21 Settembre 2024

Ebrei toscani in fuga dall’antisemitismo

Fonte:

Corriere della Sera edizione di Firenze

Autore:

Jacopo Storni

Gli ebrei che lasciano la Toscana «Troppi gli episodi antisemiti»

In fuga verso Israele: le storie di chi è già partito e di chi sta pensando di farlo

Gli ebrei in fuga dall’Occidente. In fuga dall’Italia e dalla Toscana. Hanno sempre vissuto qui, ma adesso, soprattutto all’indomani del 7 ottobre, sognano di andare in Terra Santa, nonostante le tensioni. È la cosiddetta aliyah, l’immigrazione di ritorno, che negli ultimi dieci mesi ha riguardato circa 30 mila ebrei arrivati da ogni parte del mondo. Svariate le motivazioni, ma fondamentalmente gli ebrei tornano in Medio Oriente perché percepiscono attorno a loro un clima di diffidenza (che talvolta sconfina nell’antisemitismo) e perché dentro di loro, soprattutto alla luce dei fatti di ottobre, si è rafforzata l’identità ebraica. Identità che ha trovato linfa vitale alla luce dei giorni di guerra dove le vittime, oltre ai civili palestinesi, sono anche i soldati israeliani, e tra loro Daniel Maimon Toaff, pronipote del rabbino di Livorno. Vari i casi di aliyah anche in Toscana. Tra loro Piergiorgio Even Bertolozzi Caredio, pittore di Siena. «Ho sempre sognato di andare a vivere in Israele, il 7 ottobre mi ha dato una spinta in più. È stato un evento traumatico. Poche settimane dopo l’attentato, sono andato in Israele a fare volontariato nei kibbutz colpiti. A Siena mi era venuta la nausea, sopportavo a fatica tutte quelle bandiere palestinesi in piazza, gli appelli dei professori universitari a boicottare Israele, non sentivo attorno a me un briciolo di comprensione per quello che era accaduto, mi è sembrato di vivere quello che agli ebrei era accaduto alla fine degli anni Trenta». Sulla vetrina del suo negozio, Piergiorgio ha attaccato un piccolo adesivo con scritto «Israele vive», che in tanti non hanno gradito: «Qualcuno mi ha insultato, in tanti hanno commentato in modo provocatorio». Ed ecco perché Piergiorgio si dice pronto a partire. C’è invece chi è già partito, come Leone, 15 anni, arrivato in Israele da Firenze per continuare gli studi alle superiori con una borsa di studio. A raccontare la sua scelta è la madre Sara Di Palma: «Nella scelta di mio figlio ha sicuramente influito il tipo di scuola internazionale in cui si è trasferito, ma certamente gli eventi del 7 ottobre hanno rafforzato la sua identità ebraica, soprattutto per l’antisemitismo crescente nei suoi confronti. Nell’ultimo anno a scuola è stato aggredito diverse volte, una a novembre quando uno studente, oltre ad aggredirlo fisicamente, lo ha insultato al grido di “ebreo di merda” e poi “Heil Hitler”. La seconda volta a primavera, quando è stato nuovamente malmenato da uno studente al grido di “israeliano di merda”. Sono stati episodi oggetto di denuncia, che hanno fatto soffrire molto e sui quali la scuola, a nostro modo di vedere, ha minimizzato troppo». Sono tanti gli ebrei toscani che sentono crescere attorno a loro un clima di diffidenza. Tra loro Gianna, fiorentina, le cui due figlie sono andate a vivere in Israele. «Andrei anch’io a vivere in Terra Santa se non fosse per il mutuo che devo finire di pagare — ha detto — In Israele mi sentirei inserita in una società dove non devo dare spiegazioni a nessuno, dove potrei dire davvero quello che penso». Qui respira un clima pesante: «Sento la diffidenza di tanti conoscenti, di tanti amici che rischiano di non essere più amici». Secondo il presidente della comunità ebraica fiorentina Enrico Fink, questa migrazione verso Israele è il segno non soltanto dell’appartenenza alla terra, ma anche «conseguenza dell’antisemitismo crescente che c’è in Europa». Secondo Fink, l’aria che si respira attorno alle comunità ebraiche è pesante e «il clima in molti casi è diventato intollerabile». Una ostilità che corre anche sul web e Fink fa l’esempio dei social network: «E una continua provocazione, ieri l’altro ho segnalato un utente normalissimo che si professava pacifista sulla guerra a Gaza, salvo poi aggiungere che Hitler non aveva tutti i torti a sterminare gli ebrei».