5 Novembre 2014

Episodi di islamofobia a Marghera

Fonte:

Corriere del Veneto

Offese e maiali contro l’islam La solidarietà «Inquietante»

Mestre Svastiche e scritte ingiuriose comparse prima a caso, poi diventate seriali. Ieri è toccato al centro bengalese di Marghera in via Paolucci, nella notte di domenica a Marghera era stata imbrattata la moschea di via Moranzani (nella foto Errebi), qualche ora prima una pesante offesa era stata vergata sulla chiesta Copta Ortodossa di Campalto. Medesima firma, identica faccia di un maialino stilizzato, stessa ingiuria («porrei»), stesse svastiche, la fatwa casalinga contro l’Isis («merde») che ricorre, perfino la grafia e la vernice della bomboletta spray indicano una firma unica. Le forze dell’ordine hanno circoscritto i sospetti, la mano pare sia di uno stesso autore che ha voluto scagliare le proprie insoddisfazioni a bomba contro la comunità islamica. Una dinamica che da personale diventa politica e quindi religiosa e non ha nulla di buono, perciò da ieri si susseguono i messaggi di solidarietà e condanna. La Comunità Ebraica veneziana ha espresso vicinanza alle comunità Copta Ortodossa e Islamica di Venezia «per i vili e vergognosi gesti perpetrati ai danni della moschea di Marghera e della chiesa di Campalto». «Condanniamo duramente ogni gesto di questo genere ribadendo la necessità di una lotta comune contro ogni forma di intolleranza», ha continuato la nota. Sel, con il segretario Federico Camporese, denuncia «la condizione di degrado ed il registrarsi di fenomeni come il ritorno della circolazione di droghe pesanti sono un dato di fatto oggettivo, trasversale a diverse aree della città» e dice che tra scritte xenofobe e aggressioni a colpi di sparachiodi ai danni di un senza dimora «barbanera» si denota «un clima inquietante, una tensione crescente che preoccupa le molte persone perbene che vivono ed amano il nostro territorio». Non è aria nuova che si respira, fa notare l’ex vicesindaco e assessore alle Politiche Sociali Sandro Simionato. Ha trascorso quattro anni a contatto con la marginalità e dice che il rigurgito di odio cui si assiste non nasce al netto della crisi economica e «delle finte politiche di respingimento della destra che hanno scaricato l’accoglienza e le tensioni sugli enti locali». «In assenza di una politica che gestisce i processi, prendono flato voci estremistiche. In passato – ricorda Simionato – in prossimità delle elezioni sono già comparse svastiche e discorsi simili da parte della destra estrema e violenta. Nulla che ricordi il cima dei comitati di oggi. Ma in fase elettorale c’è sempre un nemico tecnico contro il quale scagliarsi, c’è chi fomenta azioni squadristiche, chi fa respirare un’aria nella quale è campagna elettorale». I comitati per la sicurezza, invece, dice Gianfranco Bettin, fanno un’azione meritoria. «II problema della sicurezza esiste — dice — Chi lo racconta e non tace, mette in un angolo questi improvvisati giustizieri della notte, non li legittima. In questo clima dove le forze dell’ordine fanno sul serio, chi pensa si poter fare qualsiasi cosa, ci penserà due volte a fare azioni aggressive e intolleranti».

Mo.Zi