24 Maggio 2024

Intervista Gabriella Iannatuoni, rettrice della Bicocca e presidente della Crui, la Conferenza dei rettori, sulle occupazioni e le violenze dei pro pal

Fonte:

Il Giornale edizione di Milano

Autore:

Serena Coppetti

«Ora via le tende: chi occupa ha già avuto il suo tempo»

La rettrice della Bicocca (e presidente della Crui) «Abbiamo colto il loro punto, ma ora serve serenità»

«L’invito che faccio è davvero di abbassare i toni, di parlarsi, di conoscere quello di cui stiamo parlando perché spesso opinioni molto estreme derivano anche da una mancanza di conoscenza dell’argomento. E poi di avere il coraggio di cercare di costruire la pace perché questo è il coraggio di cui abbiamo bisogno oggi».

Giovanna Iannantuoni, rettore della Bicocca, è anche la presidente della Conferenza dei rettori italiani che si è riunita ieri per parlare (anche) delle occupazioni da parte degli studenti pro-Palestina che ormai hanno coinvolto molte università. In questo senso avete dato qualche indicazione?

«Niente di concreto ma l’auspicio è che tolgano le tende, che scelgano un altro modo. Vorrei dire ai ragazzi che abbiamo colto il loro punto, abbiamo sentito la loro voce, ma pensiamo anche ai danni alle strutture… Quindi continuiamo a confrontarci, ma in pace e in serenità. E in libertà. Hanno avuto questo tempo, ora mi auguro che decidano di presentare le loro istanze in un’altra maniera. Anche perché così la vita degli atenei va avanti. Ci sono gli open day gli eventi, gli esami, le attività. Gli atenei sono luoghi di libertà. Però per avere la libertà dobbiamo permettere alle persone di circolare in serenità».

Eravate una sessantina di rettori. Tutti concordi?

«Pur nelle differenze di attitudine che ciascuno di noi ha, c’è stata una concordia unanime sui punti essenziali che sono quelli che abbiamo cercato anche di elencare nel documento. E cioè che noi non boicottiamo nessun ateneo, ma contemporaneamente ci rendiamo conto di una situazione di distruzione di luoghi, di edifici, di scuole nei territori di Gaza e quindi siamo preoccupati anche del futuro di questi ragazzi. Forse se ne parla un po’ poco di questo, ragazzi che non hanno scuole dove formarsi. Dobbiamo stare attenti, perché questa formazione permetterà loro di avere un futuro di serenità. E quindi di non radicalizzarsi. Dobbiamo dare delle alternative che siano costruttive e positive per la loro vita».

Di fatto avete deciso di non chiudere nessun accordo con le università israeliane, giusto?

«Assolutamente. E questo non lo faremo mai. Su questo punto la Crui è compatta». Invece avete deciso tutta una serie di iniziative a favore degli studenti palestinesi. «E molto importante, perché tutti in tutto il mondo osserviamo molto preoccupati quello che sta succedendo. Dobbiamo avere il senso di responsabilità di dare una mano dove possiamo. Costruire la pace. Per costruire la pace bisogna farlo in modo positivo, pensando ai ragazzi, pensando al loro futuro. La mia visione è di equilibrio, ci vuole coraggio per costruire la pace».

Alla Conferenza è intervenuta anche Alessia Conti, la presidente del Csu, organo rappresentativo dei due milioni di studenti delle università. Era la prima volta?

«Sì, per la prima abbiamo avuto la rappresentante eletta democraticamente dagli universitari e ha passato un paio di ore con noi. Abbiamo parlato di vari temi, dal dritto allo studio, al counselling psicologico, di qualità della didattica, del futuro, e ovviamente di Gaza. Gli studenti hanno tutti opinioni diverse gli uni dagli altri. Abbiamo liste molte critiche rispetto agli accordi degli atenei, ma tante liste che queste opinioni non le condividono. L’importante è il metodo. Possiamo avere opinioni molto diverse, ma il metodo deve essere democratico. Ci sono dei ragazzi che vengono eletti, ci sono organi dove le decisioni vengono prese, i rettori non sono monocratici non prendono insomma decisioni da soli. In questi organi la rappresentanza studentesca c’è sempre. E importante ed è ascoltata. Quindi abbiamo gli strumenti per ascoltare i nostri studenti».

E loro dunque per parlare. Cosa si aspetta che accada dopo questa conferenza?

«Mah, è una risposta difficile. I movimenti delle varie liste sono variegati. Mi auguro un abbassamento dei toni e una situazione che piano piano torni alla serenità e secondo me ci sono le premesse. Spero di non essere smentita».

Photo Credits: Il Giornale