Fonte:
Corriere della Sera, il Manifesto, la Repubblica, l'Unità, Senato
Autore:
Dino Martirano
Incitare al razzismo rimane un reato ma solo in pubblico
Dal Senato modifiche alla legge Mancino Anche negare l’Olocausto sarà sanzionato
ROMA Quando si mette mano al reato di negazionismo della Shoah e dei crimini contro l’umanità — negazione di genocidio e dei crimini di guerra, così come definiti dalla Corte penale internazionale — è inevitabile che, con effetto cortocircuito, entri in gioco la libertà di pensiero sancita dall’articolo 21 della Costituzione. È successo al Senato, il giorno seguente alle celebrazioni per la Festa della Liberazione del 25 aprile, quando la commissione Giustizia di Palazzo Madama ha approvato all’unanimità un emendamento di Giacomo Caliendo di Forza Italia (assorbito poi da un testo analogo della relatrice Rosaria Capacchione del Pd) al disegno di legge che introduce nel codice penale l’aggravante di negazionismo. Tuttavia, per «effetto collaterale», l’emendamento Caliendo-Capacchione modifica in senso restrittivo l’applicazione la legge Mancino del 93 che sanziona «gesti, azioni e slogan legati all’ideologia nazi-fascista con lo scopo dell’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi». Il cortocircuito è stato innescato da un aggettivo e da due parole — «pubblica istigazione» e «pubblico incitamento» — che a questo punto restringerebbero il campo dell’applicazione dell’intera legge Mancino e della nuova aggravante di negazionismo, che prevede l’aumento di un terzo delle pene già previste dalla norma del ’93. Verrebbero escluse dal perimetro della punibilità, dunque, tutte le opinioni espresse non «pubblicamente». Il Senato aveva già provato a inserire la modifica. La Camera, poi, l’aveva cassata una prima volta e ora che i senatori ci riprovano la presidente della commissione Giustizia di Montecitorio, Donatella Ferranti (Pd), usa parole durissime: «Cadranno molti processi in corso, è davvero gravissimo». E anche la scheda predisposta dagli uffici della Camera era netta: risulterebbero «depenalizzate le condotte oggi sanzionate di istigazione non pubblica con fini discriminatori e di violenza». Forza Italia difende l’emendamento: «Accuse sconcertanti che non tengono conto delle logiche più elementari del codice penale», attacca il capogruppo Paolo Romani. Il Pd resta defilato ma il capogruppo Luigi Zanda lascia intendere che domani l’emendamento verrà votato dall’aula perché «dopo molti tentativi di risolvere una questione delicata è stata trovata la formula per separare da tutto il resto il giudizio e le argomentazioni degli storici». Da tempo la Lega e il partito di estrema destra Forza nuova chiedono l’abolizione dell’intera legge Mancino.