17 Maggio 2014

Indagati alcuni esponenti del partito neonazista Movimento nazionalsocialista dei lavoratori

Fonte:

Corriere della Sera edizione di Milano

Autore:

Gianni Santucci

Blitz anti nazisti

Sequestrato materiale

che incita al razzismo

Operazione della Digos. Quattro indagati

La confraternita dei nazisti lombardo/milanesi espone una propaganda violenta. E, allo stesso tempo, adotta una strategia politica sottile, fatta di piccoli (se non minuscoli) passi. Per entrare nel delirio del primo versante, bisogna scorrere uno dei volantini che sono stati diffusi tra Milano e hinterland. «Uomo bianco proteggi la tua famiglia», è il titolo. E sotto, il disegno di un uomo di colore che porta via una donna. «Il mescolamento razziale non è evoluzione, ma involuzione». In fondo, la caricatura di un ebreo, colui che beneficerebbe «dell’imbastardimento dei popoli».

uomo_bianco_proteggi_tua_famiglia

A fronte di questa deriva razzista e discriminatoria, dal 2002 al 2013 i neonazisti del «Movimento nazionalsocialista dei lavoratori» si sono presentati (e questo non è un reato) alle competizioni elettorali di 39 piccolissimi Comuni tra Lombardia e Piemonte, ottenendo 6 consiglieri tra Nosate e Belgirate. Due giorni fa la Digos di Milano, guidata da Bruno Megale, ha chiuso con una serie di perquisizioni la prima fase dell’inchiesta sul «Nsab», acronimo in tedesco del partito di Adolf Hitler dal quale i nazisti milanesi hanno mutuato in toto la «visione del mondo». Quattro indagati, tre dei quali candidati alle prossime elezioni amministrative del 25 maggio. Nell’indagine coordinata dal pool antiterrorismo della Procura sono finiti Alberto Pedrini, 23 anni, milanese, capolista a Terranova (nel Lodigiano), ed Enrico Verri, stessa età, aspirante primo cittadino di Nosate, provincia di Milano. Non indagato, ma oggi candidato a Torre De Negri, nel Pavese, figura poi Pierluigi Pagliughi, 52 anni, commerciante di Castano Primo e fondatore (nel 20oo) del movimento che oggi raccoglie qualche centinaio di iscritti e qualche decina di attivisti. Proprio su di loro si sono concentrati gli investigatori della Digos, e sulla diffusione di manifesti e volantini di incitamento alla discriminazione razziale (questo è il reato contestato). Oltre una decina di episodi, tra cui un paio di striscioni comparsi a Milano e dintorni: «Onore a Degrelle guerriero d’Europa», esposto lo scorso 31 marzo, nel ventennale della morte di uno dei miti del neonazismo europeo; o quello lasciato in città lo scorso aprile, per celebrare la nascita di Hitler. Gli investigatori lavoreranno nelle prossime settimane per capire se, oltre la propaganda e politica, il gruppo o qualche suo componente sia collegato anche a episodi di violenza. L’ipotesi è una diretta conseguenza delle perquisizioni e del materiale raccolto in casa dei quattro indagati: oltre a libri, vernici e bandiere, coltelli a serramanico e a farfalla, una fionda, un manganello, le riproduzioni di due pistole.

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