8 Aprile 2016

Il Comitato internazionale di collegamento cattolico-ebraico denuncia la recrudescenza dell’antisemitismo

Fonte:

Avvenire

Ebrei e cattolici: fermiamo l’antisemitismo e le persecuzioni dei cristiani

In Polonia la riunione del Comitato internazionale di collegamento Al centro il tema dei migranti: nella Scrittura un modello per affrontare la crisi dei rifugiati

Dalla Polonia, terra di incontro ma anche di orrori del passato, ebrei e cattolici fanno sentire il loro grido di fronte a due “drammi” che segnano questi anni: l’antisemitismo e la persecuzioni dei cristiani. Nel documento conclusivo della riunione del Comitato internazionale di collegamento cattolico-ebraico svoltasi a Varsavia da lunedì a ieri, si spiega che «l’antisemitismo nei discorsi e nei fatti è riapparso in Europa ed altrove, mentre la persecuzione di cristiani, in misura notevole nella maggior parte del Vicino Oriente ed in parte dell’Africa, ha raggiunto livelli che non si vedevano da tempo». Durante i lavori è stato sottolineato che «l’antisemitismo è una realtà che assume varie forme, un pericolo non solo per gli ebrei ma anche per gli ideali democratici, e che per combatterlo sono necessari programmi educativi aggiornati e rinnovati». Poi è stato osservato che «la persecuzione di cristiani ha avuto un incremento dal 2012 al 2015, riconoscendo l’obbligo nel rendere presente alla coscienza del mondo questo problema, e la responsabilità morale nel dar voce a coloro che non hanno voce». Il Comitato, nato sulla scia del Concilio e della Dichiarazione Nostra aetate, è dal 1970 l’organo ufficiale di collegamento e dialogo fra la Santa Sede e la Comunità ebraica mondiale. Al centro dell’appuntamento in Polonia il tema dell’«altro nella tradizione ebraica e cattolica» con un occhio di riguardo ai rifugiati nel mondo di oggi. Dagli interventi è emerso come le rispettive Scritture Sacre forniscano «un modello di riferimento per affrontare urgenti problemi sociali come l’odierna crisi dei rifugiati» e come esitano nelle due comunità «tensioni tra l’obbligo di amare lo straniero con la sua dignità in quanto creato a immagine di Dio» e «il riguardo dovuto alla sicurezza e alla preoccupazione per il cambiamento». La riunione è stata presieduta dal cardinale Kurt Koch, presidente della Commissione della Santa Sede per i rapporti religiosi con l’ebraismo, e da Martin Budd, presidente del Comitato ebraico internazionale perle consultazioni interreligiose. Koch ha rivelato come uno dei fiotti di questi incontri sia la «vera amicizia», mentre Budd ha posto l’accento sul significato simbolico dell’incontrarsi a Varsavia, con la sua storia di dolore, e a cinquant’anni da Nostra aetate. (G.Gamb.)