Fonte:
Osservatorio antisemitismo
Autore:
Osservatorio antisemitismo
Il clima sociale, l’insicurezza e la crescita dell’antisemitismo
Abstract
In Europa cresce l’antisemitismo, e in alcuni paesi per gli Ebrei la libertà di vivere la propria identità è sempre più difficile e pericolosa, ciò è quanto emerge dalle prime raccolte di dati e di analisi sugli episodi di antisemitismo nel mondo durante l’operazione “Protective Edge” dell’estate scorsa. Anche prima del recente conflitto nella Striscia di Gaza però dai principali sondaggi internazionali traspariva senso di insicurezza e timore da parte degli ebrei.
Tra la fine di giugno e gli inizi di agosto durante “Protective Edge” a livello globale si è verificata una crescente violenza contro gli ebrei e le istituzioni ebraiche, non più principalmente verbale e mediatica. Epicentro dell’antisemitismo è stato l’Europa.
Elemento caratteristico dell’ultima ondata di antisemitismo è che gli atti contro gli ebrei sono più violenti e carichi di odi che in passato, le manifestazioni caratterizzate sia dalla violenza fisica che da una retorica aggressiva espressa senza più tabù e in cui l’antisemitismo classico viene contaminato dall’ondata emotiva di reazioni alla guerra a Gaza; si equipara lo Stato di Israele al nazismo, si parla di crimini di pulizia etnica e di genocidio commessi dagli israeliani/sionisti contro i gli arabo-palestinesi.
L’Osservatorio antisemitismo della Fondazione CDEC ha registrato tra il 1 luglio e il 31 agosto 21 episodi di antisemitismo, rispetto agli 8 durante lo stesso periodo nel 2013. Dei 21 episodi, 17 sono riconducibili al conflitto nella Striscia di Gaza.
In seguito all’elevato numero di episodi di antisemitismo i principali esponenti politici europei hanno rilasciato chiare dichiarazioni di condanna del fenomeno.