Fonte:
Corriere della Sera
Autore:
Paolo Conti
Via libera del Senato al reato di negazionismo fino a tre anni di carcere
Vietato minimizzare i genocidi. La soddisfazione dell’Ucei
Il Senato ha approvato ieri il disegno di legge che punisce il negazionismo della Shoah e dei genocidi come un vero e proprio reato. In aula i sì sono stati 234, i no 3 e gli astenuti 8. Ora il testo passa alla Camera per la definitiva approvazione. La legge prevede la reclusione fino a tre anni «per chiunque ponga in essere attività di apologia, negazione, minimizzazione dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra, così come definiti dagli articoli 6, 7 e 8 dello statuto della Corte penale internazionale». Per il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, «è molto importante che nessuno possa più rimuovere la verità storica».
Il disegno di legge, ha commentato la prima firmataria Silvana Amati, del Pd, «è un atto di concreto contrasto a una delle forme più sottili di diffamazione razziale, xenofoba, antisemita e di incitazione all’odio.
L’obiettivo dei negazionisti è riabilitare il regime nazionalsocialista, accusando di falsificazione della storia le stesse vittime. Ora attendiamo un rapido varo alla Camera per recepire finalmente, con più di quattro anni di ritardo, quanto è stato stabilito dall’Unione europea con la decisione quadro del 2008, un atto vincolante».
Tra gli astenuti c’è la senatrice a vita Elena Cattaneo, del gruppo Misto, che così ha voluto spiegare la sua posizione: «Credo che vietare il negazionismo per legge sia sbagliato. Non è ammissibile imporre limiti alla ricerca e allo studio di una teoria. Trovo ignobili le tesi dei negazionisti ma non credo che minino una disciplina. Nessuno storico prende sul serio queste teorie».
Soddisfatti gli ebrei italiani. Commenta Enzo Gattegna, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane: «Si scrive una pagina importante nella storia del nostro Paese. Un provvedimento che costituisce un baluardo per la difesa della libertà di tutti, mirato a colpire i falsari che tentano di negare la Shoah, di offenderne le vittime e di colpire chi difende il valore universale della Memoria». Gattegna si è soffermato su un punto che ritiene essenziale: «L’impegno dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, in collaborazione con la Comunità ebraica di Roma, è stato quello di predisporre assieme al Parlamento un disegno di legge che non configuri un reato d’opinione, ma vada a colpire atti lesivi della dignità umana». Gattegna ha ricevuto una lettera del presidente del Senato, Pietro Grasso: «L’Italia finalmente esprime in maniera chiara l’adesione agli orientamenti normativi presenti in altri Paesi e già in vigore a livello europeo».
Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica romana è emotivamente molto coinvolto: «Sono commosso ed emozionato per quanto è stato deciso in Senato. Sono stato ripagato per tutti gli anni in cui ho dovuto subire insulti e minacce perché chiedevo a grande voce l’introduzione del reato di negazionismo e oggi questo mio desiderio è stato esaudito. È un grande giorno per la nostra democrazia e per la lotta all’antisemitismo».