Fonte:
La Repubblica
Autore:
Paolo Berizzi
Quei bravi ragazzi dell’estrema destra futuri dirigenti di FdI
Radici comuni e alleanze sperimentate durante le elezioni Così su Azione studentesca il partito tace, salvo rare eccezioni
Come mai Fratelli d’Italia e la sua leader Giorgia Meloni tacciono sull’aggressione squadrista di fronte al liceo Michelangiolo? Le uniche eccezioni, ieri, sono state le voci di Tommaso Foti, capogruppo alla Camera («Episodi di violenza politica sono sempre da condannare») e del capogruppo in consiglio regionale della Toscana Francesco Torselli («Le aggressioni non appartengono alla nostra storia»). Ma per il resto, silenzio. Eccesso di prudenza o motivi di opportunità? Per trovare una risposta basta posare la lente sul gruppo di neofascisti — almeno sei, tre maggiorenni e tre minorenni — che la Digos di Firenze ha individuato quali responsabili del pestaggio firmato Azione studentesca ai danni di due studenti del Collettivo Sum, uno dei quali preso a calci e pugni mentre era già a terra. La lente restituisce un quadro nitido: ed è proprio questo quadro, forse, a gettare in qualche imbarazzo la premier e gli uomini a lei più vicini: primo fra tutti quel Giovanni Donzelli, vicepresidente del Copasir, che proprio negli ambienti della destra giovanile fiorentina si è formato. A Firenze Azione studentesca vuole dire Casaggì-Destra identitaria, e insieme le due sigle vogliono dire Gioventù nazionale, l’organizzazione giovanile di FdI. Il collante, o meglio, l’ombrello che riunisce i giovani camerati sotto lo stesso tetto politico. Lo raccontano i rapporti osmotici di questa galassia, di fatto un blocco unico nel capoluogo toscano; lo testimoniano la storia e il curriculum dei dirigenti — alcuni dei quali siedono nella Consulta studentesca e altri addirittura sugli scranni del governo cittadino e regionale. In sostanza: il manipolo di picchiatori entrato in azione sabato a Firenze, fa idealmente parte delle giovanili di FdI. Partiamo dal personaggio chiave di questa vicenda: il minorenne C.B. E il ragazzo che si vede sferrare calci e pugni allo studente a terra. Ed è il responsabile di Azione studentesca. Un capetto di “strada e di governo”, si direbbe. Perché l’altro rovescio di quelle immagini violente riprese da un cellulare — i neofascisti in giubbotto scuro e guanti di pelle da picchiatori anni ’70 — è il C.B. conferenziere. Dove? Nella sede di Casaggì-Azione studentesca a Firenze. Nei locali di via Frusa c’è il quartier generale. Casaggì nasce sul modello di CasaPound: un centro sociale di destra. Metapolitico. Ma anziché seguire la strada dell’autonomia i giovani di estrema destra hanno optato per la partnership con Gioventù nazionale, i giovani di FdI. Chiude il triangolo Azione studentesca, che raggruppa gli studenti delle scuole medie e i liceali. È la “palestra”, per usare il termine con cui Giorgia Meloni — pochi mesi fa — ha definito il laboratorio di Azione universitaria, spiegando: «È lì che si forma la nostra classe dirigente». Dirigente è – tecnicamente — il picchiatore C.B.. Non bisogna pensare a ragazzi lontani dal palazzo, anzi. Qui va raccontata la filiera della destra (estrema e non) fiorentina. Partendo da un’iniziativa. È il 20 gennaio 2023. Il consigliere comunale di FdI Alessandro Draghi, la collega consigliera metropolitana Alessandra Gallego e lo stesso C.B. di Azione studentesca denunciano con una conferenza stampa una vicenda di “spreco di denaro pubblico”: i banchi a rotelle accatastati fuori dall’istituto scolastico Volta Gobetti a Bagno a Ripoli, alle porte di Firenze. Il meloniano Alessandro Draghi viene da Casaggì e siede in consiglio comunale a Firenze (fu eletto con 635 voti: ringraziò con un “635 volte grazie!” — sul manifesto i simboli di FdI, CasaggI e Azione studentesca). Altro esponente di Casaggì è Francesco Torselli, eletto in Regione sempre con FdI. «Giorgia Meloni premia il radicamento e la militanza della destra identitaria» era scritto sui suoi manifesti elettorali (sotto, di nuovo i simboli di FdI e di Casaggì). La filiera fiorentina è un ambiente che Giovanni Donzelli — fiorentino doc — conosce bene: in diverse occasioni il deputato ha condiviso iniziative con Casaggì sempre nell’orbita di Gioventù nazionale. Ex Fuan, poi presidente di Azione universitaria. Sull’aggressione dell’altro giorno non ha proferito parola, idem Giorgia Meloni. Una distrazione? Fu così anche quest’estate, quando Repubblica raccontò una trasferta dei militanti di Casaggì-Gioventù nazionale a Verona, ospiti del festival Fortress organizzato dai neonazisti di Fortezza Europa. I camerati di fiorentini erano presenti con uno stand della loro casa editrice Passaggio al Bosco. Tra i titoli in catalogo “Audacia. Scritti e discorsi di Benito Mussolini”, i saggi di Evola, di Leon Degrelle detto “il figlio di Hitler” e trattati in difesa dell’identità bianca. Lo slogan di Fortress, non a caso, era “White Lives Matter”.