Fonte:
Libero
Autore:
Mauro Zanon
Estremisti alla festa Ucoii francese
«Le Figaro» denuncia: anche predicatori d’odio al raduno degli islamici d’Oltralpe
Il laburista musulmano Sadiq Kahn è stato eletto sindaco di Londra da una settimana, ma nei giornali della gauche non è ancora esaurita la melassa sulla sua ascesa. Non si parla d’altro qui a Parigi, è tutto un incensare il figlio di immigrati pachistani che ce l’ha fatta, l’avvocato dei diritti umani, progressista, ecologista, multiculti, pro-Lgbt, che ha salito la scala sociale diventando il «first Muslim major of London». «Una lezione londinese», scrive Le Monde, «un esempio per la Francia», rilancia estasiata Anne Hidalgo, sindaco socialista di Parigi, che è andata personalmente nella City per congratularsi con il suo omologo britannico. Tutto ciò mentre alle porte di Parigi, al parco delle esposizioni del Bourget, sta andando in scena questo weekend il 33° incontro annuale dei musulmani di Francia, e tra gli invitati a intrattenere l’uditorio figurano due predicatori islamisti che per i loro discorsi pro jihad non dovrebbero neppure mettere piede in Europa, e invece, in Francia, vengono accolti con i tappeti rossi: Issam Al-Bachir, sudanese di fama internazionale noto per aver firmato nel 2013 un documento che fa appello al jihad armato in Siria, e Omar Abdelkafy, egiziano bandito dal suo Paese per la militanza nei Fratelli musulmani, nonché celebre per aver dichiarato che i jihadisti autori della strage di Charlie Hebdo sono innocenti, e che il 17 gennaio è un «complotto», alla stregua dell’11 settembre. A organizzare l’evento che raccoglierà decine di migliaia di musulmani provenienti da tutta la Francia, è l’Uoif, l’Union des organisations islamiques de France, notoriamente vicina ai Fratelli musulmani, e il cui presidente, Amar Lasfar, è accusato da molti di essere un islamista col sorriso, un predicatore che dissimula il suo estremismo dietro il trittico «pace, apertura e tolleranza». A febbraio, Lasfar, era finito al centro di una bufera mediatica per aver invitato durante una conferenza a Lille tre islamisti che nei loro sermoni facevano appello al jihad e all’uccisione di apostati e omosessuali. Il ministro dell’Intemo gli aveva inviato un lettera di avvertimento, i predicatori non si erano presentati, ma il mese successivo, lo stesso Lasfar, si era permesso di invitare al suo fianco per un’altra conferenza Rachid Aboud Houdeyfa, l’imam salafita di Brest, attualmente indagato per movimenti finanziari sospetti nella sua moschea. Ora, Lasfar, non pago, ha deciso di invitare altri predicatori radicali, approfittando del buonismo della Francia che lascia fare e crede ingenuamente allo slogan della «lotta contro la radicalizzazione» attorno al quale il presidente dell’Uoif ha costruito l’evento. Il solo ad aver criticato la venuta dei due predicatori radicali è stato Mohamed Louizi, intellettuale di origine marocchine che ha da poco pubblicato un saggio, «Pourquoi j’ai quitté les Frères musulmanes», nel quale denuncia apertamente la strategia d’islamizzazione globale non-dichiarata dei Fratelli musulmani e delle loro antenne. Intervistato dal Figaro, Louizi racconta bene chi è Al-Bachir, ex ministro degli Affari religiosi del Sudan, militante pro Hamas e sostenitore del jihad in Siria, così come Abdelkafy secondo cui «gli ebrei maledetti saranno eternamente esclusi dalla misericordia di Allah». E Libération? E Le Monde? E i grandi paladini della laicità? Silenzio. Silenzio totale. Meglio baloccarsi nell’idea di un presunto «islam illuminato» che vince a Londra, che guardare in faccia la realtà nefasta di Parigi, dove l’islam radicale sta imponendo surretiziamente la sua legge.