28 Marzo 2017

Fascinazione dei giovani per il fascismo

Fonte:

La Repubblica edizione di Roma

Autore:

Federica Angeli, Marco Lodoli

Genitori contro la prof

“Esalta il fascismo”

“Accuse infondate”

Polemica in una terza della media Alessandrini

Dopo la lezione tolti i cartelli ai muri sul Ventennio

L’allarme per l’apologia di fascismo in una scuola media di Trigoria è scattato da parte di un gruppo di genitori quando i figli sono tornati a casa, dopo una lezione di storia, inneggiando a Mussolini. «Siamo profondamente colpiti — scrivono mamme e papà della III B della media Alessandrini in una lettera — dagli atteggiamenti dei nostri ragazzi i quali hanno manifestato apprezzamenti nei confronti del Fascismo. Abbiamo cercato di capire cosa stesse accadendo in classe — proseguono — e abbiamo scoperto che vengono indottrinati dalla loro insegnante di storia che durante la lezione elogia il fascismo e il suo spirito democratico, sottolineandone le opere e decantando nostalgicamante le doti di Mussolini». La prova del nove, secondo i genitori, sarebbe nelle «scritte affisse alle pareti dell’aula che inneggiano al fascismo, giustificate dal fatto che appartengono all’arte di quel periodo storico». La verità però è un’altra. A spiegarlo è proprio l’insegnante chiamata in causa, la professoressa di Storia, Marinella Bartalucci: «Ho saputo della preoccupazione dei genitori attraverso la vicepreside che era stata da loro contattata. Sorrido, perché il fascismo è davvero molto lontano dalla mia mentalità e dalle mie idee politiche. La verità è che io ho la passione per l’insegnamento e amo la storia e, dal feedback che ho dai mie allievi, so per certo che riesco a trasmettere il trasporto per qualsiasi argomento io tratti nelle mie lezioni. Nelle seconde, ad esempio, sto spiegando il 1948 e il Manifesto del Marxismo, e lo faccio sempre attraverso cartelloni da appendere alle pareti». «Quello che dico sempre ai miei ragazzi — conclude la professoressa — è: studiate bene la storia, informatevi in modo tale da poter scegliere nella vita. Solo la conoscenza dà la possibilità di formare un orientamento politico. Lungi da me, ovviamente, dare un indottrinamento facendo apologia di fascismo. Al contrario, posso dire che molti di questi ragazzi della terza hanno idee di destra e sono pro Mussolini. Io ho spiegato loro di guardare anche le leggi razziste e tutto ciò che ha fatto di cattivo, non solo le scuole, le bonifiche». Il casus belli — seppur nato sotto le migliori intenzioni —si è però risolto con la rimozione dei cartelloni dalle pareti della III B. «Il fatto di aver tolto i cartelloni — a parlare ora è Cristina Bocchicchio, preside dell’istituto comprensivo di Trigoria, “Marta Russo” —non va letto affatto come un atto di sfiducia nei confronti dell’insegnante. Una professoressa che conosco da sei anni e che ha un amore viscerale per i ragazzi e per l’insegnamento. Quei cartelloni sono stati tolti per non suscitare ulteriori polemiche e mostrare quanto la scuola sia attenta alla sensibilità non solo dei ragazzi ma anche dei genitori». Di fronte alla perentoria chiusa della lettera del “gruppo di genitori della III B” ( che recita: «Con questa nostra ci aspettiamo che il Miur intervenga, affinché episodi di questo tipo non si ripetano più»), la preside sorride. «Se fossero venuti da me avrebbero capito quanto i valori democratici e il rispetto per la libertà di pensiero dei nostri ragazzi sia una priorità assoluta per me, per la professoressa Bartalucci e per tutto il corpo docenti di questo istituto. So che l’insegnante ha parlato in classe anche coi suoi ragazzi di questa storia. Non erano affatto turbati. Al contrario: sono sempre più innamorati della loro insegnante che riesce ad incantarli in ogni lezione e a trasmettere loro il valore della libertà di pensiero».

Federica Angeli

Disorientati e disinformati così crescono in classe i nuovi fan del Ventennio

Frasi fatte e luoghi comuni fanno presa sui nostri studenti

Ma film come quello di Scola svelano il peso dell’ingiustizia

Non mi sorprende più di tanto la vicenda della scuola media di Trigoria: l’entusiasmo dei giovanissimi studenti per il fascismo spiegato in classe dalla professoressa è una possibilità reale, e non credo affatto che sia colpa della loro insegnante, non riesco proprio a immaginarla come una fanatica del regime che vuole trasmettere ai suoi allievi la bellezza del Ventennio e la rettitudine del Duce. Ho scoperto in questi ultimi anni che la maggior parte dei ragazzi è del tutto indifferente alla politica, o peggio ancora vede la politica solo come la mangiatoia dei furbastri, come un luogo sporco dove dominano incontrastati gli interessi privati, l’avidità, l’opportunismo. La politica per molti di loro è una costola della mafia. Non si rendono conto che le democrazie occidentali sono comunque ciò che di meglio la civiltà ha espresso negli ultimi secoli, che la libertà conquistata a fatica dai nostri antenati recenti o lontani è comunque un bene prezioso, ciò che, in teoria, consente a tutti di esprimersi, crescere, realizzarsi. Sentono ogni giorno di più che la nostra società si basa sulla forza vale solo chi riesce ad affermare se stesso, in modo lecito o illecito, tramite le proprie qualità o sgomitando brutalmente. E chi non emerge viene assorbito in fretta dallo squallore dell’ anonimato, della miseria, dell’infelicità. Per questo può accadere, e in effetti sta accadendo, che nelle scuole aumenti la simpatia verso il fascismo, perché con le camicie nere non saremmo arrivati a questo punto, perché l’Italia è degli italiani, perché chi mena prima mena due volte. Intolleranza, ipernazionalismo, antiliberismo e culto della forza, razzismo velato o dichiarato, individualismo menefreghista, volontà di potenza da curva sud o nord, tutto si mescola confusamente e il risultato spesso è un’assurda nostalgia per un’epoca lontanissima dalla vita dei nostri ragazzi. E allora, durante le lezioni sul Ventennio, capita spesso di dover affrontare qualche studente che rimpiange il manganello e l’intransigenza feroce degli squadristi, che ripete frasi orecchiate qua e là: “A quel tempo nessuno rubava”, “Gli stranieri se ne restavano a casa loro”, “Il Duce ha bonificato la palude Pontina e ha dato una casa a tutti, e tutti lavoravano”. E allora con molta pazienza bisogna spiegare per bene cosa fu il fascismo, cercando di sottolineare proprio gli aspetti più fastidiosi per un quattordicenne del 2017. Se tornasse il Fascismo, caro mio, tornerebbe il conformismo, tu non potresti difendere i tuoi pensieri e il tuo orecchino, saresti una pecora in mezzo al gregge. Faccio spesso vedere ai miei studenti “Una giornata particolare” di Ettore Scola e “Il conformista” di Bernardo Bertolucci, proprio per rendere evidente che l’appiattimento, la stupidità e la paura sono le basi di un regime autoritario come il fascismo. Quasi sempre ottengo il risultato sperato, perché tantissimi adolescenti hanno ancora un cuore d’oro e sentono immediatamente il peso insopportabile dell’ingiustizia. Però è vero che nelle scuole di periferia come in quelle dei quartieri alti le organizzazioni di estrema destra raccolgono sempre più consensi. In un mondo competitivo come il nostro, la pietà rischia di apparire come un sentimento debole: il gregge di pecore diventa branco di lupi, e chi ringhia più forte sembra il vincente. Bisogna fare i conti con questa pericolosa simpatia verso il Duce e i suoi eredi, e più in generale verso ogni manifestazione sprezzante di potenza. Gli insegnanti hanno un compito difficile: devono riuscire non solo a spiegare cos’è la democrazia, ma anche a farla amare. Devono raccontare la vita degli eroi della democrazia, dei coraggiosi e dei puri che hanno dato la vita per la nostra libertà, e far capire che il Fascismo è solo arroganza e vigliaccheria, miserie che nessun ragazzo può abbracciare con entusiasmo. Almeno fino ad ora.

Marco Lodoli