Fonte:
The Times
Autore:
Kaya Burgess
Ebrei furiosi con la chiesa che espone un posto di blocco israeliano
E’ scoppiata una lite tra una chiesa metodista e la comunità ebraica locale in merito ai progetti di ricreare un posto di blocco del confine israelo-palestinese per una mostra nella cappella.
Intitolata Oggi non è possibile passare: La vita attraverso un muro di divisione, la mostra apre lunedì presso la chiesa metodista di Hinde Street a Marylebone, nel centro di Londra. La mostra di cinque giorni è stata progettata per celebrare una settimana mondiale per la pace in Palestina e Israele, che ricreerà l’esperienza di fare la coda a un checkpoint tra Gerusalemme e Betlemme, come testimoniato da un predicatore che ha visitato la regione quest’anno.
La chiesa è stata costretta a respingere le accuse del rabbino locale sul fatto che la mostra “alimenterà il fuoco dell’antisemitismo” e ha affrontato le critiche da parte di un gruppo per i diritti ebraici di aver causato “significativo disagio”.
Il materiale promozionale per la mostra, che conterrà anche fotografie e reperti audio, afferma: “Prova cosa significa attraversare un checkpoint ogni giorno. Studia come possiamo abbattere i muri che ci dividono così che nessuno viva nella paura “
Quando l’evento è stato annunciato, Katherine Fox, che lo ha organizzato, ha detto che quelli abituati alle tribolazioni del pendolarismo a Londra “sono scioccati quando racconto loro ciò che ho visto al checkpoint tra Gerusalemme e Betlemme”.
Il rabbino Barry Marcus della Sinagoga Centrale, a mezzo miglio dalla chiesa metodista, ha detto che temeva che la mostra avrebbe “demonizzato” Israele, aggiungendo: “Dovrebbero vergognarsi”. Il Jewish Human Rights Watch, il gruppo organizzatore della campagna, ha scritto ai sacerdoti presso la chiesa di esprimere “sgomento” sui progetti per “simulare misure di sicurezza stabilite dallo stato di Israele”
Il direttore del gruppo, Jonathan Neumann, ha elogiato la chiesa per il suo “impegno nell’inserimento e nella diversità”, ma ha aggiunto: “Io sono perplesso nel comprendere come una chiesa sceglierebbe di mettere su una mostra di questo genere, che gli ebrei non possono che interpretare come offensiva.”
Ieri la chiesa ha cercato di fugare questi timori. Un portavoce ha detto: “La mostra è stata curata con attenzione in modo da rispecchiare i temi delle comunità divise e per promuovere riflessione e preghiere per la pace. Non vi è alcuna critica per la comunità o la fede ebraica.” Resta inteso che i sacerdoti nella chiesa avevano consultato i leader ebrei prima dell’avvio della mostra.