Fonte:
Moked.it
Autore:
Adam Smulevich
Il messaggio di Liliana Segre al nuovo Senato “Costituzione, simbolo di unità”
Standing ovation dell’aula di Palazzo Madama per Liliana Segre, chiamata a presiedere la prima riunione del nuovo Senato che ha poi eletto a maggioranza Ignazio Benito Maria La Russa alla seconda carica dello Stato. Un passaggio simbolico e delicato a detta di vari osservatori. Molteplici gli episodi, anche recenti, a dimostrarlo.
“In questo mese di ottobre in cui cade l’anniversario della marcia su Roma che diede inizio alla dittatura fascista tocca proprio a me assumere momentaneamente la presidenza di questo tempio della democrazia che è il Senato della Repubblica. E il valore simbolico di questa circostanza casuale si amplifica nella mia mente perché ai miei tempi la scuola iniziava ad ottobre”, ha affermato Segre aprendo la seduta. Impossibile infatti “non provare una specie di vertigine ricordando che quella stessa bambina che in un giorno come questo del 1938 sconsolata e smarrita fu costretta dalle leggi razziste a lasciar vuoto il suo banco della scuola elementare oggi si trova per uno strano destino sul banco più prestigioso del Senato”. Nel suo intervento di altissimo spessore istituzionale Segre ha sottolineato come il principale ancoraggio attorno al quale debba manifestarsi l’unità del Paese sia la Costituzione: “Come disse Piero Calamandrei, non è un pezzo di carta, ma è il testamento di 100.000 morti caduti nella lunga lotta per la libertà; una lotta che non inizia nel settembre del 1943 ma che vede idealmente come capofila Giacomo Matteotti”. Il popolo italiano, la sua valutazione, “ha sempre dimostrato un grande attaccamento alla sua Costituzione, l’ha sempre sentita amica”. Le grandi nazioni, ha quindi aggiunto Segre, “dimostrano di essere tali anche riconoscendosi coralmente nelle festività civili, ritrovandosi affratellate attorno alle ricorrenze scolpite nel grande libro della storia patria”. Perché, si è chiesta allora, “non dovrebbe essere così anche per il popolo italiano? Perché mai dovrebbero essere vissute come date ‘divisive’ anziché con autentico spirito repubblicano, il 25 Aprile festa della Liberazione, il 1° Maggio festa del lavoro, il 2 Giugno festa della Repubblica?”. Con riferimento alle recenti elezioni questo il suo pensiero: “La maggioranza uscita dalle urne ha il diritto-dovere di governare; le minoranze hanno il compito altrettanto fondamentale di fare opposizione. Comune a tutti deve essere l’imperativo di preservare le istituzioni della Repubblica, che sono di tutti, che non sono proprietà di nessuno, che devono operare nell’interesse del Paese, che devono garantire tutte le parti”. Altro terreno “sul quale è auspicabile il superamento degli steccati e l’assunzione di una comune responsabilità”, ha poi aggiunto Segre, “è quello della lotta contro la diffusione del linguaggio dell’odio, contro l’imbarbarimento del dibattito pubblico, contro la violenza dei pregiudizi e delle discriminazioni”. Al riguardo ha evidenziato come nella passata legislatura i lavori della ‘Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza’ da lei promossa si siano conclusi “con l’approvazione all’unanimità di un documento di indirizzo”. Segno questo “di una consapevolezza e di una volontà trasversali agli schieramenti politici che è essenziale permangano”.