Fonte:
Corriere della Sera
Autore:
Paolo Conti
«Questo è un nuovo pogrom Ma anche in Italia è pericoloso mostrare i nostri simboli»
Di Segni: gli ebrei possono contare solo su sé stessi
ROMA Cosa pensa Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, dell’aggressione ad Amsterdam dei tifosi israeliani dopo Ajax-Maccabi?
«Colpisce la coincidenza profondamente e tragicamente simbolica con la Notte dei cristalli, l’atroce pogrom nazista contro gli ebrei tedeschi del 9 novembre 1938. Un nuovo atto di barbarie si aggiunge alla Memoria, al giorno in cui noi ebrei accendiamo le luci per ricordare. Non so se in quelle teste ci fosse una simile consapevolezza, ma è davvero un nuovo pogrom, la caccia agli ebrei in quanto tali, il loro inseguimento… Gli israeliani erano facilmente individuabili».
Che responsabilità ha il calcio europeo?
«Enorme. Squadre, federazioni calcistiche, tifoserie dovrebbero attivarsi per capire chi siano davvero i loro giocatori, i loro tifosi, i loro finanziatori, l’insieme di ciò che dovrebbe essere un gioco capace di esprimere e riflettere valori positivi e invece produce una simile ferocia».
Vale anche per il calcio italiano?
«Da anni denunciamo gli innumerevoli episodi di antisemitismo negli stadi del nostro Paese…».
Cosa simboleggiano gli aerei partiti da Israele per recuperare i tifosi feriti?
«Che noi ebrei possiamo contare veramente e completamente solo su noi stessi, e su nessun altro».
Come giudica la reazione delle autorità olandesi?
«Mi ha colpito la frase del re Guglielmo Alessandro al presidente israeliano Herzog: “Abbiamo fallito nei confronti della Comunità ebraica durante la Seconda guerra mondiale, e giovedì abbiamo fallito di nuovo…”. Così come mi ha colpito la sua indignazione e quella del primo ministro che ha parlato di vergogna. Ma nelle linee guida della polizia olandese è prevista la possibilità di non intervenire in luoghi ebraici o israeliani se il gesto è in contrasto con la propria sensibilità religiosa. Tra i poliziotti olandesi ci sono numerosi musulmani, ecco perché molti non sono intervenuti. Mi pare un elemento eloquente, essenziale».
È difficile essere ebrei oggi in Europa?
«Vedo un’Europa che è come una ragazza drogata da una pillola: cioè dalle distorsioni e dalla disinformazione fornite dalla propaganda dell’estremismo islamico, in primo piano dall’Iran. E questa ragazza, l’Europa, dorme e viene stuprata. Oggi tocca agli ebrei, domani toccherà a tutti. Nella disinformazione hanno gravissime responsabilità i giornali, la rete, i media, le tv. Penso anche alla Rai, all’ultima puntata di Report…».
Ed è difficile essere ebrei anche in Italia?
«Ora è oggettivamente più difficile. Non c’è vera libertà di professare la propria fede, un principio costituzionale, se per esercitare questo diritto e frequentare luoghi di culto e sedi culturali occorrono speciali misure di sicurezza. Così come è pericoloso esibire simboli visibili: la kippah, i ciondoli con la Stella di Davide, la bandiera israeliana».
Potrebbe accadere anche in Italia un episodio come quello di Amsterdam?
«Io sono molto fiduciosa nell’operato e nella vigilanza delle nostre autorità e delle nostre forze di polizia e di sicurezza: penso di no. Ma l’Olanda è nel cuore dell’Europa, non uno sperduto Paese in chissà quale area geografica.