Fonte:
La Stampa
Autore:
Andrea Palladino
Il filo russo della Lega
Sulla rivista Orion saggi sul nazionalismo di Mosca e la negazione della Shoah
Galeotto fu un albergo, nel cuore di Mosca. Ha un nome da spy story, una location perfetta per James Bond, Metropol. In Italia l’abbiamo conosciuto grazie all’inchiesta giornalistica dell’Espresso, che nel 2018 ha raccontato dell’incontro tra un politico leghista e un gruppo di broker russi nella lussuosa hall dell’hotel. Si parlava di affari, tra un caffè . Un caso chiuso per i magistrati di Milano, che avevano aperto un’indagine ipotizzando la corruzione internazionale. Nulla di rilevante dal punto di vista penale, ha stabilito il Gip, accogliendo la richiesta di archiviazione presentata dalla Procura. Il caso politico, però, rimane un dossier aperto. Ed è un filo ancora oggi visibile tra il mondo della Lega e la sfera della politica russa. Tutto nel nome dl tradizionalismo, dell’ultranazionalismo, dei dogma antidemocratici alla base dell’estrema destra, divenuta da tempo un network internazionale. A riproporre oggi quel legame è il protagonista del caso Metropol, Gianluca Savoini, l’uomo di collegamento tra Matteo Salvini e la corte di Vladimir Putin. Alla fine del 2023 ha pubblicato una sorta di libro di memorie politiche, “Da Pontida al Metropol”. Sottotitolo “La lunga guerra dei poteri forti internazionali contro la Lega”. I legami con la Russia? Mai rinnegati, anzi, riaffermati con forza e convinzione. Con qualche piccola novità, passata inosservata: l’antico legame con Mosca ha un nome ben preciso, quello di Aleksandr Dugin, il politologo russo guru del pensiero tradizionalista, con tinte che spesso sfiorano le ideologie nazional socialiste e neofasciste, traduttore dei libri di Julius Evola e René Guenon. Non è un personaggio qualunque, è probabilmente uno dei link più importanti tra il mondo dell’estrema destra mondiale – dall’Europa all’America Latina – e il milieu culturale cresciuto attorno agli oligarchi di peso, come Konstantin Malofeev. I rapporti di Savoini con questo mondo probabilmente risalgono all’epoca della sua frequentazione della rivista della destra radicale italiana Orion, sulle cui pagine negli anni ’90 uscivano i primi articoli sul nazionalismo oltranzista russo. In quegli stessi numeri era possibile leggere anche i saggi dedicati al negazionismo della Shoah e all’esaltazione del regime iraniano. Una officina di un pensiero a tinte scure, da dove sono poi emersi gli esponenti della destra identitaria legata oggi a doppio filo con la Russia. Come Maurizio Murelli, fondatore di Orion e oggi editore italiano di Aleksandr Dugin. Per Gianluca Savoini la pubblicazione del libro è stata l’occasione d’oro per riprendere a tessere antichi rapporti politici. Sempre guardano all’estrema destra. Nei mesi scorsi fa si è fatto fotografare insieme a Rainaldo Graziani, figlio del fondatore di Ordine nuovo Clemente, punto di riferimento di Dugin in Italia da almeno cinque anni. Rainaldo Graziani – che in un’altra foto posa con in mano un calendario russo, con foto osé di donne ed armi pesanti – all’inizio di febbraio è stato uno dei protagonisti di uno spettacolo dedicato alla figlia di Dugin Daria, uccisa in un attentato a Mosca un anno fa, all’interno dell’ambasciata russa a Roma. Il legame stretto di Savoini con il mondo neofascista è poi suggellato dall’editore del libro dedicato al caso Metropol, il milanese Marco Carucci. Amico da decenni di Matteo Salvini – sono stati compagni di classe al liceo – Carucci è stato fino a qualche anno fa dirigente nazionale di Forza Nuova ed oggi è attivo nell’editoria dell’area della destra radicale: «Conosco Gianluca da almeno 25 anni – racconta a La Stampa – in tanti anni di battaglie politiche ci si è spesso trovati sullo stesso fronte intellettuale di riflessione e elaborazione culturale. Poi ciascuno di noi ha provato a far germogliare idee consonanti nel rispettivo gruppo politico». Savoini nella Lega, l’editore Carucci in Forza Nuova. Il libro che rivendicai rapporti tra la Lega e la Russia sta facendo il giro del nord Italia in questi mesi, con presentazioni che diventano occasioni d’oro per rafforzare la rete dei rapporti all’interno dell’area della destra italiana, con la presenza ingombrante di Mosca. Non solo la Lega, ma anche Fratelli d’Italia. Una delle ultime presentazioni è stata organizzata ad Alessandria, nella sede dell’associazione culturale Libera Mente, con la moderazione di Fabrizio Priano, responsabile della Scuola di formazione politica regionale in Piemonte del partito della premier Giorgia Meloni. E sul canale Telegram “Italia unita” (riferimento del partito Russia unita) il libro di Savoini viene presentato come una lettura consigliata. L’assist principale è però arrivato dal Tg1 che a fine dicembre ha dedicato al saggio un servizio sui libri politici consigliati: «Da Pontida al Metropol ha fatto chiarezza sui rapporti tra Lega e Russia» era il commento della giornalista Rai.
Photo Credits: La Stampa