Fonte:
La Repubblica edizione di Genova
Autore:
Matteo Pucciarelli
Il raduno neofascista infiamma la politica Doria: “Inaccettabile”
Sfida neofascista dell’ 11 febbraio, Genova si ribella
Il convegno della formazione neofascista di Forza Nuova, in programma in città per il prossimo 11 febbraio, diventa il caso che infiamma la politica ligure. Sia per le parole nette del sindaco Marco Doria, che si dice pronto alla mobilitazione contro l’evento, a cui parteciperanno estremisti di destra di mezza Europa. Sia per la parziale retromarcia del governatore Giovanni Toti, che mar-tedi scorso aveva parlato del «diritto di manifestare di tutti» per poi puntualizzare, dopo, che «se quella manifestazione è legale allora prenderò un Maalox e detesterò quello che verrà detto. Poi approverò nel modo più sincero chiunque voglia fare nello stesso momento manifestazioni contrarie». Da palazzo Tursi la presa posizione di Doria è arrivata quasi inaspettata, vista l’enfasi: «Contrastare le idee di odio e sopraffazione è un dovere civile — sottolinea — proprio a tutela della libertà, connaturato nelle costituzioni democratiche e in particolare nella Costituzione italiana». Per questo motivo «è necessario opporsi alla diffusione della propaganda e dell’organizzazione di forze razziste e neonaziste che nulla hanno a che fare con la libertà di pensiero. Si tratta infatti di un veleno che rischia di propagarsi soprattutto in questo momento di crisi». Si rischia di andare verso un nuovo 30 giugno 1960? «Noi lanciamo l’allarme — risponde il presidente dell’Anpi genovese, Massimo Bisca — ma ognuno fa il suo mestiere: le forze dell’ordine, la prefettura, tutte le istituzioni, compresa la Regione, devono far rispettare la legge. Noi siamo contro la violenza, ma ospitare chi viene in città a predicare violenza mi sembra un controsenso». Ma è soprattutto in Consiglio regionale che è scoppiata la bagarre. Da una parte il Pd, con Raffaella Paita: «Bisogna essere chiari e affermare che questa istituzione rifiuta la realizzazione sul nostro territorio di manifestazioni i cui relatori e i cui valori si ispirano al fascismo per la storia che rappresentiamo». Idem il Movimento Cinque Stelle, che perlomeno sulla piazza ligure ribadisce il valore dell’antifascismo: «Un no senza se e senza ma ad ogni convegno, incontro o manifestazione che si richiami apertamente all’ideologia nazifasci-sta. Democrazia e fascismo sono l’antitesi una dell’altro, come sancito dalla Costituzione e marchiato sulla carne di chi ha combattuto col sangue per liberare il nostro paese». E Gianni Pastorino ( Rete a sinistra ): «Non 6 possibile difendere idee di violenza, permeate di sopraffazione fisica, che predicano il razzismo, il fascismo, l’omofobia, l’antisemitismo, l’islamofobia». Alla fine la decisione di Toti ( ribattezzato “Ponzio Pilato” da Paita ) è stata quella di scrivere al Prefetto Fiamma Spena, chiedendo «un’attenta vigilanza affinché vengano rigorosamente valutate le condizioni di legge e di ordine pubblico per autorizzare la manifestazione e affinché questa non diventi occasione per la promozione di contenuti eversivi». Probabile che, se non verrà revocato l’appuntamento, alla fine si tenga una contromanifestazione. Proprio come è avvenuto a Milano nei mesi scorsi il sindaco Beppe Sala, Anpi, sindacati e sinistra chiesero al prefetto di dire no a Forza Nuova, che invece potè fare la propria manifestazione all’Arco della Pace. Con a distanza in raduno antifascista a piazza Fontana. «Inviteremo tutta la cittadinanza e la residenza genovese e ligure per una grande manifestazione», annuncia il “Comitato per gli Immigrati e contro ogni forma di discriminazione”. Il problema di Toti è evidentemente politico, legato alla coalizione che lo sostiene. Da una parte c’è la Lega Nord, che in questi anni ha familiarizzato con l’estrema destra di CasaPound così da rilanciare una proposta “sovranista”, trasformando la ragione sociale del partito: da indipendentista a nazionalista. Dall’altra, la presenta in coalizione dei Fratelli d’Italia, ovvero l’ultimo atto della filiera Msi-An. «Toti — commenta soddisfatto il vicecoordinatore regionale Gianni Plinio — ha dato una bella lezione di democrazia a chi democratico non è mai stato. Solo i nostalgici della guerra civile o dell’Unione Sovietica possono chiudere la bocca, magari con la violenza, a chi la pensa diversamente».
Le provocazioni per farsi pubblicità
Ecco la strategia dei neri
In un hotel in città arriveranno i neofascisti di mezza Europa. Il leader di Fn è infatti presidente di un gruppo continentale
Provocare, il modo migliore per farsi pubblicità. E per nascondere la propria debolezza politica, sperando un domani di riconquistare terreno nel piccolo e litigioso mondo della destra radicale. L’idea del segretario di Forza Nuova di organizzare un convegno assieme alle forze della “Internazionale nera” proprio a Genova non nasce dal caso. Cioè scegliere una città storicamente rossa, amministrata ancora oggi dalla sinistra; la stessa città che nel 1960 si ribellò all’idea che il Movimento sociale, cioè gli eredi politici del fascismo, potessero tenervi il loro congresso. Quale miglior modo per riuscire a finire su tutti i giornali? Fiore, capo assoluto del partitino neofascista — da non confondere con Casa-Pound, movimento sì di estrema destra ma laico e più “movimentista” — è anche presidente della “Alleanza per la pace e la libertà”.Negli anni scorsi il gruppo ha ricevuto anche finanziamenti dal Parlamento europeo e dentro vi si trovano le anime più oltranziste e radicali della destra continentale: ad esempio i tedeschi dell’Npd, gli ungheresi dello Jobbik, i greci di Alba Dorata. Secondo i campioni della cosiddetta “Europa delle patrie”, «Genova è stata scelta per dare inizio al nuovo anno di lotta politica. Attivisti e simpatizzanti nazionalisti si raduneranno per ascoltare le parole dei capi del nazionalismo europeo». Con la concreta possibilità che arrivino delegati anche da altri paesi. «Stavano preparando questo evento da diversi mesi — dice Saverio Ferrari dell’Osservatorio democratico sulle nuove destre —e l’obiettivo è soprattutto ottenere visibilità mediatica. Le loro manifestazioni di piazza sono sempre dei mezzi flop, ma così fanno parlare di sé e marcano il territorio». Negli ultimi anni le formazioni neofasciste stanno trovando un insperato terreno fertile, perlomeno dal punto di vista culturale. La fine della contrapposizione tra destra e sinistra, categorie ormai considerate superate da una bella fetta dell’opinione pubblica (e la stessa Fn non a caso si considera “oltre” ), sta annacquando la pregiudiziale antifascista; al contempo la lunga crisi economica ha accesso lo scontro, specie nelle zone più disagiate della città, tra italiani e stranieri. Infatti le iniziative di solidarietà promosse anche da Forza Nuova sono mirate a fomentare la questione etnica: si aiutano i poveri, gli si donano pacchi di pasta e latte, si regalano giocattoli agli asili, ma a patto che siano italiani. Instillando nella percezione comune il concetto che ad insidiare il bisogno di sicurezza delle persone sia l’immigrazione, la contaminazione. Un razzismo mascherato che funziona e fa breccia, diventando luogo comune. Nel frattempo, da una decina di anni a questa parte, le richieste di annullare gli incontri dei neofascisti nelle varie città non sono servite a nulla. La linea imposta dal ministero dell’Interno, compreso quello attuale guidato dal pd Marco Minniti, è di lasciare la libertà di manifestare un po’ a tutti. «Vietare è diventata quasi una parola proibita — sottolinea Ferrari —e la legge Mancino, che proibisce l’apologia di fascismo, è regolarmente aggirata». A maggior ragione quando, come in questo caso, l’estrema destra sceglie una sala privata di un hotel per svolgere il proprio convegno.