11 Settembre 2016

Graffiti neonazisti a Nichelino

Fonte:

La Stampa edizione di Torino

Autore:

Massimo Massenzio

Le scritte dei baby nazi

L’assessore: “Bisogna

reagire con la cultura”

Al centro dei sospetti una banda di minorenni

«Noi a lanciare molotov. Voi a lanciare pokeball». II tutto «condito» da una svastica e dalla firma «skins». La scritta è comparsa venerdì mattina accanto al passaggio a livello di via Giusti ed è solamente l’ultima di una lunga serie. Durante l’estate, nel quartiere Kennedy, molte croci uncinate e frasi inneggianti all’odio razziale sono state vergate sulle serrande dei negozi e sulle cabine elettriche. Ieri mattina l’assessore alle Politiche Giovanni Fiodor Verzola le ha cancellate assieme a un commerciante della zona, ma l’episodio ha sollevato qualche preoccupazione fra i residenti. I carabinieri hanno avviato un’indagine per capire se a Nichelino si stia formando un pericoloso gruppetto di giovani (forse giovanissimi) skinhead e alcuni possibili sospetti potrebbero essere stati individuati.

I precedenti

Già nel recente passato si sono verificati molti raid vandalici dello stessa matrice. Il primo a novembre 2014, quando una svastica e un insulto avevano imbrattato l’ingresso della sede di Rifondazione Comunista in via Stupinigi. Pochi mesi dopo, il 25 aprile, l’attacco si era ripetuto e sempre contro lo stesso obiettivo. Lo scorso dicembre la stessa mano aveva colpito anche nella vicina Vinovo, sfregiando con una croce uncinata e un insulto il monumento che ricorda i partigiani e gli operai trucidati a Garino nell’aprile del 1945. L’amministrazione lo aveva fatto ripulire, ma qualche settimana più tardi i vandali erano tornati alla carica, questa volta con una croce celtica e una scritta in memoria di una ragazza uccisa dai partigiani. A gennaio, infine, proprio durante la giornata della Memoria, una sorte simile era toccata anche al cippo commemorativo dei giardini della Resistenza, di via Vittorio Veneto.

«Venite ad Auschwitz»

Le scritte naziste sono ricomparse durante le scorse settimane e l’assessore Verzola non ha intenzione di sottovalutarle: «Per il momento la considero una ragazzata. L’opera di chi non sa che cosa significa quel simbolo che ha disegnato sul muro». Il sospetto è che ci sia qualcuno che stia facendo «proselitismo» fra i giovanissimi: «E proprio dalle scuole deve partire la resistenza culturale – conclude Verzola – Invito questi ragazzi a uscire allo scoperto, li voglio invitare a venire con me al prossimo viaggio della Memoria, ad Auschwitz».