Fonte:
la Stampa
Autore:
Maria Teresa Martinengo e Letizia Tortello
Torino, blitz dei leghisti in Comune “Qui dentro i musulmani non pregano”
II tappeto rosso è pronto, steso sul pavimento della Sala Matrimoni del Comune per un momento privato di preghiera degli ospiti musulmani. Investitori e imprenditori venuti da Dubai e da altri 19 Paesi per un convegno sulla moda islamica, la Turin Modest Fashion Roundtable, confronto tra operatori ed istituzioni della moda organizzato dalla Città con Thomson Reuters, Dubai Chamber sulle prospettive economiche del «Modest Fashion», moda che al femminile prevede braccia e gambe coperte e linee sobrie, non aderenti. Un appuntamento atteso dagli imprenditori. Due consiglieri comunali della Lega Nord, Fabrizio Ricca e Roberto Carbonero, entrano nella stanza, lo prendono dai quattro lembi, piegano il tappeto e ne fanno un fagotto. Lo portano via, mentre riprendono il blitz con il cellulare e spiegano al popolo del web: «Loro fanno una sala di culto per islamici a Palazzo Civico, dove non ci risultano esserci cappelle per i fedeli cristiani. E noi la chiudiamo. Chi vuole pregare lo faccia fuori di qui». In pochi minuti, su Facebook arrivano centinaia di condivisioni e solidarietà ai leghisti, per il gesto compiuto sotto gli occhi dei vigili, che fermano i consiglieri sulla porta, prima che se ne vadano con l’arazzo del Comune sotto il braccio. Il convegno in Sala Rossa sulla moda è ancora in corso. Tanto che i 95, rappresentanti di 55 aziende e istituzioni, donne in maggioranza, nemmeno si accorgono dell’intrusione.
L’indagine
Sull’irruzione leghista la Procura di Torino ha aperto un’inchiesta. E intervenuto il Procuratore Armando Spataro, che ha affidato alla Digos le indagini. Gesto eclatante e provocatorio? Violazione della libertà di culto? In attesa degli accertamenti, in Comune è esplosa la polemica politica. Non tarda ad arrivare la condanna del Pd: «Disallestire la stanza adibita per qualche ora a luogo di preghiera, in occasione di un’iniziativa pubblica, è un atto inaccettabile e arbitrario, che parla di intolleranza», dichiara il capogruppo a Palazzo Civico, Michele Paolino. Quello commesso da Ricca e Carbonero, secondo il Pd, è «un gesto violento. Offende il credente di qualsiasi religione e la Costituzione, che all’articolo 19 garantisce a tutti il diritto di professare liberamente la propria fede». Il suo vice, il vulcanico medico Silvio Viale, radicale e protagonista di molte battaglie, una per tutte quella per la pillola abortiva Ru486, va giù ancora più pesante: «Gesto di inciviltà di due imbecilli». Anche il sindaco Fassino si schiera duro contro la Lega e parla di «comportamento indecente e offensivo per la Città e per i suoi ospiti». Le elezioni dell’anno prossimo si avvicinano. Ma per lui, «è una manifestazione d’ignoranza che nemmeno una strumentalità preelettorale può giustificare». il presidente della Sala Rossa Porcino parla di atto «violento ed esecrabile». Ma la Lega va avanti per la sua strada. Fiera della battaglia. Che, come precisano i consiglieri padani, non vuole essere «contro la religione musulmana». Riteniamo che «il Comune di Torino, essendo un luogo laico ed istituzionale, non debba avere luoghi di preghiera a prescindere». La pensano così anche i grillini: «Questa è una sede istituzionale, non uno spazio aperto alla preghiera», dice il capogruppo Vittorio Bertola.