Fonte:
Corriere del Veneto - Venezia e Mestre
Autore:
Monica Zicchiero
L’Unesco e il Muro del Pianto
L’ira del rabbino contro l’Italia
«L’astensione è terrorismo»
Dopo la risoluzione Unesco che afferma che il Monte del Tempio di Gerusalemme dove c’è il Muro del Pianto è luogo sacro esclusivamente per i musulmani, e non anche per ebrei e cristiani, il dialogo interreligioso è al bivio. Lo ha reso chiaro il rabbino capo di Venezia Scialom Bahbout in un messaggio inviato al convegno del Partito Popolare Europeo, che ieri sull’isola di Sacca Sessola si è dedicato al tema «Costruire la pace e la sicurezza per l’Europa e le popolazioni vicine». «I Paesi che si sono astenuti dal voto sulla risoluzione — ha detto in un saluto, letto dall’europarlamentare di Forza Italia Elisabetta Gardini — hanno collaborato a un atto terroristico che si propone di cancellare migliaia di anni di storia. La risoluzione mette in atto una menzogna». Invitato, il rabbino ha declinato per sopraggiunti impegni a Roma, ma non ha rinunciato a lanciare il suo appello e ad auspicare che «l’Unesco sia degradata dal ruolo di braccio culturale dell’Onu e venga sostituita da una nuova entità che possa svolgere questo ruolo con dignità». L’Italia è tra i Paesi che si sono astenuti sul testo presentato da Autorità Nazionale Palestinese, Qatar, Egitto, Líbano, Algeria, Marocco, Sudan e Oman e non ha votato contro come Usa e Germania. Questa la risposta dell’imam di Trieste, Nader Akkad: «La lezione data, su cui dobbiamo riflettere e su cui le religioni devono riflettere insieme, è che pregare è un diritto di tutti, non deve essere vietato a nessuno. Bisogna stare insieme, ritrovarci tutti quanti insieme nei valori della pace e della fratellanza». Anche il patriarca di Venezia Francesco Moraglia si è tenuto largo rispetto al tema e ha preferito sottolineare le responsabilità dell’Europa sulle migrazioni: «È chiamata ad un compito epocale. Se vorrà e saprà onorarlo, ne riceverebbe una forte legittimazione politica nel presente e nel futuro», ha detto ribadendo «la grave responsabilità che spetta oggi alle religioni nell’edificare la cultura dell’incontro e della pace per allontanare ogni forma di radicalismo e fondamentalismo». La cautela nelle dichiarazioni non ha contagiato il discorso del sindaco Luigi Brugnaro: «Venezia è da sempre città aperta, luogo di dialogo e accoglienza. Ma la risoluzione Unesco è la conferma di quanto ho dichiarato qualche tempo fa: è istituzione autocelebrativa, sempre pronta a dare consigli ma assai pochi aiuti concreti».