Fonte:
la Repubblica
Autore:
Margherita D’Amico
“Non fate soffrire gli animali uccisi secondo le regole halal e kosher”
L’ultima battaglia degli animalisti Le comunità: pronti a dialogare ma difendono i metodi tradizionali.Due proposte di legge e studi scientifici mettono in discussione la macellazione religiosa
Roma. Esistono uccisioni gentili? Alcuni studi scientifici e due proposte di legge mettono oggi in discussione la macellazione religiosa, che in deroga a norme nazionali e comunitarie esclude lo stordimento dell’animale. Secondo la legge, è d’obbligo indurre perdita di conoscenza prima di scannare, mentre sistemi antichissimi come l’ebraico kosher e lo halal musulmano, che attribuiscono peso al sacrificio tramite rituali e preghiere, vogliono il soggetto cosciente, dal taglio per recidere trachea, esofago, carotidi e giugulari, fino al dissanguamento.
«La libertà religiosa è diritto inviolabile, ma la macellazione rituale è già vietata in Austria, Olanda, Svizzera, Danimarca, Svezia e Malesia, paese a maggioranza islamica» recita la proposta, prima firmataria la deputata M5S Chiara Gagnarli. Si chiede di modificare il decreto legislativo n.333 del 1998 stabilendo il generale diritto all’incoscienza pre mortem. Una petizione di Animalisti Italiani onlus sostiene l’iniziativa e anche Loredana De Petris, senatrice Sel, annuncia un disegno di legge sul tema.
«Non c’è tangibile differenza sul sopraggiungere dell’insensibilità» affermano dalla Comunità ebraica di Roma. Secondo uno studio Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare), però, da quando un ovino kosher viene appeso, fino al primo affondo di lama, trascorrono quasi quattro minuti, mentre la iugulazione halal dei bovini impone 25 movimenti di coltello. «Sul 93% del campione il riflesso corneale cessava 80 secondi dopo l’ultimo taglio» dice Maria Caramelli, direttore generale dell’IZS del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, che a sua volta ha condotto uno studio. Solo in Piemonte ogni anno vengono uccisi, perlopiù con procedura halal, 30.000 bovini, 23.000 conigli e 600 ovicaprini. «In otto dei venti stabilimenti esaminati la comunità islamica ha accolto lo stordimento preventivo, elettrico, o con pistola non penetrante, così che l’animale possa reputarsi integro».
Sono 200 gli stabilimenti italiani autorizzati alla macellazione rituale, e c’è chi solleva dubbi sull’adempimento rigoroso del precetto. «Gli animali provengono da allevamenti intensivi e viaggi sfiancanti» osserva Enrico Moriconi, veterinario pubblico di Medicina democratica: «il ritmo industriale rende impossibile risparmiare la vista di sangue e morte dei compagni». Replicano dall’Ucoii: «Il rito halal lo proibisce, non può essere disatteso». Spiega Philip Lymbery, direttore generale della ong Compassion in World Farming: «Il 90% degli animali uccisi con rito islamico in Gran Bretagna viene stordito, le comunità musulmane lo accettano, si dovrebbero abolire le deroghe».
Una video indagine realizzata da Animal Equality mostra montoni brutalizzati da inservienti italiani. «L’operatore musulmano interveniva per la iugulazione» riporta Stef Bettini, responsabile investigazioni dell’organizzazione: «chiediamo il divieto dell’agonia cosciente». «Doverosa battaglia di civiltà» per Walter Caporale, presidente di Animalisti Italiani onlus. «Che non può prescindere» aggiunge Annamaria Procacci, consigliere nazionale Enpa «dal dialogo con le comunità religiose».