Fonte:
Il Foglio, la Repubblica edizione di Milano
Autore:
Zita Dazzi
Tariq Ramadan sotto la Madonnina
Il 3 giugno a Milano, mentre in Francia è “persona non grata”
Il controverso professore svizzero, che si muove nell’alveo dei Fratelli musulmani, è ormai “persona non grata” nell’establishment politico della Francia. Dal premier Manuel Valls a Najat Vallaud-Belkacem, ministro dell’Istruzione, tanti hanno rifiutato di partecipare a convegni in cui c’è lui, Tariq Ramadan. L’ex segretario socialista, Martin Aubry, e il dirigente del partito Laurent Fabius, hanno ritirato la propria firma da petizioni in cui c’era anche il nome di Ramadan. Aubry, come sindaco di Lilla, ha boicottato l’invito della Lega islamica nella sua città perché al convegno c’era Ramadan. Bernard Kouchner, fondatore di Medici senza frontiere e già ministro degli Esteri, ha definito Ramadan “un uomo estremamente pericoloso”, così come Bertrand Delonoë, da sindaco socialista di Parigi, ha dichiarato Ramadan “unfit” per il Forum sociale europeo, in quanto “sospetto di antisemitismo”. Lo stesso hanno fatto Aurélie Filippetti, ministro della Cultura. Non c’è incontro pubblico di Ramadan in Francia in cui non venga criticato (due giorni fa l’islamologo è stato contestato dalle Femen). Speriamo che il Partito democratico prenda nota di questi e altri casi provenienti dalla sinistra francese, visto che Ramadan dovrebbe essere a Milano il 3 giugno, due giorni prima delle elezioni comunali, su invito di Davide Piccardo, leader dei giovani islamici. Mentre si attendono conferme della presenza di Ramadan sotto la Madonnina, c’è da chiedersi se il “fratello Tariq” andrà a sostenere la candidatura nel Pd di Sumaya Abdel Qader, rappresentante dell’islam politico a scapito di altre musulmane in lista.
L’islamista anti-Israele scatena la polemica
Insorgono gli ebrei Tariq Ramadan, docente a Oxford, invitato dal Caim a una serata aperta al pubblico alla Camera del lavoro
L’arrivo di Tariq Ramadan a Milano è in sé un grande evento. Richiama infatti sempre grandi folle, l’intellettuale svizzero di origini egiziane, che insegna a Oxford e in molti altri prestigiosi atenei. A invitarlo è il Caim, coordinamento delle associ azioni islamiche, che gli ha organizzato una serata aperta al pubblico alla Camera del Lavoro, il 3 giugno, alla vigilia di un congresso internazionale dell’European Muslim Network, il più importante think-tank dei musulmani nel mondo. Ma il Caim — che ha anche una candidata al consiglio comunale nelle liste del Pd, la sociologa Sumaya Abdel Qader — non fa in tempo a cominciare a pubblicizzare l’evento che già scoppiano le polemiche. La prima a insorgere è la comunità ebraica, che a sua volta esprime un candidato nelle liste Pd, Daniele Nahum. Gli ebrei esprimono subito tutta la loro «preoccupazione» sia per l’evento, promosso da «una controversa organizzazione come l’Islamic Relief», sia dal «controverso personaggio». Il motivo di tale preoccupazione nasce «soprattutto in questi tempi di tensioni interreligiose» quando «spiace vedere come in Italia e in Lombardia in particolare, vengano così spesso chiamate a parlare personalità dell’islam più controverso invece che autorità nel campo del dialogo e del rispetto reciproco». Tariq Ramadan infatti è inseguito da sempre dalla fama di essere un neo-fondamentalista, per quanto illuminato, e chiamato a tenere conferenze nei più importanti atenei del mondo. Davide Romano, assessore alla Cultura della comunità: «Ricordiamo che è solo di un paio di mesi fa l’invito all’imam fanatico e antisemita Al Suwaidan, bloccato dal ministro Alfano», dicono gli ebrei, sottolineando che le posizioni di Tarik Ramadan «sono state recentemente condannate dalla Conferenza degli imam di Francia». L’affondo riguarda «la strage del museo ebraico di Bruxelles del 2014», quando Ramadan «si senti in dovere di evocare un complotto indicando i due turisti israeliani uccisi come appartenenti ai servizi segreti israeliani, mettendo cosi in dubbio il carattere antisemita della strage, riconosciuta da tutte la autorità». L’appello «ai partiti e le istituzioni» è che «prendano posizione su questo incontro, che non è d’aiuto al clima positivo che tutti assieme stiamo cercando di costruire». Davide Piccardo, che del Caim è portavoce, allarga le braccia: «Si tratta di uno dei più importanti e stimati pensatori del mondo musulmano. Ha le sue posizioni politiche, certo, dice chiaramente da che parte sta fra Israele e i palestinesi. Ma mi sembra che siano idee condivise a livello internazionale anche da figure del peso di Naomi Klein e Noam Chomsky, sui quali certo nessuno oserebbe dire una parola». Piccardo fra l’altro in questi giorni sulla sua pagina Facebook celebra «l’anniversario della Naqba», quando «i palestinesi furono oggetto di una grande operazione di pulizia etnica, espulsi dalle loro terre per far spazio alla nascita di Israele». Evento che definisce «ingiustizia storica» che «ha generato una situazione di guerra permanente» condannando «la propaganda sionista». Di fronte a questa bagarre, la candidata Sumaya Abdel Qader, al centro di violenti attacchi da parte del centro destra per la sua fede musulmana, alza bandiera bianca: «Non rilascio dichiarazioni». Z.D.