Fonte:
La Repubblica
Autore:
Howard Jacobson
Fenomenologia di Corbyn l’antisemita inconsapevole
Qualcuno si aspetta che io chiami Jeremy Corbyn antisemita. No, non intendo chiamarlo in nessun modo. Lui dice di non essere antisemita. Hamas dice che Corbyn non è antisemita e anche il suprematista bianco David Duke dice che non è un antisemita. A me tanto basta. Sto facendo dell’ironia? Io non sono capace di ironia. Sappiamo bene che aspetto ha un antisemita. Indossa stivali di pelle nera, porta una fascia al braccio con una svastica e grida «Juden Raus»; Jeremy Corbyn sotto la camicia indossa una canottiera dei grandi magazzini British Home Stores, e parla a voce bassa. Gli antisemiti accusano gli ebrei di aver ucciso Gesù; Corbyn è ateo e non sembra fregargliene molto se noi ebrei l’abbiamo ucciso o meno. E Corbyn non nega l’Olocausto. Badate bene: conosce chi lo fa. Semi è concesso, mi piacerebbe citarvi una frase della commedia mai scritta da Oscar Wilde intitolata La presunzione di chiamarsi Jeremy: «Frequentare un antisemita che lei non sa essere antisemita, signor Corbyn, può essere considerata una sfortuna, mentre frequentare assiduamente gli antisemiti sembra proprio una marcata propensione». Quando penso ai mascalzoni con i quali me ne sono andato in giro, capisco quanto sia facile equivocare le persone, anche quando ti si presentano con cappucci in testa e croci ardenti in mano. Jeremy non è mai stato quel tipo di uomo che si potrebbe definire dotato di uno spiccato spirito di osservazione. Prendiamo in considerazione il murales di cui si è fatto promotore: raffigura alcuni banchieri che giocano a Monopoli sulle schiene nude degli oppressi del pianeta. Jeremy è talmente ingenuo nei riguardi delle caricature antisemite che non vi ha visto nulla di vagamente offensivo. «Non l’ho guardato bene», ha poi spiegato. Quante volte dovrà ancora ripeterlo. Sì, ci sono andato vicino, forse, ma non pensavo che mi riguardasse. Se ciò vi riporta alla memoria quelli che vivevano sottovento rispetto alle canne fumarie di Bergen Belsen e affermarono di non aver mai annusato nulla di strano, mi rendo conto che siete sospettosi di natura. Corbyn è un uomo impegnato. E gli uomini impegnati non prendono scorciatoie emotive. Ecco l’immagine di un ebreo succhia-sangue. Corrisponde perfettamente all’immagine dell’ebreo succhia-sangue che ho in testa. Mi chiedo se possa esistere qualcosa di simile a un antisemita inconsapevole. Jeremy afferma di essere un pacificatore. Un pacificatore è chi media tra due parti in guerra tra loro. Perché mai, dunque, lo ve Dovrebbe importare a tutti, e non soltanto agli ebrei, impedire che un uomo così bigotto e cocciuto possa fare al Paese ciò che sta facendo al soggetto politico di cui è alla guida el diamo sempre portare i palestinesi a prendere il tè? Può darsi che si dimentichi, semplicemente, di invitare gli israeliani? «Stupido che sono, mi sono dimenticato di nuovo di invitare gli ebrei!». A detta dei suoi sostenitori, Jeremy Corbyn non ha neppure un ossicino razzista nel suo scheletro. La mia è solo una domanda: che cosa è un osso razzista? E come si può capire se una persona ce l’ha o meno? Nel solo braccio umano ci sono 64 ossa… Il fatto è che antisemitismo e razzismo non sono proprio la stessa cosa. L’antisemitismo è più simile a una superstizione: è radicato nella teologia, è ammantato di irrazionalità medievale, è svecchiato per adeguarsi all’economia di sinistra, ed è riesumato ogniqualvolta si cerchi un’unica spiegazione per tutti i mali che affliggono il mondo. Parlare di antisemitismo come di razzismo è una contraddizione in termini per Jeremy Corbyn, dato che per lui gli ebrei non sono né oppressi né sfruttati, ma – in quanto strozzini, colonialisti e cospiratori – sono la fonte e l’origine stessa del razzismo. Una volta considerati gli ebrei razzisti e il sionismo una manovra razzista, nessun antisemita potrà mai essere razzista. E ogni definizione che affermi il contrario deve essere rettificata. Dedicherò gli ultimi secondi che mi restano- non intendo gli ultimi istanti della mia vita, ma di questo mio discorso – a spiegare per quale motivo dovrebbe importare a tutti, e non soltanto agli ebrei, impedire che un uomo così malvagio, così bigotto e così cocciuto possa fare al Paese quello che egli sta facendo al suo partito. Coloro che ammirano Corbyn considerano una virtù il fatto che egli non abbia mai cambiato opinione. Signor presidente, virtuoso è restare fedeli alle proprie opinioni soltanto se quelle opinioni meritano che si resti loro fedeli. Persistere in un’erroneità microscopica è il segno distintivo di un cretino. Persistere in un’erroneità madomale è il segno distintivo di un cretino pericoloso. L’ideologia nella quale Corbyn si è macerato in salamoia per quasi mezzo secolo era già desueta quando lui l’ha abbracciata. E aveva portato alla morte di milioni di persone. Che le ideologie alle quali si oppone abbiano fatto poco meglio di ciò non depone a suo favore. Questa avrebbe dovuto essere un’estate dorata per il Labour. L’incubo della Brexit, l’inferno di Jacob Rees-Mogg, la pantomima fuori stagione di Boris Johnson: tutto avrebbe dovuto spingere i laburisti a salvarci. Corbyn, invece, ha fatto quanto chiunque altro per rendere possibile la Brexit con il suo inefficace e fievole non-sostegno al “Remain”. Basterebbe questo a portarci alle barricate. L’uomo sbagliato al momento sbagliato e che abbraccia cause sbagliate. Mi reputo imparziale, prima di ogni altra cosa: di persone limitate in tutto fuorché nel piacere che provano nei loro stessi confronti ce ne sono a bizzeffe in tutti i partiti. Infestano le periferie, come Spiriti del Natale che non credono nel passato e appoggiano le cause perse, organizzando tea party per gli sterminatori, mantenendo l’aspetto di sant’uomini. La disgrazia di Corbyn è essere stato innalzato e portato via da quelle periferie per essere lasciato cadere in modo sventurato in pieno centro. Non lo chiedo soltanto per il nostro bene, ma anche per il suo: per favore, c’è qualcuno che ne abbia pietà e possa riportarlo indietro?
Howard Jacobson ha pronunciato questo discorso il 6 settembre a favore della mozione Jeremy Corbyn is Unfit to be Prime Minister , un dibattito organizzato da Intelligence Squared.