Fonte:
ItaliaOggi
Autore:
Gaetano Costa
S’insediano i consiglieri di Fascismo e libertà
Eletti a Mura, nel Bresciano, hanno preso posto in Comune tra le proteste della sinistra
A nulla sono valse le richieste a Minniti e Boldrini di annullare le elezioni
Fascisti su Mura. Forti dell’11,8% conquistato alle recenti amministrative, tre esponenti del Partito socialista nazionale, che fa riferimento al movimento Fascismo e libertà, si sono insediati nel consiglio comunale del paese in provincia di Brescia. Su 795 abitanti, Mirko Poli, Simone Cinelli e Virgilio Poli hanno ottenuto 41 voti. Un risultato che ha permesso loro di sedere in aula dopo l’elezione di Nicola Angiola Flocchini, prima donna sindaco della storia di Mura che, con una lista civica, ha raggiunto l’88%. Il caso dei tre consiglieri d’estrema destra, con tanto di fascio littorio nel simbolo della lista, era già arrivato sulla scrivania del ministro dell’Interno, Marco Minniti, che aveva aperto un’istruttoria. Alla fine di maggio, il deputato del Pd, Luigi Lacquaniti, aveva scritto al prefetto di Brescia, Annunziato Vardè. «A pochi metri dal suo ufficio c’è piazza della Loggia, che riporta ancora i segni del culto della morte che fu, e che è, il fascismo», aveva spiegato il parlamentare dei dem. «Vorrei che i nostri figli, un giorno, potessero studiarlo solo sui libri di scuola, come un incubo ormai rimosso dalla nostra storia». Dopo l’elezione dei tre rappresentanti di Fascismo e libertà, il prefetto Vardè ha sciolto la sottocommissione di Salò che aveva ammesso la lista alle amministrative. L’Associazione nazionale partigiani italiani (Anpi) e i movimenti che s’ispirano ai valori della Resistenza si sono rivolti al presidente della Camera, Laura Boldrini, per chiederle d’intervenire «affinché situazioni che violano la Costituzione non si ripetano, specie in una provincia come quella di Brescia, che ha pagato un alto tributo di sangue innocente alla lotta di Liberazione dal nazifascismo». Da più parti è stato invocato l’annullamento dell’elezione dei tre esponenti d’estrema destra. I quali, nel frattempo, hanno preso posto in consiglio. L’insediamento non è stato dei più tranquilli. Come ha raccontato il Corriere di Brescia, circa 50 rappresentanti della sinistra antagonista hanno protestato sulle note di Bella Ciao fuori dal municipio. In aula, i tre consiglieri di Fascismo e libertà hanno dichiarato di voler «solo imparare a fare politica e lavorare per il paese. Diamo la massima disponibilità, non siamo qui per creare problemi». «Vi chiediamo di lavorare con noi senza fare polemiche», ha detto il sindaco Flocchini. «Se il dialogo sarà costruttivo, in consiglio comunale non ci saranno problemi a collaborare. In caso contrario, saremo costretti a prendere posizione contro di voi». Anche il primo cittadino è finito sotto attacco. Il Coordinamento antifascista di Brescia ha chiesto le sue dimissioni e il conseguente scioglimento del consiglio comunale. Per il movimento, i fondatori di Fascismo e libertà si considerano «gli unici e ultimi eredi della Repubblica sociale italiana e dell’ideologia mussoliniana». Per gli antifascisti, è troppo.