Fonte:
La Repubblica edizione di Milano
Autore:
Rosario Di Raimondo
Cori contro gli ebrei il caso arriva in aula tra Consiglio comunale e Parlamento
Nahum (Pd): Sala convochi le Comunità islamiche per un confronto Il console onorario Carrai: farò denuncia per apologia di delitti
Irromperà nelle prossime ore in Procura, in Prefettura, a Palazzo Marino e pure in Parlamento la polemica sul video girato sabato durante il corteo a favore di Gaza, che ha fatto indignare la Comunità ebraica e non solo. Lo spezzone mostrava diversi manifestanti intonare in arabo, attorno alla bandiera palestinese, slogan contro gli ebrei. «Apriteci i confini così possiamo uccidere i sionisti», è la traduzione diffusa dalla pagina Instagram “Jewishnewsuk”. Ora c’è chi annuncia esposti, chi invoca l’identificazione dei responsabili e chi, come Daniele Nahum del Pd, chiede al sindaco Giuseppe Sala di convocare un confronto con i referenti islamici «per limitare la tensione in città». Il consigliere comunale non è l’unico a chiedere un intervento del primo cittadino dopo i fatti avvenuti due giorni fa. Destinati a far discutere ancora. Secondo le stime delle forze di polizia, erano in cinquemila i manifestanti che l’altro ieri hanno attraversato la città, dalla stazione Centrale alla Martesana, senza particolari momenti di tensione, tra duri cori contro Israele e slogan a favore della «Palestina libera» e a sostegno di Gaza. Ma durante quelle quattro ore di marcia è stato girato anche un filmato con proclami ben diversi. «Open us the borders, so we can kill the Zionists. Open us the borders, so we can kill the Jews», è la traduzione diffusa sul web. «Apriteci i confini così possiamo uccidere i sionisti, apriteci i confini così possiamo uccidere gli ebrei». Frasi inaccettabili per il console onorario di Israele per la Lombardia, Marco Carrai, che stamattina sporgerà denuncia in procura «per il reato di apologia di delitti con finalità di terrorismo». Durante la manifestazione, spiega in una nota, «alcuni cori in arabo inneggiavano a “Apriteci i confini, così possiamo uccidere i sionisti, gli ebrei”. Faccio appello al sindaco di Milano affinché siano impedite tali manifestazioni che inneggiano alla pulizia etnica degli ebrei. Una cosa sono i fatti, le opinioni, un’altra inneggiare alla pulizia etnica che richiama senza tanti giri di parole al nazismo». «Il diritto a manifestare non deve essere mai messo in discussione — precisa il consigliere comunale Nahum — ma non è ammissibile permettere esternazioni antisemite dove si inneggia alla morte di una minoranza». Per questo oggi invierà una lettera al prefetto «chiedendo che venga identificato chi ha urlato in piazza “morte agli ebrei”». Non solo: «In aula proporrò al sindaco di convocare tutti i referenti delle Comunità islamiche per un confronto insieme su come limitare la tensione in città a seguito della situazione in Medio Oriente. Devo amaramente constatare che da parte la ro non ho sentito una parola di condanna sulle parole d’odio della manifestazione di sabato». Perché «non è possibile fare finta di niente di fronte all’incitamento all’odio e a uccidere chi è di religione ebraica sentiti nella nostra città», aggiunge il presidente della Comunità ebraica di Milano, Walker Meghnagi, che già con Repubblica, a caldo dopo la manifestazione, si era detto «sconvolto» per quello che aveva visto e sentito. Ieri Meghnagi ha chiesto «un incontro di approfondimento con il sindaco Sala e il presidente della Regione Fontana, «per analizzare le cause del fenomeno e mettere in campo comuni iniziative per evitare che si ripetano fatti gravi e inaccettabili ca me quelli di sabato». Tutti invocano Sala, naturalmente anche dall’opposizione. «Ma è possibile che il sindaco non ha espresso una dichiarazione e, soprattutto, non ha preso immediatamente le distanze», chiede il deputato di Fratelli d’Italia Riccardo De Corato. «Questi cori sono intollerabili», scrive la deputata democratica Lia Quartapelle. «Presenterò un’interrogazione parlamentare per appurare che iniziative intenda prendere il ministro dell’Interno», annuncia Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva.