Fonte:
Il Foglio
Autore:
Mauro Zanon
Demonizzare Israele
Sciences Po Menton, il campus della discordia che organizza conferenze contro gli ebrei
Parigi. “Denunciare l’ingiustizia, sguardi politici sulla questione palestinese”. E’ questo il titolo della conferenza tenutasi ieri nel principale anfiteatro di Sciences Po Menton, antenna della superscuola delle élite in Costa Azzurra. Una conferenza organizzata da collettivi studenteschi di estrema sinistra, nel quadro della “semaine de la Palestine”, con un obiettivo: demonizzare Israele. I relatori? Aurélien Taché, deputato ecologista, Manuel Bompard, coordinatore nazionale della France insoumise, il partito della sinistra radicale di Jean-Luc Mélenchon, e soprattutto Rima Hassan, avvocatessa franco-palestinese candidata con i mélenchonisti alle elezioni europee, nota per le sue simpatie pro Hamas. “Difendere la libertà d’espressione significa impedire la sua strumentalizzazione per scopi di odio”, ha scritto su X l’Unione degli studenti ebrei di Francia (Uejf). “Queste conferenze predicano l’intolleranza in un campus che si svuota dei suoi studenti ebrei”, ha aggiunto l’associazione studentesca. Secondo quanto riportato da una fonte di polizia al Figaro, un individuo di origini arabe si sarebbe palesato di recente con fare minaccioso davanti al domicilio di due studenti di confessione ebraica di Sciences Po Menton. L’uomo, sempre secondo la fonte, sarebbe già stato fermato, ma l’episodio la dice lunga sull’aria che tira nella succursale di Sciences Po in Costa Azzurra. Alla conferenza di ieri, era prevista anche la presenza della deputata mélenchonista Ersilia Soudais, che dopo i massacri di Hamas, invece di condannare l’organizzazione islamista palestinese, se la prese con Israele. Non è la prima volta che Sciences Po Menton fa parlare di sé. Lo scorso ottobre, pochi giorni dopo l’attacco terroristico del 7 ottobre, alcuni allievi dell’istituto lanciarono una pagina Instagram, “Sciences Palestine”, dove si invitava a “boicottare Israele”, definendo lo stato ebraico “colonizzatore”, senza nessuna condanna esplicita di Hamas. A novembre, aizzati dal sindacato di estrema sinistra Solidaires étudiant-e-s, gli stessi studenti antisraeliani bloccarono l’accesso al campus, innalzando barricate con sedie, bidoni della spazzatura e barriere dei cantieri, per protestare contro “la censura della direzione” sulla Palestina. E’ “l’altro campus della discordia”, ha scritto il settimanale Point. Il principale, quello parigino, ha vissuto a metà marzo il suo momento antisemita, quando è stato vietato a una studentessa ebrea di entrare in un anfiteatro per assistere a una conferenza pro Palestina, al grido di “non lasciatela entrare, è una sionista”.