islam. «Se ci mandano i profughi muriamo le case e le riempiamo di letame. Qui rischiano la pelle – aveva dichiarato Formaggio -. Siamo orgogliosamente razzisti». Formaggio, per altro, non è l’unico sindaco veneto che, con le sue idee marcatamente anti accoglienza, stia facendo discutere. A Rovigo, per esempio, il leghista Massimo Bergamin ha incitato su Facebook i propri concittadini: «Occupiamo noi l’albergo, prima che arrivino i clandestini» (così chiama i migranti). Frasi, queste, che hanno creato un certo disagio anche all’interno della stessa maggioranza. Ma torniamo a Formaggio. «Se un prefetto manda i profughi ad Albettone le barricate di Gorino passeranno in secondo piano — aveva detto alla radio —. Abbiamo un poligono di tiro e il più alto numero di porto d’armi del Veneto. Non vogliamo nessuno che venga a rompere». Ed ancora: «Non vogliamo negri nè zingari, da noi rischiano la pelle». Proprio gli zingari, o meglio i cartelli contro i nomadi (poi rimossi dai carabinieri) avevano portato la procura di Vicenza ad indagare il sindaco, nella primavera 2015, per violazione della legge Mancino: discriminazione razziale. A distanza di qualche mese, a fine anno scorso, poi, il nome del sindaco Joe era stato nuovamente iscritto sul registro degli indagati per istigazione a delinquere, per i cartelli apposti in paese (rimossi anche questi) con cui avvertiva ladri «non esiteremo a spararvi) . Ora la procura, a seguito dell’esposto di un privato e della segnalazione della Digos per la violazione della legge Mancino, vuole fare i dovuti accertamenti anche sul contenuto dell’intervista radiofonica. E per questo, così come fatto sapere dal procuratore capo Antonino Cappelleri, aprirà un fascicolo di indagine. Un «modello 45», cioè inizialmente senza indagati né titolo di reato. Anche a Rovigo comunque la succitata posizione del sindaco Massimo Bergamin nei confronti dei migranti, o «clandestini» come li chiama lui, fa discutere. «Occupiamo noi l’albergo, prima che arrivino i clandestini» aveva postato su Facebook, incitando alle barricate, evocando «10, 100, 1.000 Gorino», dopo la decisione della Prefettura d’indirizzare 40 richiedenti asilo all’Hotel «Lory» di Ficarolo. E la maggioranza scricchiola: i consiglieri Paolo Avezzù, Silvano Mella e Alba Rosito hanno chiesto un’«immediata verifica» di tali comportamenti del sindaco» riservandosi di valutare l’uscita dalla maggioranza.