Fonte:
il Fatto Quotidiano, Corriere del Veneto edizione di Vicenza
Autore:
Alessio Schiesari, Federica Fant, Andrea Priante
Il “duca ultra-bianco” che imbarazza l’Italia
Duke, leader del KKK, anti ebrei e neri, persona non desiderata in Europa, ha vissuto a lungo a Belluno e ha fatto ricorso contro l’allontanamento
Di David Duke si sanno molte cose: ha rifondato il Ku Klux Klan, sfiorato la poltrona di governatore del Lousiana ed è considerato uno dei massimi teorici della White supremacist, la supremazia bianca. Quello che tutti ignoravano è che dal 2011 si fosse rifugiato a Valle di Cadore, un paesino di 2 mila abitanti in provincia di Belluno. Quasi tutti in realtà, perché la questura locale nel gennaio scorso si è accorta della sua reale identità. L’ex capo supremo dei Cavalieri del Kkk è stato considerato “socialmente pericoloso” e, a novembre 2012, gli è stato ordinato di lasciare l’Italia. Sulla testa di Duke già pendeva un provvedimento di inammissibilità nell’area Schengen emesso dalla Svizzera nel 2009. Due giorni fa il Tar regionale ha confermato la decisione della questura, ma il suo difensore intende ricorrere al Consiglio di Stato.
DUKE HA LASCIATO il Cadore nel novembre scorso, ma non si può escludere che continui a frequentare l’Italia. L’ordine della questura, infatti, gli ha imposto di lasciare il Paese, ma non prevede il divieto di rientrarvi, almeno per brevi periodi. Non è chiaro perché Duke abbia scelto di nascondersi in un paesino delle Dolomiti. Ufficialmente è arrivato con un visto per ragioni di studio rilasciato dall’ambasciata italiana di Malta. Nel blog di estrema destra Sturmfront, gestito dall’ex moglie, sostiene di soggiornare in Italia per studiare la situazione politica in Sud Tirolo e anche la questura conferma che Duke intrattiene rapporti politici con l’area di Bolzano. Sembra che attualmente, nonostante il divieto di soggiornare a Schengen, viva in Austria e alcuni vallesani confermano di essere ancora in contatto con lui. Negli Stati Uniti Duke è stato protagonista di una rapida ascesa politica. Neonazista fin dalla gioventù, dopo avere rifondato il Kkk (ammettendo donne e cattolici), si è candidato nelle file democratiche. Nel ’89 è passato con i repubblicani ed è entrato nel congresso della Lousiana. Nel ’91 raggiunge l’apice della popolarità, sfiorando la vittoria alle primarie del Gop per la candidatura a governatore. Gran donnaiolo e amante del gioco d’azzardo, Duke sfrutta la crescente popolarità tra i movimenti dell’estrema destra per arricchirsi fino a che, nel 2002, viene condannato a 15 mesi di carcere per frode fiscale.
Duke «nascosto» a Belluno «Propagandava il razzismo»
VALLE DI CADORE «David Duke? Non mi è mai sembrato un tipo pericoloso». Giancarlo Soravia abita a Valle di Cadore, il paesino del Bellunese in cui, per circa un anno, ha vissuto il politico americano sul quale pende un provvedimento di inammissibilità nell’area Schengen perchè sospettato di voler ricostituire una organizzazione simile al Ku Klux Klan in Europa, con finalità xenofobe e antisemite. Quando la questura di Belluno l’ha scoperto, gli ha negato il rinnovo del permesso di soggiorno, costringendolo a lasciare l’Italia. Soravia è forse una delle persone che lo conosce meglio. «Gli ho affittato una stanza della mia casa – racconta – e ha vissuto qui, senza lavorare ma coltivando solo la passione per le fotografie. Mi è pare una brava persona, anche se mi raccontava di essere perseguitato dalla lobby ebraica». Duke è rimasto nel Bellunese fino ai primi mesi del 2012, per poi trasferirsi a Bolzano. «Ha sempre pagato l’affitto, anche se mi deve ancora 50 euro della tassa sui rifiuti…». Il questore vicario di Belluno, Luciano Meneghetti, assicura: «Duke ha cercato di fare una furbata, perchè è riuscito ad ottenere il visto per restare in Italia dall’ambasciata a Malta dopo che era stato espulso dalla repubblica Ceca e dalla Svizzera. Inizialmente, né l’ambasciata né la questura conoscevano la sua vera identità, solo in seguito abbiamo scoperto chi è». Negli anni Settanta, Duke è stato uno dei leader del Kkk. Difficile che uno come lui passi inosservato. Eppure la questura esclude una «soffiata» o l’intervento dei servizi segreti. «La sua attività è quella di propagandare idee razziste e negazioniste – spiega Meneghetti – a Belluno scriveva libri e organizzava conferenze per divulgarle. Probabilmente ha scelto questa zona per non dare nell’occhio». Secondo la polizia, non avrebbe trovato sostegno negli ambienti dell’estrema destra veneta. Da qui la decisione di trasferirsi a Bolzano dove l’attività dei movimenti neonazisti è più vivace.