Fonte:
Il Foglio
Autore:
Luciano Capone
La Chiesa di Chiesa
John Maynard Keynes, che era un grande intellettuale, scriveva che ci sono poche cose più importanti delle idee: “Tanto quelle giuste quanto quelle sbagliate, sono più potenti di quanto comunemente si creda. In realtà il mondo è governato da poco altro. Gli uomini pratici, che si ritengono completamente liberi da ogni influenza intellettuale, sono generalmente schiavi di qualche economista defunto”. Parlava degli economisti, ma il concetto può essere ovviamente esteso a tutti gli ambiti, come l’interpretazione dei fatti storici e politici. Riguardo la guerra in Ucraina, è evidente che buona parte dei commentatori e degli analisti che si esprimono, se non a favore di Putin, quantomeno contro l’Ucraina e sicuramente contro gli Stati Uniti, sono sotto l’influenza di Giulietto Chiesa.
Il giornalista, che aveva avuto una brillante carriera come corrispondente a Mosca, era poi diventato il più autorevole megafono della disinformazione russa e antiamericana, a partire dalle sue deliranti teorie del complotto sull’attentato dell’11 settembre (a suo avviso fatto dagli stessi americani e non dai terroristi islamici). E’ morto un paio di anni fa, ma il suo schema interpretativo paranoico-complottista è vivo e lotta contro gli ucraini. Non è un caso che a rievocare il suo spirito e a rilanciarlo quasi come un profeta siano state proprio le autorità russe: subito dopo l’invasione dell’Ucraina, l’Ambasciata russa in Italia rilanciava attraverso i suoi canali di comunicazione “un’analisi del lungimirante Giuglietto (sic!) Chiesa, purtroppo scomparso nel 2020, che già nel 2015 in un convegno rivelò i veri obbiettivi del golpe nazista a Kiev progettato dagli Usa e dall’Ue che usavano l’Ucraina come ‘un bastone contro la Russia’”. In quell’intervento del 2015 di Chiesa c’erano già tutti gli ingredienti usati dalla propaganda russa per giustificare l’invasione dell’Ucraina: “E’ l’inizio dell’offensiva degli Stati Uniti e dell’Europa contro la Russia” diceva Chiesa riferendosi alla rivoluzione di Euromaidan, che per lui era stato un “golpe nazista” preparato “dalla Polonia e dalle repubbliche baltiche, paesi che sono parte dell’Ue ma che non sono mai stati denazificati”. Già allora Chiesa usava un termine che poi abbiamo drammaticamente scoperto cosa implicasse nel linguaggio del Cremlino. “L’Ucraina è stata usata come un bastone per colpire la Russia” diceva. E’ tornato anche in libreria. Come i diplomatici al servizio di Sergei Lavrov hanno ripescato quel suo video del 2015, così la casa editrice Piemme ha ripubblicato un suo libro del 2015 intitolato “Putinfobia”, un “saggio profetico”, così viene definito, che parla della “russofobia” (altro termine continuamente usato dalla propaganda del Cremlino), ovvero della campagna di demonizzazione lanciata dall’occidente contro quel brav’uomo di Vladimir Putin. Ma oltre al verbo e agli scritti del profeta, il panorama mediatico e politico è pieno di adepti della chiesa di Giulietto che difendono le ragioni della Russia. In prima linea c’è la russista Fiammetta Cucurnia, moglie di Giulietto Chiesa ed ex corrispondente di Repubblica, che nella prefazione alla riedizione del libro del marito scrive che lui “ha tentato di farci vedere quel che non volevamo né forse potevamo vedere, e che potremmo riassumere così: Putin non è il nostro nemico”. Il nemico è l’occidente. “Come amava spesso dire, aveva ‘decriptato il codice’”. E insomma questo libro, il Codice da Chiesa, consente di decodificare le menzogne del mainstream occidentale e capire la verità sul nazismo ucraino. Cucurnia era tra gli ospiti dello show di Michele Santoro al teatro Ghione, “Pace proibita”, in cui ha raccontato tutta la storia del Dopoguerra come una sorta di complotto antirusso degli americani, a partire da quando “lasciarono la Germania dell’est ai russi, che non avevano le forze”, per arrivare all’espansione della Nato che ha accerchiato la Russia. Ospite da Massimo Giletti, Cucurnia ha spiegato quali sono le ragioni che giustificano l’invasione dell’Ucraina: “Mi sono domandata: perché Putin fa questo?” e siccome la risposta non può essere che la Russia voglia distruggere lo stato ucraino e la sua indipendenza, risponde che “gli ucraini stavano facendo la bomba nucleare con l’ausilio degli americani utilizzando le centrali nucleari. Stanno facendo sotto casa (dei russi) la bomba atomica”. Si tratta di un’affermazione che non viene presa sul serio da nessuno e che non ha alcun riscontro, se non qualche agenzia della propaganda di guerra del Cremlino, che però viene diffusa come veritiera.
Giulietto Chiesa ha legato il suo nome negli ultimi decenni a una serie di assurde teorie complottiste, ma soprattutto a quelle sull’11 settembre. Ovvero la tesi che non sia trattato di un attentato di terroristi islamici legati ad al Qaeda, ma di una cospirazione ordita dall’establishment degli Stati Uniti (e in particolare la Cia) per giustificare una strategia imperiale di conquista globale: le torri non sono cadute quindi per l’impatto degli aerei ma per una “demolizione controllata” attraverso mine che erano state installate precedentemente, al Qaeda non esiste e Osama bin Laden era una specie di attore o comunque di pupazzo nelle mani del governo americano etc. La bibbia di quest’insieme di teorie strampalate è il libro e documentario “Zero – perché la versione ufficiale sull’11/9 è un falso” realizzato da Giulietto Chiesa in collaborazione con una serie di persone. Quel documentario, secondo un’analisi tecnica fatta da un gruppo di ricerca coordinato da Paolo Attivissimo, si basava su 118 errori, falsi, manipolazioni e granchi: una media di più di uno al minuto. Ed è impressionante notare come buona parte delle personalità che sostenevano quelle tesi strampalate siano le stesse che ora descrivono la guerra in Ucraina come una provocazione degli Stati Uniti più che un’azione della Russia. E, ovviamente, usando una metodo analogo a quello applicato per deformare la realtà sull’11 settembre. Voce narrante del documentario di Giulietto Chiesa era Moni Ovadia, anche lui presenza fissa nei salotti tv in rappresentanza della fazione antiameriana e quindi antiucraina. Anche Ovadia è stato ospite dello spettacolo di Santoro, dove ha descritto un’Ucraina dominata dai gruppi nazisti “discendenti dei nazisti ucraini che collaborarono con le SS”, svelando che dietro ci sarebbe una pluridecennale storia di finanziamenti degli Stati Uniti e della Cia. Fonte di Ovadia sarebbero delle dichiarazioni trovate “trafficando in rete” della giornalista americana Lara Logan le cui parole, sempre secondo Ovadia, sarebbero “bombe di verità cadute sulla Casa Bianca”. Questa Logan, però, che Ovadia propone come “esempio di giornalismo anglosassone” in contrapposizione a quello italiano fatto da “velinari su ordine del governo degli Usa” è in realtà una cospirazionista No vax e autrice di uscite antisemite tanto gravi da costringere persino Fox News, la tv della destra trumpiana, a metterla alla porta.
Per fugare ogni dubbio, la Logan è una che dice che Zelensky è un pupazzo della Cia dedito a pratiche “sataniche e occulte”, mentre Putin sarebbe una specie di katéchon: “L’uomo che si frappone tra noi e il Nuovo Ordine Mondiale”. Uno dei co-autori del libro di Giulietto Chiesa sulla cospirazione dell’11 settembre era lo storico Franco Cardini: anche lui è impegnato nella battaglia contro la russofobia e autore insieme al generale Fabio Mini, che con Giulietto Chiesa condivideva la passione per la teoria del complotto delle scie chimiche, di un libro pubblicato dal Fatto quotidiano sulla guerra in Ucraina che esce “dallo steccato del politically correct” (che evidentemente è constatare che Putin ha invaso un paese) per parlare delle vere cause dell’invasione: “la storia del nazionalismo di Kiev, l’allargamento a est della Nato e l’interferenza di Washington sulla politica ucraina”. La tesi di Cardini e Mini è, in sostanza, che gli Stati Uniti hanno “teso una trappola” a Putin, che consiste “nell’obbligarlo a scegliere” di invadere l’Ucraina, per poi fargli trovare un paese “sostanzialmente membro della Nato”. Questa teoria del complotto, tra l’altro, non è altro che la realizzazione di una profezia di Chiesa che nel 2015 parlava di una possibile guerra con l’Ucraina che veniva usata come un bastone per colpire Putin ma, concludeva, “per fortuna la Russia non è caduta nella trappola”. Ora, evidentemente, come certificano Cardini e Mini, Putin ha abboccato. Un altro esponente del giuliettochiesismo che è addirittura diventato autorevole è Massimo Mazzucco. Si tratta di un cospirazionista, amico di Chiesa, autore del documentario “11 settembre 2001 – Inganno globale” portato alla ribalta, che crede in ogni sorta di teoria bizzarra e pericolosa: terapie “alternative” contro il cancro a base bicarbonato di sodio, pseudocure alternative contro il Covid, no vax, evia di seguito. Mazzucco ha realizzato anche un documentario contro la verità ufficiale dello sbarco sulla Luna “American Moon”, recensito favorevolmente da Giulietto Chiesa (e probabilmente apprezzato dal sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia che, come è noto, ha contestato la veridicità dell’allunaggio). In ogni caso, il poliedrico Mazzucco ha appena realizzato un documentario dal titolo “Ucraina – l’altra verità”, in cui ovviamente si dice che è tutta colpa degli Stati Uniti e della Nato, che è stato elogiato in tv da Marco Travaglio che l’ha definito “impressionante”.
Tra i personaggi minori della chiesa di Giulietto c’è anche Franco Fracassi, co-autore del documentario di Giulietto Chiesa sull’11 settembre, già candidato al Senato con il M5s, sostenitore di una singolare tesi secondo cui al Qaeda sarebbe nata in Bosnia anche grazie a un accordo tra gli Stati Uniti e la ‘ndrangheta che consisteva nel trasportare in Occidente eroina dall’Afghanistan con gli aerei della Nato. Fracassi, che organizza convegni con la putiniana Bianca Laura Granato, la senatrice ex M5s che dice “Putin sta conducendo una importante battaglia non solo per la Russia ma per tutti noi conto l’agenda globalista”, ha scritto pure lui un libro sull’Ucraina e sostiene che a Kiev c’è stato “un colpo di stato di stampo neonazista con l’appoggio decisiva di Gladio”, che tutti pensavano fosse stata sciolta decenni or sono e invece secondo Fracassi è ancora segretamente attiva. “Gli Stati Uniti sono riusciti a impadronirsi dell’Ucraina in maniera così profonda da poter costruire 30 laboratori militari che producono armi biologiche, armi di distruzione di massa al confine con la Russia”. E’ insomma la stessa teoria di Cucurnia, la vedova di Giulietto Chiesa, ma con le armi biologiche al posto della bomba atomica. Il giuliettochiesismo ha anche una propaggine politica, ovvero la più grande forza che parlamentare che ha votato contro il “decreto Ucraina”. Si tratta di “Alternativa”, il gruppo che riunisce i fuoriusciti dal M5s, da Barbara Lezzi a Elio Lannutti fino a Bianca Laura Granato (quella che tifa esplicitamente per Putin), e che ha appena accolto il filorusso Vito Petrocelli, estromesso dalla presidenza della commissione Esteri del Senato dopo aver festeggiato il 25 aprile usando la “Z” di Putin. Leader e presidente di “Alternativa” è l’on. Pino Cabras, che è uno storico discepolo di Giulietto Chiesa, con cui ha scritto un libro. Cabras era anche redattore di Pandora Tv, il canale fondato e diretto da Giulietto Chiesa che aveva in Italia l’esclusiva dei contenuti di Russia Today, il canale di propaganda del Cremlino ora oscurato per via delle sanzioni dell’Unione europea. Anche Cabras, naturalmente, crede che gli attentati dell’11 settembre siano stato un’operazione sotto falsa bandiera, come l’incendio nazista del Reichstag: “Lo scenario apocalittico dell’11 settembre”, scrive Cabras nella prefazione a un libro che racconta la storia recente come una storia di complotti, è “la più spettacolare e visionaria delle false flag”. Giulietto Chiesa, insomma, ha costruito una piccola egemonia sul racconto della vicende russo-ucraine che da fenomeno settario e ormai completamente sdoganato, legittimato e anche condiviso dal cosiddetto “mainstream”.
Più che della potenza delle idee, di cui parlava Keynes, in questo caso si tratta della potenza di uno stile e di un metodo, quello cospirazionista, che coincide perfettamente con la narrazione paranoica di Putin che parla di una Russia accerchiata e aggredita dalla cospirazione nazista in Ucraina. Ma il paradosso, per un feroce antiamericano come Chiesa, è che queste narrazioni, come è accaduto per le sue strampalate teorie sull’11 settembre o come per Moni Ovadia che si affida a Lara Logan, non sono altro che rimaneggiamenti e rimasticature di teorie complottiste elaborate proprio negli Stati Uniti, un paese la cui vita politica è storicamente caratterizzato da quello che, in un importante saggio, lo storico Richard Hofstadter definì “stile paranoico”. Questa deriva cospirazionista filorussa è, a suo modo, una forma di americanizzazione del dibattito pubblico. In questo senso il successo in vitam, e ancor di più postumo, di Giulietto Chiesa è determinato dall’unione del peggio di due importanti culture: i contenuti dell’imperialismo russo-putiniano con i metodi dello stile paranoico-cospirazionista americano.